Auto elettriche: difficile domare l’incendio
L’incendio di un’auto elettrica è più complicato da gestire, occorrono una serie di accorgimenti e procedure specifiche per estinguerlo definitivamente.
” content=”Una auto elettrica Tesla Model S è andata a fuoco per ben due volte dopo essere stata trainata a seguito della foratura di uno pneumatico.” provider=”youtube” image_url=”https://i.ytimg.com/vi/iThVZxDiilc/hqdefault.jpg” thumb_maxres=”0″ url=”https://www.youtube.com/watch?v=iThVZxDiilc” embed=”PGRpdiBpZD0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fOTYyMDU3JyBjbGFzcz0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudCc+PGlmcmFtZSB3aWR0aD0iNTAwIiBoZWlnaHQ9IjI4MSIgc3JjPSJodHRwczovL3d3dy55b3V0dWJlLmNvbS9lbWJlZC9pVGhWWnhEaWlsYz9mZWF0dXJlPW9lbWJlZCIgZnJhbWVib3JkZXI9IjAiIGFsbG93PSJhY2NlbGVyb21ldGVyOyBhdXRvcGxheTsgZW5jcnlwdGVkLW1lZGlhOyBneXJvc2NvcGU7IHBpY3R1cmUtaW4tcGljdHVyZSIgYWxsb3dmdWxsc2NyZWVuPjwvaWZyYW1lPjxzdHlsZT4jbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fOTYyMDU3e3Bvc2l0aW9uOiByZWxhdGl2ZTtwYWRkaW5nLWJvdHRvbTogNTYuMjUlO2hlaWdodDogMCAhaW1wb3J0YW50O292ZXJmbG93OiBoaWRkZW47d2lkdGg6IDEwMCUgIWltcG9ydGFudDt9ICNtcC12aWRlb19jb250ZW50X185NjIwNTcgLmJyaWQsICNtcC12aWRlb19jb250ZW50X185NjIwNTcgaWZyYW1lIHtwb3NpdGlvbjogYWJzb2x1dGUgIWltcG9ydGFudDt0b3A6IDAgIWltcG9ydGFudDsgbGVmdDogMCAhaW1wb3J0YW50O3dpZHRoOiAxMDAlICFpbXBvcnRhbnQ7aGVpZ2h0OiAxMDAlICFpbXBvcnRhbnQ7fTwvc3R5bGU+PC9kaXY+”]
Partiamo da un semplice assunto: le batterie al litio-ione non esistono solo nelle auto elettriche. Come ben sappiamo, sono presenti in tutti gli smartphone, i tablet e i laptop, ma anche negli aspirapolvere a batteria, nei monopattini elettrici, nelle bici elettriche, nei trapani senza fili, e in molti attrezzi e dispositivi elettrici senza cavo d’alimentazione.
La cronaca è piena di episodi che riportano lo scoppio di uno smartphone mentre era in carica con conseguenze di volta in volta più o meno gravi, o perché qualcuno, per scopo scientifico divulgativo o per “diletto”, riprende e poi pubblica su YouTube il video che dimostra come basta forare una batteria a litio per farla dapprima prendere fuoco e poi esplodere in una grande fiammata…
Detto questo sì, domare ed estinguere un incendio di una vettura elettrica è cosa ben diversa rispetto a quello accade quando va a fuoco un’auto a benzina. Lo dice in primis la Tesla, ma anche e, soprattutto, le diverse squadre di pompieri professionisti addestrati a questo specifico tipo di intervento perché un’auto dotata di un pacco batterie ha bisogno dell’utilizzo di particolari accorgimenti necessari a sedare, in caso di incidente, un’incendio definitivamente.
Secondo i Vigili del Fuoco l’incendio può danneggiare il pacco batterie dando il via al rilascio di vapori tossici nonché l’innalzamento della temperatura che, nella zona dell’incendio, può arrivare anche fino a più di 480° centigradi. Per estinguere le fiamme, come ricordato sempre dai Vigili del Fuoco, possono servire alcune ore e un quantitativo d’acqua maggiore a quello utilizzato in caso di incendio di una vettura a benzina o a gasolio.
Se è vero che occorrono grandi quantitativi di acqua per estinguere un’incendio di un’auto elettrica, occorre però precisare che per spegnere il fuoco del pacco batterie questa non va utilizzata. Infatti, versando acqua sulla decomposizione del litio si favorisce l’ossidazione dando vita ad una combustione più violenta. Per questo motivo, a volte, la zona interessata dall’incendio viene isolata per far sì che le fiamme si estinguano in maniera autonoma, un’opzione suggerita anche dalla Casa di Elon Musk.
Inoltre, una volta domato il fuoco ed estinto l’incendio, il pacco batterie va tenuto in osservazione per 24 ore con una telecamera termica perché i componenti utilizzati nell’assemblaggio della stessa potrebbero dare vita a nuovi focolai e prendere nuovamente fuoco.
Tesla ricorda che in caso di incendio è importante disconnettere l’alimentazione elettrica prima di intervenire per evitare di rimanere fulminati. Per questo motivo il soccorritore deve indossare degli adeguati dispositivi di protezione isolanti come guanti capaci di resistere a fortissimi voltaggi insieme a dei respiratori, fondamentali per evitare di esalare i vapori tossici che possono sprigionarsi dalla combustione.
Come riportato da uno studio dell’ENEA del 2015 volto a riprodurre esperimenti effettuati su scala di laboratorio per definire le modalità di intervento in caso di emergenza e mettere punto una procedura di prevenzione e protezione dei rischi di incendio e di esplosione delle batterie a litio-ione:
“Le modalità di estinzione di un incendio sono quattro e consistono in azioni specifiche realizzate anche attraverso l’uso di agenti estinguenti:
– Raffreddamento. Consiste nella sottrazione di calore dalla combustione fino a ricondurre il combustibile a temperatura inferiore a quella di “accensione” (per evitare riaccensioni spontanee successive) e, se possibile, al di sotto della temperatura di infiammabilità.
– Separazione. Consiste nella eliminazione del contatto tra combustibile e comburente, oppure nella rimozione del combustibile dalla zona di combustione. Ciò può essere ottenuto mediante intercettazione del flusso di un combustibile liquido o gassoso che fluisce in una condotta, rimozione di materiale combustibile solido non ancora coinvolto nell’incendio, impiego di schiuma antincendio, teli antifiamma, acqua ecc..
– Soffocamento. Consiste nell’abbattimento della concentrazione del comburente (generalmente l’ossigeno presente nell’aria) al di sotto di quella minima capace di sostenere una combustione (oltre il limite superiore di infiammabilità). L’effetto di soffocamento è realizzabile impedendo l’apporto di ossigeno alla combustione eliminando quindi una delle condizioni indispensabili per il mantenimento della combustione stessa. L’azione di soffocamento può anche avvenire per diluizione del comburente, cioè riducendo il tenore di ossigeno presente nell’atmosfera circostante l’incendio immettendo nell’ambiente un gas “estraneo” Anidride carbonica o azoto.
– Inibizione. Si tratta di intervenire sul meccanismo radicalico della reazione di combustione e sulla sua cinetica, aumentando l’energia di attivazione (catalisi negativa o anticatalisi) e/o inibendo la formazione di radicali attraverso l’uso di polveri o idrocarburi alogenati. I principali agenti estinguenti sono acqua, gas inerti come azoto, anidride carbonica, polveri, schiuma, idrocarburi alogenati (Halon) e agenti estinguenti alternativi all’Halon”.
Questo non vuol dire che le auto elettriche sono più pericolose di quelle tradizionali a benzina, gasolio, GPL o metano. In fin dei conti si viaggia sempre in “compagnia” di un serbatoio pieno di materiale infiammabile che ha tempi di accensione e scoppio diversi di caso in caso, molto più difficile per il gasolio, ma la fortuna, come si sa è cieca, è la sfiga ci vede benissimo…
E’ pur vero, però, che gli incendi delle auto elettriche si innescano e sviluppano più lentamente dando, in teoria e sempre a seconda dei casi, più tempo agli occupanti per mettersi in salvo rispetto ad un’auto a benzina.