Auto elettriche: Tesla stava fallendo per la Model 3
In una intervista rilasciata a HBO Elon Musk ammette: durante il “production hell” delle auto elettriche Model 3 Tesla ha rischiato di fallire.
Che il produttore di auto elettriche Tesla avesse qualche problema, a cavallo tra primavera ed estate 2018, se n’erano accorti un po’ tutti. Che potesse addirittura fallire, lo pensavano in molti. Che potesse risorgere e arrivare a fare utili per oltre 300 milioni di dollari nel trimestre luglio-settembre erano in pochi a crederlo. Eppure è quello che è successo e adesso uno stremato Elon Musk lo ammette in una intervista alla HBO.
All’emittente televisiva statunitense Musk ha ammesso che “Tesla quest’anno ha rischiato di chiudere i battenti, a causa delle difficoltà produttive dell’auto elettrica Model 3 tra la primavera e l’estate. La società perdeva denaro in modo folle. Restavano poche settimane di vita. Se non avessimo risolto i problemi in pochissimo tempo saremmo morti. Ed è stato estremamente difficile risolverli“.
I problemi a cui fa riferimento Musk sono ben noti: Tesla per lunghi mesi ha avuto grosse difficoltà a produrre in grandi volumi la Model 3, cioè la macchina elettrica economica della sua gamma che, nelle intenzioni dello stesso Musk, dovrebbe essere il grimaldello che farà saltare il mercato tradizionale accelerando la transizione verso l’elettrico.
A fronte di un obbiettivo produttivo di 5.000 unità a settimana, fino a fine giugno i numeri sono stati molto più bassi. Musk ha parlato apertamente di “production hell“, inferno produttivo, e si è trasferito a vivere in fabbrica per supervisionare di persona il rilancio della produzione. Ha persino fatto installare una seconda linea di produzione, ospitata in una tensostruttura esterna alla fabbrica.
Contemporaneamente Musk ha dovuto fronteggiare gli attacchi di un presunto sabotatore: Martin Tripp, un ex dipendente di Tesla licenziato da Musk a giugno con l’accusa di aver remato contro l’azienda e spifferato in giro informazioni riservate. Nel frattempo, per arginare le perdite Tesla ha persino chiesto a una decina di suoi fornitori di restituire parte dei pagamenti già ricevuti.
Passato il production hell è stato il momento del “delivery logistic hell“, l’inferno della logistica: Tesla produceva abbastanza Model 3 ma non riusciva a consegnarle in tempo. Musk ha risolto aumentando notevolmente il numero di bisarche e ha persino sperimentato la consegna all’interno dei container.
Tutto questo, adesso, sembra passato e le acque in casa Tesla si sono rasserenate nonostante (o forse anche grazie) il fatto che Musk non è più Presidente della società a seguito del patteggiamento con la SEC dopo la brutta vicenda del tweet in cui annunciava, a mercati aperti e senza alcun reale piano in merito, di voler ritirare Tesla da Wall Street.