Appalti truccati: nel mirino anche Autostrade e Anas
Maxi-blitz della Guardia di Finanza in 120 società e 220 soggetti tra cui Anas e Autostrade per l’Italia. Tra i reati ipotizzati l’associazione per delinquere, la turbativa d’asta, fino all’illecito smaltimento di rifiuti
Aste “truccate”, omesso controllo delle procedure previste dai bandi, passaggi illeciti di denaro, utilizzo di materiali diversi da quelli dichiarati dalle ditte, illecito smaltimento di rifiuti. Queste sono solo alcune delle ipotesi alle quali gli inquirenti stanno lavorando. L’inchiesta è partita da Gorizia per lavori sul Tagliamento, il fiume che divide il Friuli dal Veneto, dove si stavano effettuando controlli relativi a un appalto risultato “anomalo” e si è estesa in 14 regioni coinvolgendo 120 società e 220 soggetti tra cui Anas e Autostrade. Il giro d’affari ammonta a circa un miliardo di euro e riguarda la costruzione di autostrade, ponti, viadotti, piste aeroportuali, acquedotti e gasdotti.
Appalti “truccati”: l’operazione “Grande Tagliamento”
Sono stati impiegati quattrocento finanzieri del comando regionale del Friuli-Venezia Giulia nell’operazione denominata “Grande Tagliamento” per effettuare perquisizioni e sequestri nelle sedi dell’Anas, Autostrade per l’Italia, società che gestiscono gli aeroporti di Venezia, Trieste e Bologna, ma anche abitazioni private di titolari e dirigenti di imprese. Perquisizioni anche nell’ufficio del presidente della Regione, che è commissario delegato alla mobilità, aziende impegnate nella ricostruzione delle strade di Umbria, Lazio e Abruzzo colpite dal sisma del 2016 e le ditte che lavorano sull’A4 e per la realizzazione della Pedemontana.
Appalti “truccati”: le ipotesi di reato
Appalti pubblici truccati per oltre un miliardo di euro. I reati più gravi da accertare sono corruzione, associazione per delinquere e concussione. Gli altri reati ipotizzati vanno dalla turbativa d’asta, all’associazione per delinquere, fino all’illecito smaltimento dei rifiuti. Controlli soprattutto per l’omissione di controllo da parte di chi aveva il compito di vigilare sull’utilizzo dei materiali idonei e sullo svolgimento della procedura. Sono più di cento gli iscritti nel registro degli indagati tra imprenditori, direttori di lavori e capi-cantiere e le verifiche, affidate alla Guardia di Finanza, riguardano tutte quelle aziende che si sono aggiudicate le commesse pubbliche.