2028: Greenpeace chiede lo stop alla vendita di auto convenzionali entro dieci anni
L’obiettivo nasce per combattere il surriscaldamento globale nel più breve tempo possibile, ipotizzando vari scenari e soluzioni.
Secondo Greenpeace, per combattere davvero il surriscaldamento globale è auspicabile lo stop alla commercializzazione di auto a benzina, diesel e ibride entro il 2028. In questo modo, il parco veicoli a combustione interna diminuirebbe dell’80% entro il 2035, fino alla totale estinzione entro il 2040.
L’associazione ambientalista ha commissionato lo studio al gruppo di ricerca DLR che, allo scopo, ha utilizzato il software di simulazione Vector21. DLR ipotizza due scenari per limitare il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi, obiettivo prefissato dagli Accordi di Parigi sul Clima, uno più fattibile e realizzabile al 50%, l’altro più ottimistico e realizzabile al 66%.
Il surriscaldamento globale potrà essere rallentato al 50%, secondo DLR, con lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2030, mentre le auto ibride tradizionali dovrebbero essere bandite dal 2037. In questo modo, nel 2050 circolerebbero solo auto elettriche e alcuni veicoli ibridi. L’obiettivo del surriscaldamento globale contenuto, invece, sarebbe fattibile al 66% solo con il bando ad auto a benzina e diesel dal 2025, mentre la vendita di auto ibride dovrebbe essere interrotta nel 2030, per poter avere solo auto elettriche in circolazione dal 2050.
Greenpeace vorrebbe il divieto alla commercializzazione di auto a combustione interna entro dieci anni non solo per migliorare il clima globale, ma anche per risolvere la crisi dell’inquinamento atmosferico e migliorare la qualità della vita. Inoltre, chiede maggiore responsabilità da parte dei governi e, soprattutto, dei costruttori automobilistici. Infine, Greenpeace non auspica la mera sostituzione di auto convenzionali con auto elettriche, ma la riduzione del numero dei mezzi privati e lo sviluppo di formule alternative come car sharing e trasporto pubblico.