Dacia Duster: il test di Autoblog
Lanciata l’anno scorso e a tutt’oggi senza rivali con caratteristiche paragonabili, la Dacia Duster ha rappresentato per la casa rumena controllata da Renault un vero e proprio passaporto per i mercati dell’Europa occidentale. La realizzazione di un SUV compatto è stato per il costruttore una sorta di esame di maturità, una verifica “tosta” su un
Lanciata l’anno scorso e a tutt’oggi senza rivali con caratteristiche paragonabili, la Dacia Duster ha rappresentato per la casa rumena controllata da Renault un vero e proprio passaporto per i mercati dell’Europa occidentale. La realizzazione di un SUV compatto è stato per il costruttore una sorta di esame di maturità, una verifica “tosta” su un tema delicato, quello di un modello che doveva dire la sua in un segmento di gran tendenza negli ultimi anni.
E a giudicare dai dati di vendita, Dacia pare aver centrato l’obiettivo. La Duster, che abbiamo provato in lungo e in largo nelle scorse settimane, è un prodotto che non nasconde la sua natura di vettura low cost, ma che al contrario la rende un pregio. Priva di alcuni “plus” dei modelli più moderni e di qualche attenzione in termini di finitura, la sport utility dell’est bada soprattutto alla concretezza, ad offrire un pacchetto appetibile per chi dall’auto non pretende altro che razionalità.
Stile rassicurante e senza particolari colpi di testa, meccanica di stretta derivazione Renault-Nissan, dimensioni compatte e tanta praticità. Questa è la formula che ha avvicinato il pubblico alla Duster. Oltre ovviamente ai suoi costi d’acquisto e di gestione, il vero punto di forza del modello Dacia. Venite a scoprirlo con noi nel dettaglio.
Estetica e interni
La Duster, come le altre Dacia del resto, non si fa certo notare per linee particolarmente emozionali, concentrandosi al contrario su stilemi che trasmettano in primo luogo una rassicurante sensazione di robustezza e semplicità. Lo scopo dei modelli di casa non è quello di colpire il cliente al primo sguardo, ma soprattutto di rassicurarlo. A sottolinearlo ci ha pensato di recente anche Laurens van den Acker, il designer che sta orchestrando la “rinascita” del design Renault, che per troppi anni aveva perso la bussola.
Il creativo olandese, che intende dare più brio alle future francesi, continua a parlare di “robustezza” come parola chiave per il design dei modelli Dacia che verranno. E questo approccio “essenzialista” si riscontra anche negli interni, dove di concessioni al lusso non ce n’è nemmeno l’ombra. Tutto è così razionale da far sembrare l’insieme quasi dimesso. Ma la Duster non sarebbe stata lei se avesse avuto una caratterizzazione diversa. E soprattutto il suo prezzo sarebbe stato certamente superiore.
Telaio
Ulteriore conferma del carattere “solido” della Duster e della sua impostazione pronta a soddisfare esigenze molto pragmatiche, sono le caratteristiche del suo telaio. Che anche nella versione a due ruote motrici provata da noi è sembrato davvero pronto a tutto. La Duster, in fuori strada, è sicuramente più a suo agio rispetto a tanti altri SUV compatti e medi.
Il sottoscocca rinforzato, l’altezza da terra di ben 210 mm, gli sbalzi corti (822 mm davanti, 820 dietro) e gli angoli caratteristici pari a 30° e 36° (attacco e uscita rispettivamente) la dicono lunga sulle possibilità che la vettura ha sui percorsi offroad. Senza contare che il peso della Duster la posiziona ai vertici del suo segmento con i 1160 kg a secco della 4×2 più leggera e i 1250 del suo corrispettivo 4×4.
Le sospensioni anteriori hanno l’architettura pseudo-MacPherson a bracci triangolari ripresa da Logan e Sandero, e sono state rinforzate proprio per l’uso in fuoristrada.
Il retrotreno della 4×4 è un multilink specificamente sviluppato per la Duster, mentre la 4×2 monta un assale posteriore ad H a profilo deformabile e geometria programmata che peraltro contribuisce a lasciare più spazio per i bagagli.
Il modello a trazione integrale fa affidamento su un sistema di tipo inseribile di stretta derivazione Nissan, che ha tre modalità di funzionamento. In modalità Auto, la ripartizione della coppia tra avantreno e retrotreno avviene automaticamente in funzione delle condizioni di aderenza. Questa modalità è stata progettata per garantire un compromesso ideale tra tenuta di strada e motricità.
In condizioni normali, la coppia è trasmessa esclusivamente alle ruote anteriori, mentre in caso di perdita di motricità, una parte della coppia viene trasferita al retrotreno grazie a un giunto elettromagnetico di origine Nissan. In modalità Lock, il conducente blocca elettronicamente la trasmissione 4×4. Con questa modalità, la gestione elettronica del motore e della frenata è adattata ad un utilizzo su fondi offroad difficili, come fango, terra o sabbia.
In modalità 2WD infine, la trasmissione è bloccata in configurazione due ruote motrici, che naturalmente consente di ridurre il consumo di carburante e, di conseguenza, le emissioni di CO2.
Motore e Cambio
La Duster è disponibile, con un 1.6 benzina da 110 CV e due diesel 1.5 dCi, da 90 o 110 CV, unità più che collaudate in virtù dell’impiego su numerosi modelli Renault-Nissan e soprattutto economiche da gestire, robuste e facili da mantenere. L’unità a benzina eroga la sua potenza massima a 5750 giri e la coppia massima -di 148 Nm- a 3750 giri, consumando 7,5 l/100 km nella variante a trazione anteriore e 8,0 l/100 km sull’integrale.
Il diesel da 90 CV eroga la potenza massima a 3750 giri ed offre a 1750 giri 200 Nm di coppia. I suoi valori di consumi ed emissioni ammontano a 5,0 o 5,3 l/100 km e a 130 o 139 g/km di CO2, a seconda che si scelga la versione 4×2 o la 4×4. L’unità da 110 CV eroga la potenza massima a 4000 giri ed offre 240 Nm a 1750, consumando 5,3 o 5,6 l/100 km di gasolio, ed emettendo 139 o 145 g/km di CO2, sempre in base al sistema di trazione.
La Duster è equipaggiata con la nuova trasmissione TL8 a 6 rapporti, con il primo rapporto particolarmente corto (5,79 km/h per 1000 g/min) che consente di avanzare a velocità molto ridotta su terreni accidentati e migliora le partenze sotto carico o con forte pendenza. Questa soluzione semplice, efficace ed economica, è stata preferita per rispondere alle aspettative dei clienti di Dacia Duster.
La trasmissione TL8 offre un rendimento ottimizzato grazie all’architettura del cambio, all’utilizzo di un unico gruppo di trasmissione -scelta che limita il numero di ingranaggi e pignoni- e all’impiego di un lubrificante a bassa viscosità che limita gli attriti interni. Il cambio ha inoltre ingombri contenuti: la scatola e il modulo di rinvio sono affiancati per non togliere spazio all’abitacolo e preservare l’abitabilità, riducendo al contempo il peso del componente.
La trasmissione infine, deriva dalla TL4, impiegata su moltissimi modelli Renault-Nissan. Proprio grazie ai suoi volumi di produzione il costo industriale di questo cambio è particolarmente contenuto.
Su strada
Nella guida su strada, la Duster mette in luce un ottimo comportamento dinamico, che unisce buone doti di tenuta di strada ad un elevato comfort. Il merito va alla capacità di assorbimento delle asperità donata dalle sospensioni a corsa lunga, che si rivelano peraltro molto ben tarate. Lodevole per la grande la capacità di carico, forse anche superiore a quanto le sue dimensioni tutto sommato contenute lascino presagire, la Duster si lascia condurre senza fatica, anche per la generosità del suo propulsore a gasolio, nel nostro caso il 1.5 dCi da 90 CV.
Seppure un po’ ruvido, il quattro cilindri diesel fa il suo lavoro sin dai bassi regimi: raggiunta la soglia d’ingresso del turbo, la spinta c’è sempre e la Duster dimostra di avere un “fiato” più che sufficiente per tutte le situazioni della guida su strada. Anche la risposta dello sterzo è risultata buona, mentre i freni, comunque reattivi in condizioni normali, non amano le sollecitazioni intense e prolungate. Il suo comportamento “naturale” è tendenzialmente sottosterzante, ma i trasferimenti di carico aiutano a tenere “in linea” la vettura, anche quando l’andatura si fa più veloce.
In fuoristrada
La Duster, come si diceva in precedenza, sa stupire già al primo approccio per il suo comportamento in fuoristrada. Il retrotreno, piuttosto leggero nei movimenti, aiuta parecchio in fase di inserimento perdendo progressivamente aderenza. La vettura si rivela veloce in traiettoria e capace di ottime percorrenze di curva sui fondi leggeri. La capacità di assorbimento delle asperità rimane buona anche fuori dal nastro d’asfalto, e anche la trazione della due ruote motrici è valida fin quando non ci si ritrova su fondi molto viscidi. Dove diventa irrinunciabile la versione 4×4.
Lo sterzo risulta un po’ troppo “morbido”, e nei tratti più tecnici non è rapidissimo in fase di riallineamento. Va detto comunque che il comando sa garantire una buona manovrabilità e trasmette una discreta sensibilità al pilota. Sia su strada che in fuoristrada si scopre poi un ESP niente affatto invasivo, che lascia guidare l’auto senza forti correzioni e rimettendo nelle mani di chi è al volante gran parte delle decisioni su “dove mettere le ruote”.
Prezzi
La gamma italiana della Dacia Duster è offerta con listini che partono dagli 11.900 euro richiesti per la 1.6 110 CV 4×2 in allestimento base e arrivano a 18.000 euro per la 1.5 dCi 110 CV 4×4 in allestimento Lauréate. Il diesel da 90 CV è disponibile a 14.300 euro, cifra che si riferisce alla versione 4×2 in allestimento Ambiance (la 1.5 dCi 90 CV 4×2 Lauréate che abbiamo provato è invece disponibile a 15.500 euro), mentre la gamma del 110 CV parte dai 16.000 euro della 4×2 Lauréate.
Pregi e difetti
Piace
Autotelaio solido ed efficace
Rapporto qualità prezzo da primato
Consumi contenuti
Funzionalità e capcità di carico
Comportamento dinamico
Taratura sospensioni
Non piace
Potenza frenante migliorabile
Finitura interni inevitabilmente limitata