Ricomincia a salire il prezzo della benzina
Nell’estate del 2008 abbiamo assistito ad uno scenario economico-finanziario che ha minato fortemente alle fondamenta della nostra mobilità: in quel periodo, le quotazioni del petrolio giunsero intorno ai 150 dollari al barile e il conseguente prezzo della benzina salì a circa 1,60 euro al litro. Per molti è un lontano ricordo, visto anche il successivo
Nell’estate del 2008 abbiamo assistito ad uno scenario economico-finanziario che ha minato fortemente alle fondamenta della nostra mobilità: in quel periodo, le quotazioni del petrolio giunsero intorno ai 150 dollari al barile e il conseguente prezzo della benzina salì a circa 1,60 euro al litro. Per molti è un lontano ricordo, visto anche il successivo calo di greggio e carburanti. Ma lo spettro di un rialzo dei prezzi è in agguato. E le conseguenze potrebbero essere più gravi di quelle a cui abbiamo già assistito.
Si avvicina l’estate e le associazioni dei consumatori lanciano l’allarme, soprattutto per gli aumenti alle pompe di benzina registrati in questi giorni. In una nota diramata dalla Codacons, il Presidente Carlo Rienzi denuncia: “La velocità disarmante con cui crescono i prezzi di benzina e gasolio alla pompa rispetto le quotazioni del petrolio conferma i sospetti di speculazione a danno dei cittadini. Basti pensare che i rialzi immediati dei listini alla pompa comportano un maggior esborso per gli automobilisti pari a 7 euro a pieno, considerato che il prezzo corretto alla pompa dovrebbe essere inferiore di almeno 12-14 centesimi di euro al litro. Nei mesi scorsi abbiamo assistito ad un lento adeguamento, seguito poi da un blocco speculativo. Oggi siamo in presenza di incrementi del prezzo del petrolio a 57-58 Dollari al barile ed immediatamente vi è stato un adeguamento “speculativo” a 1,26 euro al litro. Secondo i nostri calcoli, il prezzo si dovrebbe attestare sui 1,11-1,12 Euro al litro e dovrebbe seguire una diversa velocità, pari a quella a cui abbiamo assistito nella discesa del prezzo”.
D’altro canto, i petrolieri si difendono affermando che i prezzi al consumo crescerebbero meno velocemente del costo della materia prima: “Le quotazioni internazionali della benzina, dalla fine di aprile ad oggi, hanno registrato un progresso di oltre 90 dollari a tonnellata, pari a 4,3 centesimi euro al litro, mentre per il gasolio di 56 dollari a tonnellata, corrispondenti a 2,6 centesimi euro al litro. Nello stesso periodo – prosegue l’Unione Petrolifera – il prezzo industriale della benzina, cioè al netto delle tasse, ha invece mostrato un aumento di 3,2 centesimi euro al litro, mentre quello del gasolio di 1,2 centesimi. A parità di quotazioni internazionali e tenendo conto dell’effetto del cambio, oggi i prezzi al consumo di entrambi i carburanti risultano comunque inferiori 3-4 centesimi euro/litro rispetto a sette mesi fa”.
Codacons e altre associazioni a difesa dei consumatori hanno espressamente chiesto al Governo di intervenire tempestivamente. Inoltre, le associazioni chiedono ad “alta voce” la liberalizzazione del settore, con l’introduzione delle cosiddette “pompe bianche”, vale a dire stazioni di servizio all’interno dei centri commerciali. Una realtà ancora scarsamente diffusa in Italia, al contrario del resto d’Europa. Se il Governo intervenisse in queste direzioni, si potrebbero risparmiare circa 15 centesimi al litro sui prezzi dei carburanti.
Via | Soldiblog (Grazie a reo85 per la segnalazione)