Gronda di Genova: un’opera a lungo contestata che ora diventa fondamentale per la città
“Quest’infrastruttura serviva cinque anni fa, serve oggi e servirà per il futuro della città. Non possiamo rinunciare a un’opera così importante per la crescita di Genova e della Liguria”
Il crollo del ponte Morandi a Genova – qui trovate tutti gli aggiornamenti in tempo reale – ha riacceso i riflettori su un progetto che nel capoluogo ligure è stato contestato a lungo e che adesso può diventare la soluzione all’enorme problema di viabilità che la chiusura obbligata di quel tratto di autostrada ha provocato: la Gronda di Genova.
Di cosa si tratta? La Gronda è a tutti gli effetti una nuova infrastruttura approvata definitivamente nel settembre dello scorso anno dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, finalizzata ad alleggerire proprio la mole di traffico che fino a ieri gravava sulla A10 e quindi sul ponte Morandi.
Cos’è la Gronda di Genova?
La gronda di Ponente dovrebbe collegare l’autostrada A26 con l’autostrada A7, evitando quindi la porzione della A10 ora interrotta, e raddoppiando la stessa A7, così da alleggerire ulteriormente la mole di traffico che inevitabilmente si riverserebbe su di essa. La gronda di Levante, invece, andrebbe a collegare Chiavari con l’autostrada A7, migliorando quindi la viabilità nella parte orientale della Liguria. Autostrade per l’Italia descrive così l’opera:
La nuova infrastruttura comprende 72 km di nuovi tracciati autostradali e si allaccia agli svincoli che delimitano l’area cittadina (Genova Est, Genova Ovest, Bolzaneto), si connette con la direttrice dell’A26 a Voltri e si ricongiunge con l’A10 in località Vesima. Data la complessità dal punto di vista orografico del territorio attraversato, il nuovo sistema viario si sviluppa quasi interamente in sotterraneo e prevede 23 gallerie, per un totale di circa 54 chilometri, circa il 90% dell’intero tracciato, con sezioni variabili fino ai 500 metri quadri dei cameroni di interconnessione tra gli assi autostradali.
Le opere all’aperto comprendono la realizzazione di 13 nuovi viadotti e l’ampliamento di 11 viadotti esistenti.
L’azienda parla chiaro: Il Progetto della Gronda di Genova si pone l’obiettivo di alleggerire il tratto di A10 più interconnesso con la città di Genova – cioè quello dal casello di Genova Ovest (Porto di Genova) sino all’abitato di Voltri – trasferendo il traffico passante sulla nuova infrastruttura, che si aggiungerà all’esistente, costituendone di fatto un potenziamento “fuori sede”.
Gronda di Genova, anni di contestazioni e indecisioni
Il progetto è rimasto in discussione per oltre 20 anni e nel corso degli ultimi anni è stato fortemente ostacolato, a cominciare dal Movimento 5 Stelle e da Beppe Grillo. Abbiamo già parlato del comitato No Gronda e di come si sia impegnato per rallentare l’opera. Nel 2013 scrivevano:
Quella di realizzare la Gronda per risolvere i problemi del traffico è un’idea obsoleta e dai costi esorbitanti che, alla fine, si riverserebbero interamente sui cittadini, i quali ne pagherebbero il prezzo, a tempo indeterminato, attraverso pedaggi, costi ambientali e sociali, a fronte di asserito un minimo beneficio in termini di ottimizzazione dei flussi di traffico.
Marco Doria, sindaco di Genova dal 2012 al 2017 sostenuto da Sinistra Ecologia Libertà, nel 2016 mise in discussione l’utilità dell’opera – “Un’opera che non è mai partita, a un po’ di anni dalla sua progettazione può essere invecchiata – e in quell’occasione fu proprio il Movimento 5 Stelle a tornare all’attacco, ribadendo quanto M5S dicesse da tempo quando fosse inutile quell’opera. Alice Salvatore, portavoce di M5S per la Liguria, dichiarò:
Come un pugile suonato, il sindaco Doria prende atto a distanza di 5 anni di come la Gronda sia un progetto inutile, dannoso e non necessario, come il Movimento 5 Stelle ripete da sempre. È l’ennesimo voltafaccia di un sindaco che ormai la faccia l’ha persa davanti ai cittadini. Nel 2012 era stato eletto a Tursi grazie anche ai voti dei contrari alla Gronda, salvo tradirli platealmente votando a favore dell’opera. Oggi arriva, come un fulmine a ciel sereno, l’improvvisa quanto tardiva retromarcia, agli sgoccioli di un mandato fallimentare. Caro Doria, ora è troppo tardi. Avrebbe dovuto pensarci prima, in aula, quando aveva davvero la possibilità di fare gli interessi dei cittadini. Le parole le porta via il vento, ma i genovesi non dimenticano.
Se il Movimento 5 Stelle si è sempre detto fortemente contrario all’opera – “A noi Autostrade, in quest’aula, ha detto che per altri 100 anni può stare in piedi…” – tra i sostenitori c’erano il Partito Democratico e Forza Italia. Dopo il dietrofront del sindaco Doria, la capogruppo del Pd in Regione Liguria Raffaella Paita dichiarò:
Quest’infrastruttura serviva cinque anni fa, serve oggi e servirà per il futuro della città. Non possiamo rinunciare a un’opera così importante per la crescita di Genova e della Liguria.
Giovanni Toti, attuale presidente della Liguria, in quelle stesse ore dichiarò:
Avere rinviato ogni decisione sulla realizzazione della cosiddetta Gronda autostradale di quasi vent’anni è frutto di una serie grave di errori e omissioni da parte delle amministrazioni che si sono succedute in questi anni. Anzi, mi verrebbe da affermare che certi ritardi sfiorano ormai il dolo. L’opera non solo è importante, ma è necessaria.
Dopo vent’anni, lo scorso settembre era finalmente arrivata l’approvazione definitiva, ma pochi giorni fa il nuovo Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli aveva rimesso in discussione l’utilità dell’opera e l’aveva inserita nei progetti da rivedere o cancellare, insieme alla TAV Torino-Lione. Oggi, dopo la tragedia di ieri, la costruzione di quest’opera diventa più importante che mai.