Mini Countryman: la nostra prova su strada
Abbiamo provato la Mini Countryman sulle strade del Trentino Alto Adige, attraverso i passi Gardena, Campolongo, Pordoi e Sella. Il quarto modello del marchio apre un nuovo capitolo e lancia l’idea di una crossover compatta di categoria premium, qualcosa che secondo Mini mancava nel panorama automobilistico attuale. E’ la prima Mini con 4 porte e
Abbiamo provato la Mini Countryman sulle strade del Trentino Alto Adige, attraverso i passi Gardena, Campolongo, Pordoi e Sella. Il quarto modello del marchio apre un nuovo capitolo e lancia l’idea di una crossover compatta di categoria premium, qualcosa che secondo Mini mancava nel panorama automobilistico attuale. E’ la prima Mini con 4 porte e lunga oltre 4 metri (4,09 0 4,11 in base alle versioni), è la prima a proporre la trazione integrale nelle versioni ALL4 e può ospitare 4 o 5 persone, in base alla configurazione scelta.
Rispetto alla Clubman, prima interpretazione wagon della Mini hatch, la Countryman aggiunge una grossa dose di praticità, grazie alle portiere ed al portellone convenzionali ed allo spazio ora riservato a persone e bagagli nella zona posteriore. Secondo i responsabili della casa, molti clienti sceglieranno Countryman dopo aver posseduto altre Mini, magari dopo aver allargato il proprio nucleo familiare, alla ricerca di una Sport Activity Vehicle (SAV) che non perda di visto la spirito originale delle altre versioni.
Un design di compromesso senza dimenticare gli stilemi Mini
La Countryman non passa inosservata, questo è certo. Al primo colpo d’occhio potrebbe sembrare semplicemente una Mini “gonfiata” in tutte le direzioni, ma il suo aspetto è il risultato di un complesso mix di stilemi di design ed esigenze tecniche e di sicurezza. Durante la prova abbiamo avuto modo di parlare con Gert Hildebrand, responsabile del design Mini, che ha raccontato la genesi della Countryman. Gli studi, iniziati nel 2006, hanno dovuto tenere conto delle nuove norme sui crash test ed allo stesso tempo della necessità di mantenere intatti gli stilemi di base del design Mini.
Ecco allora che il muso così prominente ed alto diventa necessario per ottemperare ai crash test dei pedoni, mentre la fiancata muscolosa e dominata dai gruppi ruota e passaruota aggiuntivi in plastica trasmette un senso di stabilità e sicurezza, necessario per un modello crossover. Persino l’altezza di 1,55 mentri è il risultato di un compromesso: è l’altezza massima che i clienti Giapponesi possono permettersi per usare i parcheggi automatizzati dei grossi centri cittadini. La Countryman, probabilmente, non piacerà a tutti: vuoi per i tanti elementi di design che la compongono, vuoi per le proporzioni che si allontanano dalla Mini hatch originale, ma è sicuramente il risultato di un lavoro molto più complesso di tanti altri modelli, dove bastano le protezioni in plastica e qualche centimetro di aria in più sotto alla scocca per guadagnarsi il titolo di crossover.
Come ulteriore elemento di distinzione, le versioni Cooper S sono state caratterizzate in maniera nettamente diversa rispetto agli altri modelli, con paraurti decisamente più sportivi, mascherine completamente diverse e doppio scarico posteriore. La scelta è comune alle altre Mini, ma sulla Clubman si fa particolarmente notare con elementi inediti come la doppia presa d’aria frontale e la proporzione molto diversa del paraurti posteriore, più basso e integrato con i terminali cromati.
Spazio e praticità, ma gli interni sono inconfondibili
L’abitacolo della Mini Contryman ricalca esattamente quello degli altri modelli, e non potrebbe essere altrimenti: troppo personale ed unico per cambiare, così da non perdere il feeling delle altre versioni. Il posto guida è ora leggermente più alto rispetto al pianale e impone una posizione meno sportiva, ma tutto il resto è esattamente dove deve essere in una Mini, con tutti i pregi ed “difetti” del caso. Linee circolari su ogni dettaglio, finiture piuttosto curate, contachilometri di dimensioni enormi a centro plancia, comandi molto piccoli ed un po’ bassi nella console centrale. La visibilità è buona nonostante la linea di cintura alta ed il piccolo parabrezza ed i grandi specchietti retrovisori non pongono problemi di sorta. Le novità sono invece concentrate al centro dell’abitacolo, dove il Center Rail, il nuovo sistema di ancoraggio per accessori e portaoggetti, divide le sedute. Su questo binario centrale, offerto di serie su tutti gli allestimenti, si possono fissare portaoggetti, portabottiglie, supporti per Iphone ed altri accessori.
La zona posteriore è la vera sorpresa della Countryman: finalmente i sedili della seconda fila sono facilmente accessibili, non servono contorsionismi e lo spazio per testa e gambe è corretto. Scegliendo la soluzione con 2 sedili singoli, lo spazio è davvero ampio e le regolazioni individuali (13 centimetri longitudinalmente) aumentano notevolmente il confort, ma è disponibile anche il classico divanetto a 3 posti frazionabile. Il bagagliaio offre adesso 350 litri di capacità, poco meno di molte hatchback medie tradizionali, ma la cubatura sale fino a 1170 litri abbattendo completamente i sedili.
Nell’abitacolo è stata introdotto anche l’innovativo Mini Connected, un sistema evoluto di integrazione con l’Iphone di Apple, che consente di sfruttarne totalmente le capacità. Non sarà quindi solo possibile utilizzare i dati contenuti nello smartphone, ma anche ascoltare le Webradio, interagire su Twitter e Facebook attraverso i comandi vocali e fare ricerche su google. Infine, il sistema Dynamic Music può scegliere per voi i brani in base alla velocità ed allo stile di guida, un modo tutto nuovo di crearsi una playlist. Il Mini Connected debutta su Countryman e sarà poi esteso all’intera gamma Mini.
Su strada: è sempre la cara vecchia Mini
Le strade del Trentino Alto Adige ci hanno permesso di provare a fondo le nuove Contryman ed una cosa è certa: lo spirito di base Mini è rimasto intatto. Lo sterzo preciso, l’inserimento in curva e l’assetto piacevolmente piatto confermano le doti che gli affezionati del marchio cercheranno subito ed il maggior peso, unito al baricentro più alto, si fanno sentire solo marginalmente. La Countryman pesa infatti circa 180 kg in più delle corrispondenti versioni hatch, mentre le versioni ALL4 aggiungono ulteriori 70 kg, ma una corretta messa a punto dell’assetto ha mantenuto l’ottima agilità che accomuna tutti i modelli della casa. Certo, l’assorbimento sullo sconnesso resta rigido anche a causa dei pneumatici sportivi RunFlat di alcuni allestimenti (da 16″ a 19″), così come si fanno sentire i fruscii aerodinamici a velocità autostradali, ma complessivamente l’impressione è quella di una vettura che invita alla guida brillante in totale sicurezza.
Abbiamo messo alla prova le motorizzazioni di punta con trazione integrale, la Cooper D con il nuovo 1.6 112 Cv made in BMW e la Cooper S 184 Cv con turbina Twinscroll. Pur con potenze e caratteri diversi, tutte e due le motorizzazioni offrono una curva di coppia molto favorevole e progressiva, che grazie al lavoro della trazione integrale ALL4 non mette mai in crisi la motricità e consente di usare senza remore il pedale del gas. Il lavoro del DSC, che gestisce anche la frizione elettromagnetica montata a ridotto del differenziale posteriore, consente di variare dinamicamente la ripartizione della potenza (fino al 100% al posteriore in casi limite), permettendo di annullare il sottosterzo di potenza, ma allo stesso tempo mitigando anche i fenomeni di sovrasterzo in rilascio ed adeguandosi continuamente alle condizioni della strada. Sui palmi delle mani questo si traduce in una sensazione di naturale tenuta di strada e scorrevolezza, senza antipatici tagli dell’elettronica o “pause riflessive” del sistema, esaltata sulla Cooper S dalla presenza di serie anche del DTC, il differenziale anteriore a controllo elettronico.
Inserendo il tasto sport, lo sterzo si fa più pesante ed ancora più comunicativo, mentre le differenze nella sensibilità dell’acceleratore e nella gestione dell’overboost sono meno evidenti. Niente da recriminare anche al cambio manuale a 6 rapporti, secco negli innesti e con movimenti abbastanza brevi, anche se i rapporti sono piuttosto lunghi per contenere i consumi. Le soluzioni tecniche consentono anche una mobilità interessante nel fuoristrada leggero, ma la Countryman non è certo impostata in questa direzione e difficilmente chi la sceglierà la sfrutterà nel vero off road.
Dati tecnici e listini
A listino sono disponibili anche le versioni One benzina 98 Cv, la Cooper 122 Cv e la One D 1.6 90 Cv, abbinabili solo alla trazione anteriore ed al cambio manuale a 6 rapporti. Sulle più potenti Cooper D e Cooper S è disponibile in opzione un automatico a 6 rapporti. Si tratta di un sistema tradizionale con convertitore, che propone i classici comandi al volante in stile Bmw con doppio paddle, che richiede un minimo di assuefazione: le piccole levette in plastica si tirano per salire di marcia e si premono, con i pollici, per scalare, con un movimento che a nostro avviso non è immediato come i semplici Paddles singoli “+ e -“.
Tutte le versioni della Countryman montano di serie il pacchetto MINIMALISM che comprende il sistema start-stop, il recupero dell’energia in frenata, l’indicatore del cambio marcia ottimale e la gestione intelligente dei servizi secondari. Il software opzionale Mini Connected consente poi di analizzare la propria guida e raccogliere dati relativi ai consumi e le emissioni medie attraverso l’Iphone. I valori dichiarati di consumo sono piuttosto interessanti: le One D e Cooper D si fermano a 4,4 l/100 km (che salgono a 4,9 per la Cooper D ALL4), le One e Cooper benzina dichiarano 6,0 l/100 km e la Cooper S non va oltre 6,1 l/100 km, che salgono a 6,7 con trazione a ALL4.
Mini One Countryman: 21.000 Euro
Mini One D Countryman: 22.650 Euro
Mini Cooper Countryman: 23.000 Euro
Mini Cooper D Countryman: 24.700 Euro
Mini Cooper D Countryman ALL4: 26.400 Euro
Mini Cooper S Countryman: 27.400 Euro
Mini Cooper S Countryman ALL4: 28.950 Euro
La gamma accessori, come da tradizione è molto ampia e sarà ulteriormente ampliata, con l’arrivo dei kit John Cooper Works. La recente conferma del programma WRC 2011, dove la Countryman parteciperà ufficialmente, darà sicuramente un ulteriore stimolo per versioni speciali ed ancora più aggressive, anche se l’anima di questa crossover sembra più modaiola che non totalmente sportiva. I modelli da noi provati, accessoriati con i pacchetti opzionali e gran parte degli accessori a pagamento, raggiungevano prezzi degni di vetture di altre categorie: la Cooper S ALL4 con pelle, navigatore, tetto apribile ed altri gadget toccava infatti quota 37.000 Euro.
Mini Countryman: chi sono le concorrenti ?
I vertici Mini non rispondono e continuano a dire che la Countryman ha inventato qualcosa di inedito. Noi abbiamo provato ad immaginare quali siano i competitor attuali, cercando crossover compatti e SUV dal prezzo abbordabile. Skoda Yeti e Nissan Juke sembrano le vetture più vicine a questo concetto, ma mancano gli elementi Premium su cui Mini punta decisamente. Dall’altra parte ci sono vetture come Ford Kuga e Nissan Qashqai, di dimensioni maggiori e con motori più grandi, che vengono però proposte a prezzi non molto lontani da quelli di certi allestimenti della Countryman, capace anche di offrire spazi interni abbastanza simili ma anche una immagine completamente diversa. In futuro arriveranno altri modelli altrettanto interessanti, perchè questo segmento così eterogeneo piace ed interessa a tutte le case: Audi Q1, Opel Corsa SUV, Ford B-Max e Range Rover Evoque sono solo alcuni degli esempi possibili.