Ford non venderà Focus Active in USA a causa dei dazi di Trump verso la Cina
I dazi imposti da Trump veso la Cina fanno una vittima eccellente: la Ford Focus Active. L’auto, assemblata in Cina, non sarebbe più conveniente da vendere negli USA
Solo due giorni, domenica 9 settembre, fa il presidente Donald Trump aveva tweettato “Ford ha interrotto bruscamente il piano di vendere negli Stati Uniti una vettura compatta prodotta in Cina a causa dei dazi troppo alti. Questo è solo l’inizio! Ora quest’auto può essere prodotta in USA e Ford non pagherà alcun dazio”. Il riferimento era alla Ford Focus Active, vettura ritenuta “compatta” per i standard americani e prodotta in Cina.
Peccato, però, che tutto questo non succederà. Ford infatti ha fatto sapere che non intende spostare la produzione della Focus Active dalla Cina agli Stati Uniti, cosa che le permetterebbe di evitare i pesanti dazi imposti da Trump alle importazioni di beni prodotti in territorio cinese. Autoveicoli inclusi.
“Ford has abruptly killed a plan to sell a Chinese-made small vehicle in the U.S. because of the prospect of higher U.S. Tariffs.” CNBC. This is just the beginning. This car can now be BUILT IN THE U.S.A. and Ford will pay no tariffs!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 9 settembre 2018
Il motivo lo ha spiegato Mike Levine, responsabile della comunicazione di prodotto per il mercato nord-americano. E lo ha fatto sempre via Twitter. Levine ha spiegato che non sarebbe redditizio costruire la Ford Focus Active negli Stati Uniti, considerato il volume di vendite annuo previsto inferiore alle 50.000 unità e il suo segmento altamente competitivo, che rende molto basso il margine di profitto su ogni vettura.
I motivi elencati da Levine spiegano, almeno in parte, la scelta di spostare la produzione della Focus Active in Cina. C’è da aggiungere che negli Stati Uniti la preferenza degli automobilisti è passata dalle classiche berline ai SUV e ai fuoristrada, che garantiscono profitti più elevati ai costruttori. Fin qui, Ford aveva importato la Focus Active dalla Cina agli USA, ma ora i dazi rendono non conveniente questa scelta e di trasferire di nuovo la produzione in America non se ne parla neppure.
Jon Gabrielsen, economista esperto del settore Automotive, ha commentato in maniera molto critica l’operato dell’amministrazione Trump e il tweet domenicale del Presidente: “è un’ulteriore prova che né il presidente né i suoi consiglieri commerciali hanno alcuna idea della complessità delle catene di approvvigionamento globali”.
“Questo costringe Ford a rinunciare alle vendite che avrebbe generato avesse potuto continuare ad importare quel veicolo di nicchia, pur con bassi volumi”, ha aggiunto Gabrielsen.