Fiat Freemont: il target di vendite è 40.000 unità l’anno
Sono decisamente ambiziosi gli obiettivi di vendita Fiat per la Freemont, la nuova ammiraglia assemblata in Messico: la casa italiana vuole consegnarne 40.000 ogni anno; 20.000 in Italia ed altrettanti nel resto d’Europa. Ad auspicare tali numeri è stato lo stesso Andrea Formica, capo vendite e marketing della casa italiana. La produzione inizierà a pieno
Sono decisamente ambiziosi gli obiettivi di vendita Fiat per la Freemont, la nuova ammiraglia assemblata in Messico: la casa italiana vuole consegnarne 40.000 ogni anno; 20.000 in Italia ed altrettanti nel resto d’Europa. Ad auspicare tali numeri è stato lo stesso Andrea Formica, capo vendite e marketing della casa italiana. La produzione inizierà a pieno regime in estate nello stabilimento di Toluca. Il prezzo d’attacco dovrebbe essere attorno ai 25.000 euro.
Il target commerciale suddetto non sembra irraggiungibile: la sfortunata Croma, uscita di produzione solo pochi mesi fa, è riuscita a vendere anche 65.000 unità l’anno nel corso della sua breve carriera; e non era certo un capolavoro di design. Per giunta ha “peccato” di aver riesumato il glorioso nome della storica ammiraglia Fiat senza che vi fosse una reale continuità con quest’ultima. Decisione che ha fatto storcere il naso a molti nel 2005. La Freemont arriva in un contesto commerciale assai diverso: gli strascichi della crisi economica ancora si sentono; e c’è un pubblico sempre più “preparato” in materia di automotive che conosce benissimo il DNA della vettura. E questo dato è presente anche a Formica che, in una recente intervista su Quattroruote ha affermato: “Non tentiamo di nascondere le sue origini americane, né del resto le vogliamo sottolineare come strumento di marketing”.
La piattaforma condivisa con una statunitense? Crediamo che non sarà certamente determinante nell’influenzare le vendite dell’auto: anche le precedenti ammiraglie del Lingotto condividevano i pianali con altri costruttori più e meno famosi. Inoltre, pur non brillando per originalità, lo stile della Freemont appare concreto e discreto. Probabilmente più in linea con gli attuali gusti europei di quanto non fosse quello della Croma del 2005. Il design rimane tuttavia l’elemento più discusso dato che non fa proprio nulla per differenziarsi da quello della sua gemella a stelle e strisce. Un difetto che ha investito quasi tutta la nuova gamma Lancia non con poche critiche accusanti di “snaturalizzazione”. Se non altro non si è caduti in inutili tentativi di “buggerare” il cliente come nel caso di qualche gruppo tedesco (leggi Audi A4 B7 –> Seat Exeo).
Gli assi nella manica dell’italo-americana sono altri: la Freemont, a detta di Fiat, non è un Suv e neppure una monovolume, ma una macchina che il costruttore cerca di “rendere interessante per la platea più vasta possibile”. Sicuramente appare molto versatile: i suoi 7 posti, la modularità e la possibilità di avere la trazione integrale la rendono assai più completa e sfaccettata della Croma del 2005.
Senza dimenticare il rigenerato valore del brand stesso: a partire da Grande Punto, passando per Bravo e 500 la casa italiana ha certamente riguadagnato stima agli occhi del pubblico italiano e straniero. E sul piano internazionale il biglietto da visita del marchio è la precisione con la quale si è affrontato e si sta affrontando la questione Chrysler. Un prestigio crescente che pian piano sta smacchiando quello storico “ Fix It Again Tony” dalla fedina dell’azienda e che potrebbe spingere le vendite della Freemont in tutta Europa; anche oltre le 40.000 unità annue auspicate. Tutto questo in un periodo in cui il fenomeno “voglio l’auto alta” non sembra affatto concluso.