25 Ore di Magione 4° Energy Saving Race 2010: vince la Peugeot 207 HDI 99g
La 25 Ore di Magione, Quarta edizione della Energy Saving Race, si è svolta nel week end del 20 e 21 Febbraio e la vittoria assoluta è andata alla Peugeot 207 HDI 99g dell’equipaggio Peugeot Italia – Panorama Auto. Abbiamo avuto la possibilità di far parte dell’equipaggio vincitore, nonostante la “concorrenza” giornalistica, grazie al comune
La 25 Ore di Magione, Quarta edizione della Energy Saving Race, si è svolta nel week end del 20 e 21 Febbraio e la vittoria assoluta è andata alla Peugeot 207 HDI 99g dell’equipaggio Peugeot Italia – Panorama Auto. Abbiamo avuto la possibilità di far parte dell’equipaggio vincitore, nonostante la “concorrenza” giornalistica, grazie al comune interesse per questo tipo di manifestazione. Peugeot Italia ha infatti messo a disposizione la nuova 207 HDI 1.6 90 Cv 99g, la serie speciale che dichiara 99 g/ di CO2 ed una media di 3,8 l/100 km, per bissare il successo del 2009, quando a vincere fu una 308 HDI 1.6. La 207 ha vinto percorrendo 1584 km alla media di 65,903 km/h, consumando in totale 67,88 litri di carburante, che corrispondono a 23,34 km/l. Tutte le classifiche sul sito ufficiale del circuito di Magione.
I concorrenti, 21 vetture con 180 piloti al via, sono stati divisi per categorie ed il premio assoluto è stato calcolato in base alla massa della vettura, la velocità media totale ed il consumo effettivo di carburante: il risultato della equazione è un “fattore K” che l’organizzatore ha utilizzato per valutare le prestazioni globali, lasciando ai concorrenti libertà di girare in circuito per 25 ore, con il solo obbligo di fermarsi almeno 6 volte per eventuali riforminenti.
La gara si è rivelata combattutissima e davvero faticosa, a causa delle condizioni climatiche avverse e sopratutto per via della formula stessa della competizione, che richiede grandissima attenzione e strategia al fine di individuare il giusto equilibrio tra velocità tra i cordoli e consumo di carburante. Vetture di ogni tipo si sono sfidate quest’anno: oltre alla 207 vincitrice erano presenti Citroen C3, Citroen C4, Honda Insight, Fiat Grande Punto, Peugeot 308, Mercedes Classe A, Kia Venga, Alfa Romeo MiTo, Volkswagen Golf, Seat Ibiza e Seat Altea. Nella categoria supercar si sono sfidate Ferrari f430, Dodge Viper, Alfa Romeo Brera, Nissan 350 Z e Mercedes SLK, con la vittoria della Ferrari con 7 km/h ad una media di 72 km/h. L’unica bifuel al via è stata una Nissan Pixo Bifuel benzina GPL.
Fin qui la cronaca dell’evento. Vivere dall’abitacolo la 25 Ore è stata una esperienza davvero impegnativa e piacevole al tempo stesso: sulla carta una competizione come questa potrebbe sembrare quasi “noiosa”, dal momento che l’obiettivo principale è quello di non sfruttare a fondo le potenzialità delle vetture e cercare di consumare meno carburante possibile. Non avendo mai partecipato prima d’ora a questo evento non avevo alcuna indicazione circa la condotta di gara, ma il team che mi ha ospitato si è rivelato davvero professionale e prodigo di consigli. La nostra 207 HDI 99g, arrivata quando ormai non era possibile fare alcun test prima della partenza, non poteva essere modificata in alcun modo, se non gonfinando a quasi 4 bar i pneumatici per aumentare al massimo la scorrevolezza e preservare le spalle di quelli anteriori dalla “tortura” di 25 ore in pista. L’aerodinamica ottimizzata (Cx 0,27), l’assetto più basso di 5 mm ed altri accorgimento studiato da Peugeot avrebbero dovuto contribuire ulteriomente al risultato.
La strategia decisa a tavolino prevedeva 6 piloti e due turni di 2 ore ciascuno, con alcune soste ai box per il solo cambio pilota e 6 soste obbligatorie alla stazione di rifornimento a circa 3 chilometri dal circuito. Dopo la partenza avvenuta alle 11.00, entro in pista per la prima volta alle 19.30, sotto il diluvio e sopratutto con la sola luce dei fari, dal momento che non esiste un sistema di illuminazione del tracciato. I primissimi giri servono per prendere confidenza con la 207 e mettere in pratica le indicazioni dei colleghi: devo forzarmi a guidare usando solo le marce più altre e sopratutto sfruttando al massimo l’inerzia della vettura, senza mai usare i freni per non perdere troppa velocità ed affrontando le curve al limite dell’ingresso dell’ESP. Via Radio le indicazioni dei tempi non sono molto confortanti, perchè tendo a girare troppo lentamente e l’ESP sul bagnato pinza per tenermi in strada, facendo perdere irrimediabilmente velocità all’auto.
Pian piano trovo il ritmo, capisco dove l’auto va in crisi e sfrutto le traiettorie di una pista che per fortuna conosco già, ma il traffico si rivela un problema: ogni pilota ha una sua strategia e le differenze di velocità sono molto alte. Qualcuno usa le diritture per accumulare più velocità possibile per poi lanciarsi nelle curve d’inerzia, altri viaggiano lentamente ovunque con un filo di gas, qualcuno non sfrutta le traiettorie ed occupa la pista creando piccole incomprensioni. Con un occhio al consumo medio ed uno al tracciato per limare ogni volta qualche prezioso decimo di secondo, trovo il mio ritmo e porto la 207 sana e salva ai box. La posizione in classifica sembra buona, ma non conoscendo il consumo medio degli altri possiamo soltanto valutare i tempi sul giro.
La notte scorre, la temperatura scende fino ad 1 grado e qualche fiocco di neve bagna l’asfalto. Non riesco a riposare, aiuto gli altri piloti via radio a rimanere concentrati ed informati sui tempi, ma in realtà non vedo l’ora di tornare al volante per provare a migliorare la mia guida. Così accade, torno in pista alle 6 del mattino e stavolta devo anche affrontare il percorso dal punto di rifornimento, viaggiando su strada statale e varcando i cancelli del circuito: mi bastano pochi minuti per ritrovare il ritmo del turno precedente, ma l’asfalto si asciuga velocemente e dai box mi invitano ad aumentare il ritmo senza aumentare i consumi. Semplice no ?
Non potendo usare che una frazione dei 90 Cv, l’unico modo per migliorare i tempi è quello di aggredire ancora di più le curve ed i cordoli, ora non più scivolosi come durante la notte. Forzo le traiettorie, mi prendo qualche rischio nei sorpassi e sopratutto mi rendo conto che accelerando per pochi secondi in più sulla dirittura principale, posso acquisire una velocità che mi porta, d’inerzia, fino alla chicane finale: la 207 è davvero molto scorrevole e dai 105 km/h appena che tocco a metà della diruttura, riesco a scendere fino a 70 km/h prima di dover ricorrere di nuovo al pedale dell’acceleratore, dopo aver percorso al limite del sovrasterzo la parte più veloce del circuito. Il consumo medio segna 3,9 l/100 km e dai box decidono di farmi restare in pista per un turno più lungo: non aspettavo altro, continuo a cercare di migliorare i miei tempi senza che il 4 cilindri 1.6 diesel debba fare gli straordinari, sfruttando al limite le gomme e prendendomi qualche rischio nella chicane finale sui cordoli.
Quando termina il mio turno sono esausto, ma dalla radio gli amici ai box sono entuasiasti e molto fiduciosi per la vittoria finale. Le ultime due ore di gara scorrono velocemente, mentre aspettiamo ai box la bandiera a scacchi e sopratutto il responso finale dei tecnici che verificheranno i reali consumi delle vetture e calcoleranno la classifica assoluta. La 207 HDI 99g arriva al traguardo con il pneumatico anteriore sinistro ormai compromesso, ma per il resto in perfetta efficienza. Le classifiche confermano il nostro successo sia nella classifica assoluta che nella classe di appartenenza, premiando una organizzazione perfetta ed anche la condotta di gara esemplare degli amici che mi hanno accompagnato in questa avventura: Enrico, Valerio, Antonio, Gianni, Mario ed Ezio. Analizzando i dati, stupisce il fatto che non sia stato possibile eguagliare il valore di consumo medio dichiarato dalla casa, ma nella realtà dei fatti elementi come la pioggia, il traffico in pista e la velocità media totale possono almeno in parte giustificare i valori effettivi: certo, non è questa la condotta di guida che un automobilista deve tenere su strada per risparmiare qualche prezioso Euro, come dire “Don’t try this at home”.