Nuova Nissan Micra: la nostra prova su strada
La Nissan Micra è tornata. E alla faccia di tanti modelli che come lei portano nomi pesanti, ma si rinnovano all’insegna della continuità, questa piccoletta è cambiata tantissimo ancora una volta, come abbiamo avuto modo di capire nel corso della nostra prova su strada.La quarta generazione del celeberrimo modello nipponico, sulla breccia dal 1982, nasce
La Nissan Micra è tornata. E alla faccia di tanti modelli che come lei portano nomi pesanti, ma si rinnovano all’insegna della continuità, questa piccoletta è cambiata tantissimo ancora una volta, come abbiamo avuto modo di capire nel corso della nostra prova su strada.
La quarta generazione del celeberrimo modello nipponico, sulla breccia dal 1982, nasce da un cambio di rotta radicale rispetto a quella che l’ha preceduta. La quale a sua volta, aveva puntato su un progetto profondamente diverso da quello della “mitica” seconda generazione, che rimane a tutt’oggi la più riuscita e meglio ricordata.
La nuova Micra ha preso forma dal classico foglio bianco, anche nei suoi aspetti fondamentali, quelli concernenti la filosofia progettuale. In due parole? La nuova generazione ha un look più “digeribile” dell’attuale, meno “capriccioso”. E se a detta di alcuni il modello ha perso un po’ di originalità, sotto la pelle nasconde scelte tecniche indubbiamente più coraggiose dell’uscente. Venite a scoprirlo con noi.
Prova su strada nuova Nissan Micra
INTERNI: DESIGN GRADEVOLE, MATERIALI NON AL TOP
Cominciamo come di consueto con l’accomodarci al volante: ad accoglierci troviamo un abitacolo che non lascia troppo spazio all’emozione né a una particolare cura per l’aspetto dei materiali. Gli accoppiamenti tra i pannelli non mostrano sbavature, tutt’altro, ma le plastiche dure rivestono pressoché per intero gli interni, dal cruscotto alle portiere passando per il tunnel e gran parte della componentistica di dettaglio.
Scelte dettate da ragioni di contenimento dei costi, è chiaro, ma ciò non toglie che alcuni particolari potevano essere più curati: il quadro strumenti ad esempio, ha un aspetto un po’ troppo “cheap”. Un peccato, anche perché il suo design è stato ben studiato per favorirne la leggibilità quanto più possibile: spie raccolte sulla destra, grande tachimetro con un “facile” trip computer nel mezzo, contagiri a sinistra.
Un insieme lineare, razionale, intuitivo, ma ci sarebbe piaciuto vedere un “guizzo” in più. Soprattutto in considerazione del fatto che sul nostro esemplare, nell’allestimento più ricco -Tekna-, il volante rivestito in pelle e “impreziosito” dagli intuitivi comandi (audio, telefono e cruise control) sulle razze aveva un aspetto indubbiamente gradevole.
A completare il discorso sul posto guida, un’ultima nota sul piccolo pannello comandi a sinistra del volante, dove sono raggruppati i tasti di trip computer, esclusione ESP, ausilio al parcheggio (sistema peraltro decisamente più intelligente anche rispetto ad altri installati su modelli recenti di categorie ben superiori), oltre ai consueti correttore assetto fari e regolazione elettrica retrovisori. Tasti un po’ troppo piccoli e ravvicinati, ma ci si fa subito l’abitudine.
In termini di design, l’elemento più caratterizzante degli interni è costituito senza dubbio dal grande pannello circolare in finitura satinata al centro della console: la plancetta dei comandi del clima. Si tratta di un particolare in grado di “muovere” lo stile del cruscotto, e al contempo di soddisfare le esigenze dell’ergonomia e della facilità di utilizzo, che poi è il vero imperativo dietro al progetto della quarta Micra.
I tasti delle varie regolazioni sono grandi, giustamente spaziati, immediati da capire e usare, e allo stesso modo il display circolare al centro del pannello è ben leggibile. Un ottimo esempio di quella semplicità che, come abbiamo accennato poc’anzi, costituisce il vero fulcro concettuale di questa piccola jap.
La ricerca della fruibilità, dell’ergonomia, della semplicità è evidente anche in altri particolari. La linea di cintura corre quanto mai bassa lungo la fiancata, e se la carrozzeria rinuncia così a una pur minima caratterizzazione sportiveggiante, ne beneficia significativamente la visibilità, davvero a tutta prova.
Il merito è anche dei sottili montanti anteriori e centrali, e nonostante dietro si debba inevitabilmente scendere a qualche compromesso in più, ciò non toglie che da questo punto di vista, la nuova Micra sia in grado di tenere testa a molte rivali dirette nel suo segmento di mercato.
ABITABILITA’ E BAGAGLIAIO
L’arrivo in gamma della Juke, capricciosa, modaiola e quasi arrogante con quel suo look volutamente forzato e a tratti caricaturale, ha di fatto aperto la strada ad una nuova Micra per così dire con i piedi per terra, molto di più rispetto all’antenata. Trasferendo nel crossover tutta la carica di originalità del precedente modello, Nissan è riuscita a creare lo spazio per un modello più concentrato su aspetti “pratici”.
Come l’abitabilità, per esempio: oddio, non è che nei 378 cm di lunghezza esterna sia riuscito il mezzo miracolo dell’abitabilità posteriore della Yaris (frutto anche del geniale divanetto scorrevole). Ma vista la taglia “XS” -lodevole, in mezzo ad avversarie che spesso passano i 4 metri- il risultato è più che soddisfacente: buona parte dei 6 cm in più rispetto all’attuale Micra sono andati a beneficio degli occupanti dell’abitacolo.
E anche in termini di capacità di carico, tutto sommato, non c’è di che lamentarsi. I 265 litri del bagagliaio rappresentano un bel passo avanti rispetto ai 250 dell’antenata, pure se il confronto con le concorrenti più grandi la vede inevitabilmente uscire sconfitta.
SU STRADA: FACILISSIMA, MA POCO EMOZIONANTE
Venendo agli aspetti più strettamente inerenti la dinamica di guida della nuova Micra, il discorso è facilmente riassumibile in pochi, semplici concetti. Tutto è stato pensato per rendere la vita dell’automobilista il più facile possibile. Discorso valido a maggior ragione per il nostro esemplare, equipaggiato di un cambio automatico CVT.
Chi cerca una piccola in grado di offrire un brivido, di regalare qualche soddisfazione, guardi pure altrove senza remore. In Nissan hanno voluto creare un prodotto che fosse quanto più possibile su misura per la città, lasciando da parte gli aspetti emozionali, riservati come detto in precedenza alla Juke.
Il cuore pulsante di questa nuova piccola nipponica è un inedito -e a dir poco interessante- 1.2 tre cilindri, un piccolo benzina di recentissima progettazione in grado di erogare 80 CV e 110 Nm a 4000 giri. E qui veniamo ad una delle scelte più coraggiose -anzi, forse proprio la più originale- della quarta Micra: questo propulsore sarà l’unico disponibile in gamma. Niente diesel, nessun altro benzina a listino.
O meglio: un secondo benzina ci sarà, ma si tratterà sempre di questo 1.2, arricchito da un compressore volumetrico (seconda caratteristica originale) e disponibile a partire dalla prossima primavera. Il tre cilindri aspirato della Micra protagonista della nostra prova, in sintonia con la ricerca del comfort che è alla base di questo progetto, è stato realizzato con una particolare attenzione al contenimento delle vibrazioni, difetto congenito ai propulsori con questa architettura.
Risultato? Se non ottimo, buonissimo. Ci spieghiamo: al minimo, una certa vibrazione -naturale per il funzionamento e gli scoppi del tre cilindri- si avverte comunque. Ma si tratta di un effetto praticamente impercettibile (e comunque poco fastidioso) per l’automobilista medio.
Detto questo, per il resto il 1.2 svolge il suo compito in maniera regolare, senza particolari acuti né mancanze: la Micra va via discretamente con quest’unità e offre tutto sommato anche una buona ripresa, costante e senza vuoti. Il difetto semmai è costituito dalla qualità del rumore che penetra nell’abitacolo agli alti regimi: sopra i 4500 giri il motore assume una voce decisamente poco gradevole.
E il CVT della nuova Micra, anche lui tutto nuovo, più leggero e compatto del precedente, ci mette del suo a rafforzare la vocazione del modello: perfetto quando si viaggia in scioltezza, in città e alle basse andature, lascia emergere tutti i limiti di questo tipo di trasmissione appena si chiede qualcosa in più all’auto. Mettendo la definitiva “pietra sopra” ai pruriti sportivi di chi è al volante.
A proposito di volante: in questa caratterizzazione “antistress” tutta votata al comfort, alla rilassatezza di guida e all’utilizzo cittadino della nuova Micra, un ruolo importante lo gioca anche -immancabilmente- la taratura dello sterzo. Leggerissimo e piuttosto artificiale nel feeling sulle strade extraurbane, strappa applausi quando si tratta di fare inversione, manovra o parcheggiare, tutte situazioni -guarda caso- con cui ci si confronta quotidianamente in città.
In questi frangenti il comando è semplicemente esemplare: la nuova Micra ha un diametro di sterzata di 9 metri tondi, vale a dire il nuovo valore record nel segmento B. Per capirci, siamo a circa un metro di distanza da un “cosetto” come la Toyota iQ, che però è lunga 80 cm di meno…
CONSUMI, PREZZI E CONSIDERAZIONI FINALI
Per la nuova Micra, Nissan dichiara un consumo sul ciclo combinato pari a 5,0 l/100 km ed emissioni di 115 g/km di CO2. Valori più che buoni, considerati anche gli 80 CV erogati dal nuovo tre cilindri. Ma c’è un ma, perché forse -anzi senza forse- si poteva fare ancora meglio.
Il 1.2 volumetrico che verrà in primavera, sembra aver ricevuto un trattamento da figlio chiaramente prediletto rispetto all’unità aspirata: il sovralimentato -un bell’esempio di originalità progettuale capace di erogare 100 CV e 142 Nm- riesce nonostante le sue performance nettamente superiori a consumare ed inquinare meno dell’altra unità.
Nissan dichiara per il volumetrico emissioni di CO2 pari a soli 95 g/km: com’è possibile? Semplice, grazie allo start&stop e ad un impianto di alimentazione ad iniezione diretta. Entrambi non previsti per l’aspirato. “Eravamo già soddisfatti dei risultati raggiunti senza questi dispositivi”, ci ha risposto un ingegnere di Nissan Europe alla nostra domanda in merito.
Senza contare che la questione dei costi avrà avuto il suo peso, aggiungiamo noi. Ma visti i 95 grammi del volumetrico, facendo un conteggio a spanne senza alcuna pretesa di esattezza, con start&stop e diretta, sull’aspirato poteva venire fuori un numerone d’oro per il marketing.
Smart ci ha costruito campagne pubblicitarie intere con gli 88 g/km della sua cdi: figuriamoci se la Micra riusciva a portarle via il record senza ricorrere a costosi “effetti speciali” come l’ibrido…
Accantonate queste considerazioni, veniamo in conclusione ai listini. La nuova Micra, come detto sopra, sarà disponibile al lancio con il solo 1.2 benzina tre cilindri aspirato da 80 CV. L’offerta si articolerà su quattro allestimenti, Visia, Comfort, Acenta e Tekna, disponibili rispettivamente a 10.950, 12.250, 12.850 e 14.200 euro. Valori che la pongono in vantaggio rispetto a tutte le concorrenti dirette, e che soprattutto sono sembrati commisurati ai contenuti offerti.