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Fiat: accordo raggiunto per Mirafiori, investimenti per un miliardo. No della FIOM. Tutti i punti dell’intesa

Fiat ha raggiunto ieri l’accordo con i sindacati per lo stabilimento di Mirafiori. La FIOM, come ampiamente preannunciato, non ha firmato l’intesa con l’azienda: dopo Pomigliano, ha dunque preso forma il secondo accordo separato nell’ambito del processo di riassetto degli stabilimenti italiani Fiat che va sotto il nome di Fabbrica Italia.Naturalmente di segno opposto le


Fiat ha raggiunto ieri l’accordo con i sindacati per lo stabilimento di Mirafiori. La FIOM, come ampiamente preannunciato, non ha firmato l’intesa con l’azienda: dopo Pomigliano, ha dunque preso forma il secondo accordo separato nell’ambito del processo di riassetto degli stabilimenti italiani Fiat che va sotto il nome di Fabbrica Italia.

Naturalmente di segno opposto le primissime reazioni alla notizia: se da un lato la FIOM ha parlato con Landini e Airaudo di “accordo vergognoso”, d’altro canto Marchionne lo ha descritto come un’intesa dalla portata storica: “È un gran bel momento per tutti quelli che hanno faticato per raggiungere un’intesa, ma soprattutto per i lavoratori e per il futuro dello stabilimento”.

L’ad, come riportato dalle agenzie subito dopo la firma, ha affermato che intende ora accelerare i tempi per investire il miliardo di euro annunciato nelle scorse settimane per il rilancio dell’impianto torinese. Come si legge sul Corriere della Sera, Marchionne ha definito Mirafiori “il simbolo della Fiat” e lo stabilimento “che custodisce la storia dell’automobile italiana”.

“Grazie all’accordo di oggi” ha proseguito Marchionne “Mirafiori potrà compiere un salto di qualità e farsi apprezzare a livello internazionale, diventando un esempio unico in Italia di impegno condiviso da un costruttore di automobili estero, come la Chrysler”. Ma quali sono i prossimi passi per l’entrata in vigore dell’accordo?

Nel mese di gennaio, il testo dell’accordo verrà sottoposto all’approvazione dei lavoratori, che saranno chiamati ad esprimersi in un referendum, come è avvenuto a Pomigliano. Una decisione, quella richiesta ai dipendenti, che avverrà in un clima di illegittimità, denuncia la FIOM, in quanto di fatto verrà loro chiesto di rinunciare ai propri diritti per mantenere l’occupazione.

Su questa posizione, Marchionne ha dichiarato che avrebbe preferito “una condivisione del progetto da parte di tutti i sindacati”, aggiungendo: “Il contratto collettivo specifico per la joint venture che consentirà il passaggio dei lavoratori alla nuova società Fiat-Chrysler è una grande opportunità ed è il miglior regalo di Natale che potessimo fare alle nostre persone”.

Come ha riportato Reuters, la FISMIC (sigla sindacale che insieme alla UILM e alla FIM ha firmato l’accordo) prevede che la consultazione in fabbrica potrebbe avere luogo subito dopo la fine delle festività natalizie, precisamente il 10 gennaio, afferma Il Giornale. Nei giorni scorsi, Marchionne ha ribadito in merito al referendum che qualora i sì non dovessero raggiungere il 50%, Fiat si tirerà indietro, rinuncerà agli investimenti e abbandonerà il piano.

Dal punto di vista del prodotto, dei modelli che nasceranno nella nuova Mirafiori insomma, cosa ci dobbiamo attendere? A seguito degli investimenti in programma (complessivamente un miliardo di euro, si diceva), la fabbrica sfornerà 250.000-280.000 auto l’anno. Di cosa si tratterà? Vetture di alta gamma e SUV con i marchi Jeep e Alfa Romeo.

Come si va preannunciando già da qualche tempo, la new company Fiat-Chrysler che riassumerà gli attuali dipendenti di Mirafiori, non aderirà a Confindustria e sarà perciò libera di stilare un contratto specifico, non vincolato ai dettami del nazionale metalmeccanici. Il contratto della newco modificherà inoltre le norme sulle rappresentanze sindacali, consentendo la partecipazione soltanto alle organizzazioni firmatarie e quindi escludendo la FIOM.

“Un’assenza non certo di poco conto”, osserva Il Sole 24 Ore, motivata non solo per il rifiuto delle richieste avanzate dal sindacato, ma anche perché a detta dell’organizzazione, il testo dell’accordo è addirittura peggiorato rispetto a 20 giorni fa. Parere su cui le sigle sindacali si dividono, come del resto sulle questioni della pausa mensa (sarà mantenuta nel turno fino a che la joint venture non andrà a regime) e dell’assenteismo.

Al di là delle polemiche, i dipendenti di Mirafiori riceveranno comunque 32,50 euro di compensazione mensile per l’abolizione della pausa di 10 minuti ed un aumento lordo di quasi 4000 euro l’anno per via dell’aumento dei turni. Lo spinoso capitolo delle assenze è stato risolto così: salvaguardia dei malati reali e intervento volto a colpire gli assenteisti, al fine di tutelare coloro che hanno assiduità e puntualità nella prestazione. Va ricordato infatti che per raggiungere il volume target di 280.000 auto l’anno, a Mirafiori si lavorerà per 24 ore al giorno e per sei giorni a settimana.

Nel bene o nel male, a seconda dei punti di vista, l’accordo di Mirafiori è davvero qualcosa di assolutamente nuovo in Italia: l’unità sindacale, ormai da tempo in discussione, pare ormai poco più che un ricordo, e ora anche il “dogma” della contrattazione collettiva viene messo in dubbio con le manovre di questi giorni. Ecco tutti i punti dell’accordo, come efficacemente riassunti dall’Agenzia Multimediale Italiana.

I PUNTI SALIENTI DELL’ACCORDO

Investimenti

Sono 10 i punti dell’accordo su Mirafiori. Innanzitutto la creazione di una newco e la promessa di un investimento da un miliardo. Ciò sarà reso possibile dalla joint venture tra Fiat e Chrysler. Questo dovrebbe rendere possibile la produzione di 280mila vetture l’anno, principalmente Suv Chrysler e Alfa Romeo.

Rappresentanza

Ci sarà il ritorno delle RSA (rappresentanze sindacali aziendali) al posto delle RSU. In questa maniera la FIOM, che non ha sottoscritto l’accordo, viene esclusa dall’attività sindacale in fabbrica.

Orario e turni

Per quanto riguarda condizioni di lavoro e organizzazione della produzione, è previsto la sfruttamento degli impianti su sei giorni lavorativi. L’orario di lavoro sarà di 40 ore settimanali e i turni avvicendati.

Reddito

In cambio dovrebbe registrarsi un aumento del reddito operaio di circa 3700 euro lordi per l’aumento dei turni. Se si vuole fare anche un turno supplementare (il 18°) questo verrà pagato solo con lo straordinario.

Pause

Un altro punto oggetto di trattativa è stato quello che riguarda le pause. Per il momento la pausa per la mensa nel turno rimane ma al momento dell’applicazione della joint venture verrà rimessa in discussione. Ci sarà poi la compensazione di oltre 32 euro mensili per l’assorbimento della pausa di 10 minuti, resa possibile dal minore affaticamento del lavoro con l’introduzione della nuova ergonomia.

Norme contro l’assenteismo

Ci sono poi norme contro l’assenteismo e la promessa del mantenimento di tutti i diritti individuali oggi esistenti e il loro miglioramento attraverso la prossima stesura di un Contratto Collettivo su molti punti migliorativo del CCNL Metalmeccanici (scatti di anzianità, paga base, premio di risultato, ecc.).

La sostituzione delle RSU con le nuove RSA è stato uno dei punti più delicati della trattativa: è chiaro che Fiat vuole evitare tramite l’esclusione della FIOM il rischio di rallentamenti della produzione e di iniziative come quelle che nei mesi scorsi hanno condotto alla vicenda dei tre operai di Melfi. La newco , non applicando il contratto nazionale e non aderendo a Confindustria, si svincola dall’applicazione delle regole dell’accordo tra governo, Confindustria e sindacati del 23 luglio 1993 che prevede le RSU (rappresentanze sindacali unitarie), aperte a firmatari e non.

Come spiegato dal giuslavorista del PD Pietro Ichino al Sole, “le RSU si basavano su una sostanziale unità d’azione tra le organizzazioni sindacali. Venuta meno questa, si stanno diffondendo di nuovo le RSA”. Un cambiamento che permetterà a Fiat di lavorare in maniera indipendente dal CCNL metalmeccanici in materia di straordinari, pause, assenteismo, clausola di responsabilità e organizzazione del lavoro.

L’uscita della newco di Mirafiori da Confindustria, è comunque solo temporanea, come del resto aveva anticipato Emma Marcegaglia a New York nei giorni scorsi: il 24 gennaio Federmeccanica e sindacati si incontreranno per creare una disciplina dedicata al settore auto. Quando questa sarà realizzata, la newco potrà rientrare in Confindustria.

A prescindere da questo tavolo di discussione, le nuove regole previste per Mirafiori entreranno in vigore in maniera graduale a partire dal prossimo mese di aprile. I nuovi modelli Jeep e Alfa nasceranno nello stabilimento solo nella seconda metà del 2012. Fino a quel momento i dipendenti vivranno un periodo di cassa integrazione straordinaria a rotazione, e in contemporanea dovranno affrontare i necessari corsi di formazione e aggiornamento.

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