Scandalo emissioni Giappone: errori per Suzuki, Mazda e Yamaha
Recenti indagini interne ordinate dal governo dopo le irregolarità precedenti di Nissan e Subaru hanno riscontrato inaccuratezze nei test. Non ci sono state manipolazioni dei valori di emissioni e consumi
Proseguono le notizie su irregolarità nelle procedure delle ispezioni condotte nelle fabbriche che stanno ampliando lo scandalo sulle emissioni in Giappone.
Nei mesi scorsi, in seguito ad indagini interne, erano emerse manomissioni sui controlli di qualità relativi a consumi ed emissioni riguardanti Subaru e Nissan. Le verifiche condotte dal costruttore delle Pleiadi avevano riscontrato irregolarità su 903 auto su 6.939 controllate. I controlli della Nissan invece avevano scoperto irregolarità per 1.171 veicoli su 2.187 controllati.
In seguito a questi fatti, a luglio il ministero dei trasporti giapponese aveva ordinato a tutti gli altri costruttori di automobili di eseguire analoghe indagini. Una nota dell’organismo governativo diffusa il 9 agosto informa che sono state riscontrate irregolarità nei test su veicoli di Suzuki, Mazda e Yamaha.
Tutti i veicoli controllati, così come quelli degli altri costruttori sopra citati, riguardano modelli commercializzati solo in Giappone. In nessun caso i livelli di emissioni e consumi sono risultati in contrasto con la legge, quindi non sono previsti richiami.
Tuttavia sono stati contrassegnati come approvati veicoli in cui i test non erano stati condotti esattamente secondo le specifiche previste. In particolare gli errori riguardano leggere deviazioni nelle velocità utilizzate durante i test; ciò avrebbe dovuto rendere i risultati non validi, invece sono stati ugualmente validati.
La Suzuki ha comunicato che nell’indagine su 12.819 veicoli prodotti dal 2012 sono state riscontrate irregolarità in circa il 50% dei casi. In una conferenza stampa del 9 agosto il presidente Toshihiro Suzuki si è scusato, dichiarando: “Sono profondamente dispiaciuto e condurrò ogni sforzo per prevenire ricorrenze del problema“.
La Yamaha Motor ha diffuso una nota in cui, scusandosi, informa che su 7 automobili i test erano stati validati impropriamente. Il costruttore aggiunge che a parte l’errore nel non escludere quei risultati, nessuna manipolazione è stata compiuta sui dati. La casa ha fatto rieseguire i test e tutti i veicoli sono risultati conformi alle normative.
La Mazda ha comunicato che su 1.472 veicoli testati sul ciclo JC08 (lo standard normativo per i veicoli venduti in Giappone) sono emersi errori in 72 casi, dove la velocità del veicolo si discostava più del consentito dall’andamento della velocità prescritto dalla modalità di prova. Nessuna irregolarità invece è stata riscontrata sui veicoli sottoposti ai test WLTC.
Inoltre non è emersa nessuna alterazione o falsificazione dei dati delle prove in entrambe le modalità. La casa ha concluso la nota spiegando che “Rapidamente è stata accertata la situazione e sono state messe in atto le misure per evitare che il problema possa ripetersi in futuro“.