Natural born gt: la nostra prova su strada della Mercedes Classe E Coupé
La nuova Mercedes Classe E Coupé ha una capacità formidabile: la sua linea può vantare un elemento stilistico semplicemente magnetico. Quel padiglione così filante, affusolato, basso, disegnato dal vento ha fatto girare le teste di chiunque ci abbia visto scorrazzare sul lungomare della Versilia, insolitamente assolato e caldo per il mese di maggio, che di
La nuova Mercedes Classe E Coupé ha una capacità formidabile: la sua linea può vantare un elemento stilistico semplicemente magnetico. Quel padiglione così filante, affusolato, basso, disegnato dal vento ha fatto girare le teste di chiunque ci abbia visto scorrazzare sul lungomare della Versilia, insolitamente assolato e caldo per il mese di maggio, che di primavera quest’anno ha avuto solo il nome.
Vabbè, tanto meglio per noi, che ci siamo sorseggiati un aperitivo d’estate coi fiocchi a bordo della nuova sportiva della Stella. Una gt nel senso più puro del termine, capace di nascondere un piacevole -ma mai eccessivo- pugno di ferro nel suo elegante, moderno guanto di velluto. Venite con noi a conoscerla da vicino.
Mercedes Classe E Coupè: le foto della prova su strada
Dunque, come dicevamo in apertura, questa nuova Classe E Coupé ha indubbiamente un suo fascino inconfondibile. Se parlare di bellezza oggettiva è una sciocca illusione, d’altra parte non si può negare come la due porte di Stoccarda riesca ad esprimere dei valori di eleganza sportiva moderni e non del tutto rintracciabili nel passato della marca, non almeno in quello dell’antenata più recente, la morbida CLK W209, visibilmente più orientata verso valori stilistici meno aggressivi e dinamici.
Accanto a ciò, anche la ricerca stilistica è andata incontro ad un approfondimento evidente. Ci spieghiamo. Su questa E Coupé, tutti i dettagli della carrozzeria, dalla bella e dinamica nervatura della fiancata, fino al pronunciato passaruota posteriore e ai LED a “L” (due elementi che già suscitano animate discussioni), mostrano un’attenzione e una cura del particolare facili da riconoscere, e da ricondurre ad una notevole organicità di concezione estetica. Insomma, fuori, anche nonostante qualche particolare più “forte” e meno digeribile (o forse proprio grazie a questi ultimi?) la E Coupé c’è piaciuta. Parecchio. Ma accomodiamoci dentro e cominciamo a fare qualche distinzione.
Aperto lo sportello, seduti al posto di guida, il primo pensiero va subito al sedile che più che sostenerti, ti avvolge. “Ottimo”, ragioni silenziosamente, pensando alle curve che ti attendono in pista fra qualche ora. Oltre che contenitivi, i sedili sono anche molto belli e ricercati nel loro design così ostentatamente sportivo. Anzi, diremmo che sono senza dubbio la componente più riuscita del luminoso abitacolo (uno spettacolo con i quattro finestrini aperti), con la loro forte profilatura, i poggiatesta incorporati e il rivestimento in pelle nera con le cuciture chiare. Un contrasto perfetto e visivamente molto riuscito che accresce anche la qualità percepita.
Trovare la posizione di guida congeniale, anche con la regolazione ibrida manuale-elettrica di cui era dotato il nostro esemplare, è facile per chiunque, e a proposito di ergonomia va sottolineata anche l’impugnatura sportiva del volante, con gli inserti in pelle traforata nella zona 9:15, appena sopra le due razze orizzontali. Viene da sé che un posto guida siffatto ti invita a guidare con la seduta bassa ed il volante in posizione praticamente verticale…
Il problema, se così si può chiamare, viene volgendo lo sguardo alla console: non per carenza di funzionalità, dal momento che sia il manopolone del Comand che i rimanenti controlli si assimilano subito dopo un po’ di apprendistato, quanto per un discorso di qualità percepita. I materiali sono al solito scelti con grandissima cura e gli assemblaggi non abbandonano la consueta finitura maniacale Mercedes, ma a proposito di impatto visivo siamo davanti ad un insieme forse meno scenografico rispetto alla vecchia CLK.
Lo avevamo già detto a proposito della GLK e lo ripetiamo qui: il nuovo interior design non sarà digerito da tutti i clienti della Stella. Sarà per quelle bocchette d’aerazione dal profilo banalotto e poco integrato con la parte inferiore della console, sarà per qualcos’altro, fatto sta che non siamo stati convinti del tutto dalle nuove scelte di Wagener in questa parte dell’abitacolo.
Venendo alla strumentazione, al di là del celebre layout che da sempre contraddistingue il quadro delle Mercedes, ci soffermiamo velocemente sulle informazioni digitali sui vari sistemi di bordo, navigabili con i comandi al volante e visualizzate all’interno del tachimetro. Per non perdere di vista la strada mentre si è in marcia, il consiglio è quello di farsi un’idea dei menu e delle icone quando si è fermi, magari con il manuale d’uso a portata di mano.
Note non del tutto piacevoli sono venute dalla visibilità, che, come immaginerete, è piuttosto limitata nella parte posteriore. Se di lato va tutto bene, anche grazie ai montanti posteriori più snelli rispetto ad altre concorrenti, dietro c’è poco da fare: senza i sensori di parcheggio è difficile capire quanto spazio di manovra ci sia ancora al di là del lunotto. Ma su una coupé così sensuale siamo più che disposti a fare qualche rinuncia…
Alla sensualità delle forme, e alla scarsa visibilità posteriore, si accompagna spesso (se non sempre) qualche disagio per gli occupanti. Precisamente, laddove davanti si viene accolti in maniera regale, chi siede dietro deve invece mettere in conto di rimanere a corto di spazio in altezza. E non è una constatazione valida solo per gli spilungoni, anzi. Beninteso, i quattro posti sono “veri”, spazio per le gambe ce n’è, le 2+2 sono tutt’altra roba. Ma un po’ d’aria in più sopra i capelli sarebbe stata cosa gradita. Al contrario va benone il bagagliaio, che è il solito grosso pozzo delle coupé tedesche. Lo spazio è davvero abbondante, e per giunta l’aspetto si presenta molto curato grazie alla morbida moquette nera che lo riveste.
Rinunce di nessun tipo inoltre, a livello di dotazioni, di serie e optional. Soprattutto a proposito di sicurezza attiva, la Classe E Coupé non teme rivali: dall’Attention Assist all’Adaptive High-Beam Assistant, passando per i fari bi-xeno di serie sulla nostra Avantgarde e l’ultima generazione del Pre-Safe, c’è di che far contenti gli appassionati di hi-tech.
Ora però è giunto il momento di passare alla parte più gustosa della nostra prova, la descrizione del comportamento su strada e in pista di questa Classe E Coupé, la ricerca della sua natura più intima e interessante.
Dunque, partiamo con una considerazione preliminare, che viene subito a galla con i primi chilometri a bordo dell’auto: il comfort di questo coupé, dopo aver provato quello della berlina, sembra ad una prima impressione un po’ inferiore rispetto a quest’ultima, soprattutto in termini di assorbimento puro.
Ciò non toglie che siamo pur sempre a bordo di una Mercedes, e che al di là di noi quattro gatti appassionati (no, maniaci) che ci mettiamo a cercare la minima asperità per sentire le risposte delle sospensioni e del telaio, in pochi si accorgeranno della differenza. Il carattere dominante dell’esperienza di guida, in autostrada, in città e più in generale nell’impiego quotidiano di questa E Coupé, rimane una impressione di comfort costante e difficilmente perturbabile, almeno con i nostri cerchi da 17″.
Tanto più che pure sul 3.0 V6 CDI da 231 CV che equipaggiava la nostra E 350 CDI Avantgarde è stato svolto un lavoro di insonorizzazione esemplare, che a malapena rende riconoscibile l’alimentazione a gasolio quando il motore gira al minimo. La GLK 220 CDI di appoggio sta lì a farci notare la differenza a modo suo: brontolando…
Le qualità del motore non si limitano solo alla sua voce discreta, ma investono anche gli aspetti più importanti e gratificanti, primo fra tutti l’allungo da qualunque regime. L’elasticità del sei cilindri è denunciata dalla rapidità sorprendente con cui la lancetta del contagiri fa su e giù davanti a te, ogni volta che dai gas e poi rilasci: un vero spasso. I motori Mercedes si sono sempre fatti notare per la loro grande disponibilità di coppia e questo 3.0 V6 non fa eccezione: anche riprendendo dalla settima a velocità “urbane” non si fa alcuna fatica con 540 Nm là davanti.
Tuttavia, da garantire prestazioni sempre superiori alle imposizioni della circolazione quotidiana, ad affermarsi come unità sportiva ce ne passa. Il V6 Mercedes, anche in virtù del 7G-Tronic, che pur garantendo cambiate veloci predilige la dolcezza nei passaggi di marcia -praticamente inavvertibili in modalità Comfort-, si configura come un’unità potente e molto graduale, piena e consistente, ma mai rabbiosa.
A questo proposito il genuino telaio della Classe E Coupé, in grado di tener testa a cavallerie ben più esuberanti, ha dichiarato ufficialmente: “Datemi un cavolo di V6 biturbo e faccio un casino”. A parte gli scherzi, visto il lavoro eccellente svolto da Mercedes sul 2.1 CDI, da cui sono stati tirati fuori la bellezza di 204 CV e 500 Nm, c’è da augurarsi che anche il 3.0 V6 prima o poi riceva in dono una seconda turbina, per avvicinarsi alla soglia dei 300 CV e -perchè no- superare quella dei 650 Nm. La macchina, credeteci, lo chiede a gran voce, consapevole delle sue capacità.
Le doti dinamiche della E Coupé infatti, segnano un deciso progresso rispetto a quelle della CLK W209 e qualificano a pieno titolo la macchina come una vera gran turismo, in grado di sfoderare, come scrivevamo in apertura, caratteristiche stradali all’altezza di molte situazioni nella guida allegra. Se lo sterzo, pur preciso nel direzionare le ruote anteriori dove si vuole, risulta forse un po’ troppo leggero e servoassistito, tutto il resto del pacchetto dinamico è assolutamente all’altezza del compito.
I freni, anche dopo una bella mattinata in pista che c’è servita a lasciare come souvenir qualche etto di gomma sull’asfalto, non hanno mostrato fatica. L’azione del pedale è piuttosto potente e non comunica molto bene la quantità di sforzo necessaria volta per volta, ma bastano tre o quattro frenate “toste” per modulare gli interventi a puntino.
Per il resto, anche con la gommatura da 17″, e non con quella più sportiva da 18″, e senza l’AMG Sportpaket (che offre assetto ribassato e sospensioni irrigidite) il rollio, pure nelle curve più strette è tutto sommato contenuto ed il comportamento è decisamente neutrale e rassicurante.
Il telaio è chiaramente più rigido, sincero e rapido di quello della berlina, oltre che più agile per via del baricentro più basso e del passo e della massa ridotti rispetto a quest’ultima, ed è stato sviluppato evidentemente per avere reazioni controllabili da chiunque. Se -provocandola-, viene fuori una lieve tendenza a smusare sul misto più lento, c’è veramente da impegnarsi per indurre un comportamento sovrasterzante, che peraltro viene castrato dall’ESP quando ce n’è bisogno.
Ora, come sempre in conclusione, veniamo ai prezzi: la nostra Classe E 350 CDI Avantgarde, senza nemmeno l’ombra di un optional, è in vendita a partire da 56.256 euro. Tanto? Macché! Guardando con attenzione al listino, ci si accorge che siamo quasi 3400 euro sotto la corrispondente versione berlina. Indovinate un po’ quale ci stuzzica di più…