Lotus: l’Omnivore Engine consuma il 10% in meno rispetto ai migliori benzina
Il Lotus Omnivore Engine, propulsore due tempi presentato dalla casa di Hethel al Salone di Ginevra 2009, ha dato risultati incoraggianti nei suoi primi test di consumo: secondo la casa, la base di partenza del LOE sono valori inferiori del 10% rispetto alle più moderne unità a benzina dotate di iniezione diretta stratificata. Anche le
Il Lotus Omnivore Engine, propulsore due tempi presentato dalla casa di Hethel al Salone di Ginevra 2009, ha dato risultati incoraggianti nei suoi primi test di consumo: secondo la casa, la base di partenza del LOE sono valori inferiori del 10% rispetto alle più moderne unità a benzina dotate di iniezione diretta stratificata. Anche le emissioni migliorerebbero drasticamente.
Il LOE è un piccolo due tempi flexfuel ad iniezione diretta, che vanta un rapporto di compressione variabile ed un principio di funzionamento che lo ascrive alla categoria dei propulsori HCCI (come il DiesOtto di Mercedes, per citare un esempio recente), vale a dire quelle unità che come i diesel accendono la carica spontaneamente ai carichi parziali, ma che sfruttano l’accensione comandata dalla candela -proprio come i benzina- nelle altre condizioni.
I ricercatori Lotus si sono soffermati in particolare sull’ottimizzazione della combustione ai bassi regimi, che rappresentano la parte preponderante del funzionamento di un motore nell’utilizzo reale. E proprio ai 2000 giri si ottiene la differenza maggiore rispetto ai benzina a iniezione diretta stratificata, circa il 10% in termini di consumi, appunto. Impressionanti poi i valori delle emissioni nocive: gli ossidi di azoto (NOx) si attestano sulle 20 ppm, mentre idrocarburi incombusti e monossido di carbonio sono paragonabili a quelli dei quattro tempi.
Quale futuro vede Lotus per il suo Omnivore? Un ruolo da capostipite per una famiglia di efficienti propulsori flexfuel a rapporto di compressione variabile destinati alla produzione. La casa inglese ha già in mente un suo target ben preciso, i segmenti C e D del mercato, ma aggiunge che per i loro bassi costi, la loro architettura low-cost e la loro efficienza energetica, gli eredi dell’Omnivore si presteranno agli impieghi più svariati.
“Stiamo discutendo con alcuni costruttori per la loro eventuale adozione dell’Omnivore e presto presenteremo una variante pluricilindrica del motore”, dichiara Lotus. La casa inglese ne é convinta: i due tempi, soprattutto grazie alle loro ridotte perdite energetiche ai bassi e medi carichi, torneranno in futuro anche nel mondo dell’auto, aiutati -perché no- dalla nuova capacità di funzionare con più carburanti. Siamo pronti a questa rivoluzione?