Opel, i sindacati bocciano l’offerta BAIC: “Non c’è interesse per il lungo termine”
I sindacati dei lavoratori Opel si sono pronunciati oggi contro l’offerta di BAIC, la multinazionale cinese che intende assumere il controllo del costruttore tedesco.Gli asiatici hanno recentemente offerto 660 milioni di euro per entrare in possesso di Opel e Vauxhall, ma secondo le rappresentanze dei dipendenti, da parte di BAIC non ci sarebbe un concreto
I sindacati dei lavoratori Opel si sono pronunciati oggi contro l’offerta di BAIC, la multinazionale cinese che intende assumere il controllo del costruttore tedesco.
Gli asiatici hanno recentemente offerto 660 milioni di euro per entrare in possesso di Opel e Vauxhall, ma secondo le rappresentanze dei dipendenti, da parte di BAIC non ci sarebbe un concreto interesse per la sopravvivenza di Opel sul lungo termine. Come se non bastasse, secondo Rainer Einenkel, capo del consiglio di fabbrica di Bochum, la promessa dei cinesi di non chiudere impianti, verrebbe smentita dai fatti.
L’interesse di BAIC dunque, secondo Klaus Franz, numero uno dei consigli di fabbrica Opel, sarebbe rivolto alla sola tecnologia di Opel. Lo scopo, in sostanza, è quello di operare un travaso di know-how in favore dei prodotti cinesi. La stoccata finale dà la misura del “gradimento” di cui gode l’offerta cinese presso Franz: “BAIC non ha alcuna esperienza di come vada l’automotive mondiale”.
Nonostante BAIC abbia confermato l’intenzione di vendere 500.000 Opel ogni anno in Cina entro il 2015 (partendo dalle 60.000 previste per il 2010), l’offerta si trova ancora di fronte ad un muro di rifiuti da parte di molte istituzioni tedesche. E non solo perché i cinesi vorrebbero portare parte della produzione in patria: un simile provvedimento andrebbe infatti a scapito della fabbrica belga di Anversa.
Harald Lieske, capo del consiglio di fabbrica di Eisenach, uno stabilimento che dovrebbe andare incontro ad una sospensione della produzione, ha dichiarato che il provvedimento rovinerebbe l’impianto, i cui dipendenti, in sostanza, perderebbero il ritmo produttivo attuale, una volta tornati in attività: “Come i musicisti, anche gli operai hanno bisogno di rimanere in attività per non perdere il ritmo. Le operazioni in fabbrica vengono costantemente affinate tramite un processo di apprendimento continuo”.
Ancor più drastico il presidente del Land in cui è situata la fabbrica, che definisce “completamente fuori discussione” un appoggio all’intesa con BAIC. Più chiari di così…
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