Assicurazione RC auto: tariffe in aumento?
Il decreto “taglia scartoffie” vuole eliminare le ingiustizie tra province sui premi RC auto. Ma molti temono un aumento dove oggi si paga meno. Rischio di polizze più costose anche legato al rincaro dell’anticipo d’imposta per le assicurazioni. Il caso della scatola nera
Aumenteranno i prezzi per l’assicurazione RC auto? Oppure si abbasseranno? Chi vive nelle province dove si paga di più, pagherà meno? O invece dovrà pagare di più chi vive dove oggi si paga meno? Che succederà alla scatola nera? E poi, l’aumento degli acconti d’imposta per le compagnie assicurative avrà un effetto sui prezzi delle polizze? Tutte domande lecite scatenate in parte da un comunicato stampa governativo molto vago e una dichiarazione ancora più vaga.
Il Consiglio dei ministri nella serata del 15 ottobre, oltre ad approvare la legge di bilancio e il decreto fiscale, ha varato un altro decreto legge, chiamato tecnicamente “Disposizioni urgenti per la deburocratizzazione, la tutela della salute, le politiche attive del lavoro e altre esigenze indifferibili”; è altrimenti noto come “decreto taglia scartoffie” o “decreto semplificazione”. La questione dell’anticipo d’imposta invece rientra nella legge di bilancio, ne parleremo più in basso nella pagina.
Illustrato nelle sue componenti principali da un comunicato stampa, il decreto taglia scartoffie contiene un provvedimento che riguarda la RC auto, cioè l’assicurazione obbligatoria sulla responsabilità civile per i veicoli che circolano su strada. Ricordiamo che, perché un decreto diventi effettivamente legge, esso deve essere firmato del presidente della Repubblica; dopo la conseguente pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, resterà in vigore per 60 giorni. In questo arco di tempo il Parlamento deve convertirlo in legge (può anche introdurre delle modifiche), altrimenti decade automaticamente. Vediamo cosa potrebbe accadere alla RC auto dopo questo provvedimento.
Decreto taglia scartoffie e assicurazione RC auto
Il comunicato sul decreto taglia scartoffie, relativamente all’assicurazione RC auto, dice poche parole, le seguenti: “RC auto equa sul territorio – Per realizzare una RC auto equa, con canoni differenziati rispetto al territorio, si eliminano i vincoli di trasferimento della polizza da un assicuratore a un altro“. A ciò si aggiunge la dichiarazione del ministro allo Sviluppo economico e vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio: “Le assicurazioni auto saranno finalmente eque; in alcuni posti si pagava davvero troppo“. Tutto qui. Il testo del decreto non è ancora stato reso noto.
Si sono però diffuse parecchie osservazioni dubbiose da parte degli addetti ai lavori. La situazione attuale è questa: a seconda della provincia di appartenenza di chi richiede la polizza, la tariffa può cambiare anche di parecchio. I parametri utilizzati dalle compagnie si basano sulla valutazione del rischio d’incidente in una certa zona, mediante le statistiche; ma tengono conto anche del fenomeno delle truffe sui risarcimenti. Per questi motivi generalmente le tariffe nelle province meridionali sono più alte di quelle settentrionali, a volte con differenze enormi. Incidenti e truffe sono realtà concrete, questo è innegabile. Ma il dubbio che molte compagnie ne approfittino è lecito.
Tuttavia sulla base di questo annuncio stringato è molto difficile capire come il Governo intende modificare la situazione. I più maliziosi hanno sottolineato che l’equità sulle tariffe si può raggiungere in due modi: abbassare i prezzi dove si paga di più; oppure alzarli dove si paga di meno. Sono circolate simulazioni compiute da alcuni assicuratori; si ipotizza ad esempio una diminuzione delle tariffe fino al 65% a Napoli, mentre a Trento salirebbero del 25% e a Bolzano l’aumento sarebbe addirittura del 40%. Questo perché le compagnie in qualche modo dovrebbero compensare la diminuzione delle tariffe nelle zone dove il rischio è più alto. “Compensare” significa aumentare i prezzi delle polizze nelle altre province. Ma si tratta, appunto, di ipotesi, basate su un testo che nessuno ha visto. C’è da capire però come si concilierebbe in pratica l’esigenza di equità con la differenziazione dei canoni sul territorio.
La scatola nera: aumento RC auto anche qui?
Esiste però un altro campo d’intervento, secondo gli osservatori: la scatola nera. Cioè quel dispositivo elettronico (derivato da analoghe apparecchiature in uso da molti anni su aerei e navi) che registra parecchi dati sull’attività del veicolo: data, ora e posizione esatte dell’auto in ogni momento, anche quando è ferma; rileva anche velocità, frenate, accelerazioni, giri del motore, marce inserite, attivazione dei dispositivi di sicurezza. Tutti questi dati, e altri ancora, vengono continuamente inviati via satellite ai server della compagnia assicurativa.
In questo modo è possibile ricostruire con esattezza il movimento del veicolo in caso d’incidente (e anche di furto), rendendo più facile l’accertamento delle responsabilità (nonché profilare accuratamente anche lo stile di guida del conducente, anche quando non commette incidenti). Ciò riduce drasticamente le possibilità di truffe. In cambio della nostra autorizzazione ad installare sul nostro veicolo ciò che, sotto tutti i punti di vista, è un Grande Fratello orwelliano (inquietante quasi quanto quello televisivo), le compagnie applicano uno sconto sulla polizza. Lo sconto era inizialmente facoltativo, la legge 124/2017 lo ha reso obbligatorio.
Tuttavia a quanto questo sconto possa ammontare è lasciato alle compagnie. Inoltre, sebbene sia prevista la possibilità teorica della portabilità della scatola, di fatto questa va smontata e restituita alla compagnia se si decide di cambiare quest’ultima. Quindi alcuni ritengono che il Governo possa intervenire sugli sconti, aumentandoli ulteriormente (già sono differenziati) nelle province a maggior rischio. Ma anche in questo caso la conseguenza sarebbe una diminuzione degli sconti nelle province meno rischiose. Quindi, di fatto, un premio più alto.
Legge di bilancio, anticipo acconto imposta: altro rischio aumento RC auto
Un fattore di rischio ben più alto, nel senso di rischio d’aumento delle polizze, potrebbe arrivare dalla legge di bilancio 2019, il documento che annualmente stabilisce quanto lo Stato vuole spendere, per fare cosa e come intende finanziare queste spese. Quindi quante tasse farà pagare ai cittadini. Una delle misure varate dall’attuale Governo prevede che verrà aumentato l’acconto d’imposta sui premi assicurativi.
L’acconto d’imposta è previsto per parecchie fasce di contribuenti, accade anche per l’Irpef. In pratica, si paga una parte di tasse prima ancora di guadagnare il denaro sul quale quelle tasse verranno poi calcolate. Per le assicurazioni (tutte), la legge precedente prevede un acconto del 59% per il 2019 e del 74% per il 2020. Ma la nuova legge di bilancio vuole aumentare l’acconto al 75% per il 2019%, al 90% per il 2020 e al 100% per gli anni successivi.
Anticipare imposte su denaro non ancora incassato comporta una diminuzione del denaro disponibile, fin qui è chiaro. In che modo le compagnie assicurative potrebbero recuperare questo denaro? Aumentando i premi delle polizze. Soprattutto quelli sulle polizze obbligatorie, dove il cittadino non ha scelta. Quindi anche la RC auto. Attualmente siamo nel campo delle ipotesi. Non sappiamo se le compagnie aumenteranno effettivamente i premi (anche se tutto lascia supporre che lo faranno); inoltre nel passaggio parlamentare potrebbero esserci modifiche, come regolarmente è accaduto in passato. Non necessariamente in meglio.