Lexus LFA e Gamma Lexus 2011: primo contatto
Il cuore in gola, le farfalle nello stomaco, le gambe molli. Sintomi inconfondibili del colpo di fulmine. La Lexus LFA è una botta di emozioni che ti travolge come poche, pochissime altre supercar odierne sanno fare. La fuoriserie del marchio giapponese, che abbiamo avuto il vero e proprio privilegio di assaggiare su strada, ci mette
Il cuore in gola, le farfalle nello stomaco, le gambe molli. Sintomi inconfondibili del colpo di fulmine. La Lexus LFA è una botta di emozioni che ti travolge come poche, pochissime altre supercar odierne sanno fare. La fuoriserie del marchio giapponese, che abbiamo avuto il vero e proprio privilegio di assaggiare su strada, ci mette poco a lasciarti di sasso, ma tantissimo ad uscire dai tuoi ricordi.
Indelebile come le esperienze più forti, la LFA punta tutto sul fattore emotivo e sulla sua esclusività. Solo 500 (tutte già vendute) ne saranno prodotte. E solamente tre esemplari di pre-serie in tutto il mondo sono destinati alle prove della stampa. La vettura che abbiamo avuto per le mani in questi giorni nella cornice di Forte dei Marmi, è l’unica a disposizione dei giornalisti europei. Mai prima d’ora una LFA era arrivata in Italia.
Il marchio Lexus, naturalmente, non è riassumibile nella pur maiuscola LFA. I suoi valori sono molteplici e si esprimono nei vari prodotti che ne compongono la Gamma 2011, tutti presenti al nostro incontro con la casa in Versilia. Noi ne abbiamo provati due oltre alla supercar: la IS-F e la IS 250C.
Lexus LFA, Lexus IS-F e Lexus IS 250C
Lexus LFA
Eccessiva, nipponica, senza compromessi: queste le impressioni che la carrozzeria della LFA ti trasmette al primo sguardo. Trionfo della cura per il dettaglio e la perfezione costruttiva, la V10 del Sol Levante è la somma dei piccoli capolavori che sono le sue componenti. Dalle prese d’aria ricavate nelle fiancate ai tre terminali di scarico, passando per il suo strabiliante abitacolo, la LFA rappresenta qualcosa di inconfondibile nel panorama mondiale delle supercar.
I materiali utilizzati per gli interni e la loro finitura trovano pochi paragoni in questo senso. Ogni singolo elemento, ogni comando, ogni selettore (per non parlare del quadro strumenti…) è stato disegnato con una ricerca del massimo risultato che è tipica di certe manifestazioni della mentalità giapponese. La fibra di carbonio, il bellissimo alluminio brunito e la pelle si combinano in un insieme che è sintesi esemplare di design e tecnologia.
La stessa estrema cura è stata riversata nella progettazione del telaio in plastica rinforzata con fibra di carbonio (CFRP), materiale che costituisce il 65% del peso totale della vettura. La struttura in fibra, va sottolineato, è realizzata completamente da Toyota. Ed è uno scheletro assolutamente all’altezza dei muscoli che sa sfoderare il motore, un 4.8 V10 da 560 CV a 9000 giri che rappresenta senza ombra di dubbio un capolavoro assoluto.
L’unità eroga 480 Nm di coppia a 6800 giri, dispone del VVT-i (Variable Valve Timing) sia sull’aspirazione che sullo scarico, e vanta soluzioni tecnologiche notevoli, quali gli iniettori a 12 fori ad alta portata, che contribuiscono a garantire il 90% della coppia massima da 3700 fino a 9000 giri. Lexus dichiara uno 0-100 da 3,7 s e una velocità massima di 325 km/h, e soprattutto tiene a sottolineare che la caratterizzazione sonora del dieci cilindri, così esaltante, è frutto di uno studio accuratissimo e di un lavoro meticoloso, mirato ad ottenere un risultato in grado di ricordare quello di una monoposto di formula.
L’esplosività del plurifrazionato viene gestita da una trasmissione sequenziale a sei rapporti creata specificamente per quest’impiego, abbinata ad un differenziale a slittamento limitato e posizionata sull’asse posteriore per ottenere un bilanciamento delle masse ottimale, corrispondente a un rapporto 48:52 tra i due assi. Il cambio ASG assicura passaggi di marcia in 0″2 secondi.
La LFA può essere settata su quattro diverse modalità di guida: Auto, Sport, Normal e Wet, con le quali si può intervenire fra l’altro sulle sospensioni in alluminio, il cui schema prevede doppi triangoli all’anteriore e un multilink al posteriore. Il loro carattere si è forgiato sul Nürburgring ed è stato sviluppato ovviamente con l’unico obiettivo delle massime performance dinamiche. L’impianto frenante della LFA è in materiale carboceramico, mentre il suo cX è pari a 0,31.
Il piatto forte della supercoupé Lexus è naturalmente il motore. Ed è in particolare la sua voce a scandire i tempi dell’esperienza di guida. Cupa in basso, sale di ottave che è un piacere unico: progressivamente il suo registro si sposta verso note alte, altissime, riconoscibili tra un milione in un crescendo esaltante. E ti spara nel sistema nervoso un mix di stupore e timore reverenziale per il suo allungo apparentemente infinito.
Riuscire a tirare le sue marce fino al limitatore è impresa quasi criminale sulle strade aperte al traffico. L’LFA è un animale da pista di quelli più puri, che chiede solo di restare senza guinzaglio a sfogarsi sul suo terreno d’elezione. Tanto più che le prestazioni di cui è capace non sono “contenibili” dal pubblico nastro d’asfalto: l’accelerazione è semplicemente fuori scala, e il carattere stesso del V10, fulmineo nel salire e scendere di giri, conferma la natura quasi agonistica della vettura.
Le medesime impressioni di impostazione specialistica si hanno dallo sterzo, una sorta di strumento chirurgico che fa il paio con il millimetrico comando dell’acceleratore. Il volante trasmette tutte le più piccole irregolarità del fondo stradale e obbliga ad una guida fatta di continue piccole correzioni, mai rilassata o noiosa, ma al contrario sempre da controllare e affrontare in maniera vigile.
No, la LFA non è uno di quegli oggetti velocissimi capaci di affrontare un po’ tutte le situazioni. Quando lotta contro sé stesso, con il controllo di trazione impegnato ad arginare la violenza del suo motore in prima, in seconda e in terza, questo cavallo pazzo da 375.000 euro ti lascia afferrare per un attimo il suo carattere fiero, selvaggio e ribelle, che solo in pochi sapranno domare al limite.
Lexus IS-F
Salire sulla IS-F dopo esserti preso una sbronza di queste proporzioni rischia di essere destabilizzante. Fa quasi sorridere, ma devi ripetertelo che stai per guidare una di quelle auto che normalmente sogni a occhi aperti. Separata alla nascita dalle altre IS non solo per il suo poderoso 5.0 V8, la capostipite delle Lexus sportive contraddistinte dalla lettera F adotta freni e ammortizzatori specifici, molle irrigidite, barre antirollio maggiorate e differenziale autobloccante. Il tutto per garantire un piacere di guida all’altezza delle tostissime concorrenti tedesche.
L’otto cilindri (Euro 5) della IS-F eroga 423 CV a 7000 giri e 500 Nm a 5200 giri, consentendo alla vettura di raggiungere i 100 da fermo in 4,8 s e di toccare i 270 km/h di velocità autolimitata. Ad assecondarlo ci pensa lo Sports Direct Shift, un automatico otto marce con funzione sequenziale in grado di cambiare rapporto in 0″1 secondi.
Su strada, la IS-F si rivela una vettura dall’equilibrio ammirevole, un buonissimo compromesso tra la precisione e l’efficacia nella guida impegnata e un comfort che non è certo da buttare, vista l’impostazione complessiva dell’auto. Molto particolare il carattere del cinque litri che abita il cofano dell’IS-F: il generoso plurifrazionato ha due caratteri chiaramente distinti l’uno dall’altro.
Se fino ai 4000 giri la sua presenza è avvertibile nei termini di un rombo sommesso e di una spinta consistente, ma mai troppo incisiva da compromettere il comfort alle andature ridotte, è da quel regime che il V8 si trasforma nel suo fratello bastardo. Superata la fatidica soglia, il motore cambia voce, prendendo a gorgogliare in maniera rabbiosa, e la cattiveria che ha in corpo viene fuori in tutto il suo splendore.
Assecondata dal riuscito cambio automatico, in grado di funzionare benissimo anche nella guida sportiva, l’unità scaraventa la IS-F da una curva all’altra con quella impagabile foga che solo un mostro da 400 CV sa garantire. Lo spasso insomma, è assicurato. Sempre a patto di trovare abbastanza strada libera davanti, dal momento che anche nel caso della superberlina Lexus i limiti imposti dal traffico arrivano molto prima di quelli del propulsore…
Elastica, disponibile, e sempre incline al gioco, la IS-F -che sul mercato italiano è proposta a partire da 73.100 euro-, asseconda il pilota con una generosità appagante e una precisione assolutamente notevole in tutte le condizioni. Ma il meglio di sé lo dà in modalità Sport, quando lo sterzo si fa più affilato e il telaio tende i muscoli, pronto per il prossimo giro sulle montagne russe.
Lexus IS 250C
Cambiando completamente registro, la nostra giornata di full immersion nella gamma Lexus si è conclusa con l’incontro con la IS 250C. Che ovviamente, non poteva non concretizzarsi nella maniera più consona alla coupé-cabrio di casa: lo “struscio” sul lungomare. Ci mette poco la scoperta a farti capire che le curve e le controcurve delle stradine che si inerpicano sulle Alpi Apuane non sono il suo forte. Decisamente meglio dedicarsi con lei ad attività meno impegnative e più rilassanti.
La IS 250C è equipaggiata con il solo 2.5 V6 ad iniezione diretta da 208 CV, abbinato ad una trasmissione automatica a 6 marce con paddles al volante. Le prestazioni non sono certo da supercar (0-100 km/h in 9 secondi e 210 km/h di velocità massima), e infatti non è nel piacere di guida inteso in senso sportivo che va ricercato il senso di questa vettura, in grado di trasformarsi da coupé in cabrio in 20 secondi.
L’indole della IS 250C è quella di una compagna di passeggiate estremamente confortevole, rifinita e curata come ogni Lexus deve essere. Il suo sei cilindri ha un buono spunto, ma non è fatto per lasciarsi tirare il collo. La colonna sonora non stupisce per via di un’insonorizzazione molto (troppo?) scrupolosa, e i 200 cavalli hanno il loro bel da fare per spostare la mole della vettura con brio. La spinta del V6 è omogenea e pastosa, ma certo non basta a far venire i brividi sulla schiena.
La caratterizzazione che gli ingegneri hanno inteso conferire alla cabrio nipponica emerge così con evidenza, come si diceva poc’anzi, e si riflette nell’indole del cambio, un tranquillo, tradizionale automatico, e dello sterzo, che non presenta particolari doti di prontezza. La gamma di questa proposta Lexus, tutta giocata su sensazioni morbide, rilassanti e concentrate sulla qualità della vita a bordo, è costituita dalle due alternative dell’allestimento base, proposto a 52.900 euro, e del Luxury, che si attesta invece sui 57.900 euro.