Guida in stato di ebbrezza: assolta per un modulo
Una donna di 25 anni è stata assolta dal Tribunale di Venezia per un vizio formale dopo esser stata trovata positiva ad alcool e drug test.
Bravo l’avvocato, ha fatto il suo mestiere molto bene. Ma la giustizia ne esce molto male. E’ giusto assolvere una persona fermata dopo un incidente mentre guidava sotto l’influenza di alcool e droga? No, per niente. E’ accaduto? Purtroppo sì. Sono i casi, tanti, troppi, in cui la lettera della legge vince sulla sostanza; i formalismi burocratici battono lo scopo sociale per il quale la norma è stata concepita. La guida in stato di ebbrezza o alterazione da sostanze stupefacenti non sembra essere presa troppo sul serio da troppa gente.
Come riporta il quotidiano veneto Il Gazzettino, una donna di 25 anni è stata assolta dal Tribunale di Venezia, nonostante il test con prelievo del sangue effettuato al pronto soccorso dopo l’incidente avesse confermato la presenza di alcool e cannabis. La Procura aveva chiesto una condanna a 6 mesi di reclusione. Perché invece è stata assolta? Perché nel modulo del consenso informato al prelievo, che la persona sottoposta al test deve firmare, mancava una crocetta, una X, nella casella apposita.
Ogni commento è inutile. Queste sono le cose che accadono quando le leggi vengono scritte male, in fretta e sotto la spinta emozionale di qualche grosso fatto di cronaca politicamente sconveniente. Se le cose si facessero ragionando e con coscienza, tali scappatoie non sarebbero possibili.
Cos’è più importante? Il preteso diritto di chi è sospettato di aver guidato ubriaco e/o drogato di avere tutti i cavilli burocratici in ordine? O forse dovrebbe essere il diritto sacrosanto di tutti gli utenti della strada di essere protetti da tali incoscienti?