Parigi 2008: “Detto tra noi…” seconda parte
Continuano i nostri commenti a ruota libera sulle novità del Salone di Parigi 2008. Qui trovate la prima parte.Lancia: non osiamo immaginare la difficoltà riscontrata da Olivier Francois nel redigere il proprio discorso. Tanti sorrisi e poche date commerciali mentre tutti, ma proprio tutti, presentano novità. Piace conoscere i successi commerciali della Delta, la rinnovata
Continuano i nostri commenti a ruota libera sulle novità del Salone di Parigi 2008. Qui trovate la prima parte.
Lancia: non osiamo immaginare la difficoltà riscontrata da Olivier Francois nel redigere il proprio discorso. Tanti sorrisi e poche date commerciali mentre tutti, ma proprio tutti, presentano novità. Piace conoscere i successi commerciali della Delta, la rinnovata attenzione verso il marchio o sentir elencate le innumerevoli collaborazioni avviate con marchi nel settore moda, ma Ypsilon e Musa ormai non ne possono più. Nella speranza di non diventare patetici ripetendo la stessa solfa, aspettiamo fiduciosi.
Lexus: linea filante, tetto in alluminio leggerissimo, velocissimo e raffinatissimo, profilatura aerodinamica ottima ma…cos’ha realmente la nuova IS 250C per fregare le noiose rivali tedesche, se non c’è riuscita la berlina? Rimarrà molto probabilmente la (bella) scelta di chi vorrà (giustamente) distinguersi dall’oceano di cabrio premium teutoniche, anche se noi le auguriamo ben altro destino, perché se lo meriterebbe. Assolutamente di secondo piano il restyling della IS berlina.
Lotus: la Evora è “enorme” per essere una Lotus, ha un passo esagerato, ma va guidata per capire se possiede il DNA giusto. Il concetto di 2+2 è una pura opinione, infatti il pacchetto si chiama “Plus Zero” e pare si possa eliminare in fase d’ordine. Il design del tre quarti posteriore è un po’ tormentato, ma nel complesso si fa apprezzare. Gli interni hanno una dose extra di confort che potrebbe non piacere ai clienti Lotus, vedi il “pesantissimo” impianto multimediale con display touch screen. Nel frattempo viviamo felici con la Exige Cup 260 my2009, da portar via di notte dal salone tanto è bella…
Mazda: Ormai siamo esperti dello stile Nagare dei prototipi Mazda che, pian piano, diventano più realistici. Anche questa Kiyora ha forme molto fantasiose, eppure sembra più plausibile delle altre, forse anche per le dimensioni da auto media. Delusione per la mancanza del restyling della RX8, mentre la nuova MX5 cambia poco, ma in maniera positiva. Meriterebbe una prova su strada per valutare il cambio automatico con comandi al volante, anche se da sempre la MX5 ha un cambio manuale talmente piacevole da usare da non meritarsi di perdere il pedale della frizione. Delusione anche per il mancato debutto dell’attesa Mazda 3, che invece è apparsa nella apatica versione berlina al salone di Sidney.
Maserati: Allora questa novità ? La MC concept si è fatta vedere a Monza ma non è arrivata al salone di Parigi, dove invece facevano bella mostra di sé il restyling della Quattroporte e la Granturismo in versione normale ed S. Niente da dire sull’ottimo momento dei prodotti del tridente, ma l’enfasi del comunicato faceva pensare a ben altro.
Mercedes: discorso complesso. Come del resto è complesso il presente del marchio, a cavallo tra solida ma ingombrante tradizione e primi decisi passi verso un ringiovanimento globale. La bella (dal vivo addirittura bellissima) e originale Fascination va nella direzione giusta: più creatività e dinamismo, meno classicità. Più pullover, meno gessato, se preferite. Classe C BlueEFFICIENCY e Classe S BlueHYBRID (prima ibrida del mondo agli ioni di litio ragazzi!) sono due eccellenti esempi di modernità progettuale, la S 600 Pullman -stupenda, anacronistica, esagerata, monumentale- è puro distillato di tradizione Mercedes e la SLR Roadster ha una linea erogena, roba da storia dell’automotive design. Motivo in più per rimpiangere la sua meccanica assolutamente non all’altezza. E’ altresì evidente che “per colpa” della 722 S, qui a Parigi AMG è stato relegato in un cantuccio, con la sola SL 63, ma senza la marziana SL Black Series, che avrebbe dato troppo “fastidio”.
Mini: forse l’hanno esposta nella posizione sbagliata, così vicina al pubblico e rialzata da sembrare ancora più paffuta di quanto non sia, fatto sta che la Crossover Concept non ha impressionato. La soluzione delle portiere è interessante, cento volte meglio della Clubman attuale, ma di sicuro costa troppo per superare la fase di prototipo. Piuttosto viene da dire che l’unica, vera, classica Mini sta perdendo il suo concetto originale: tra station, fuoristrada e cabriolet quasi si fa fatica a ricordarsi che la più affascinante resta sempre la 2 porte con qualche accessorio giusto.
Mitsubishi: ma cosa hanno fatto alla Colt ? Prima era originale, ora ha perso tanta armonia. La “faccia” della Evo era evitabile, la fa sembrare più vecchia di prima. Strana anche la Lancer Sportback, con questo nome da Audi ed il suo lunghissimo portellone: vedremo se Mitsubishi l’ha fatta solo rispondere alla Impreza oppure se ci sono dietro motivazioni tecniche per un futuro ritorno alle competizioni al massimo livello. Rimane il fatto che la decima evoluzione della Evo non ha quella grinta primordiale delle sue antenate.
Nissan: in attesa della 370Z si sfiora la depressione. Pixio e Note restyling, auto di sostanza, non creano scompensi ormonali, mentre guardando la simpatica Nuvu viene da chiedersi che razza di auto guideremo fra pochi anni. Roba da alzarsi la mattina, aprire il garage, chiudere il garage e andare a piedi. Altro effetto suscita la GT-R, relegata in un elegante separé dove gustarla e “smanacciare” con il suo sistema di intrattenimento/gestione. Suscita timore e curiosità – ci si chiede come diavolo possa andare così veloce una simile balenottera metallizzata –, non certo lodi per il design; qualche volta, però, conviene usare lo scudo del “chissenefrega”. Va forte? È brutta? Bene, nessuno è perfetto.
Opel: ma che coda infinita ‘sta Insignia Sports Tourer! Lo sbalzo posteriore è a dir poco “notevole”…ma rimane il fatto che chi la comprerà baderà a tutt’altri aspetti. I pregi non mancano alla nuova media Opel: spaziosissima, gradevole esteticamente, ben costruita, equipaggiata di tutto punto, e con un rapporto qualità-prezzo che continua a strappare applausi, come scrivevo giorni fa. Nota di merito anche per la versione ecoFLEX, che non monta un “polmone” per tirare giù consumi ed emissioni, ma un vigoroso 2.0 CDTI da ben 160 CV. Insomma, se GM ha l’acqua alla gola, la sua figlia tedesca è apparsa in gran forma…
Peugeot: Di nuovo ibride, motori elettrici, inquinamento: non sanno parlare d’altro in questo salone, se non altro Peugeot lo fa proponendo una concretissima concept Prologue, con la quale sfidare i crossover del mercato e con la RC. Peccato che quest’ultima sembri un’Audi R8 allungata e trasformata nell’ennesima berlina-coupè. La 308 CC, pronta per i concessionari, migliora non poco rispetto al modello precedente, perdendo quel posteriore sproporzionato che solo la versione WRC faceva sparire. Al salone di Parigi presenti anche le 607: l’unico luogo al mondo dove poterne vedere più di una !
Porsche: Continua l’attesa della Panamera, con il risultato che lo stand Porsche è defilato, semi deserto e privo di novità di rilievo. La Cayenne ibrida puzza ormai di vecchio e non si decide a diventare di serie, per fortuna la RS Spider, una GT2 ed il restyling della 997 tirano su il morale. La Cayman S Sport è davvero interessante ed allestita con gusto, ma arriva a fine serie per far fuori i pezzi prima del restyling, mentre la Boxster design Edition 2 è un filino troppo da tedeschi con la sua colorazione bianca integrale. Difficile giudicare la Cayenne S Transsyberia, non è ben chiaro chi vorrà comprarsi un SUV nero e arancione con i fari di profondità sul tetto ed un prezzo degno di una supercar.
Renault: Per fortuna c’è la Megane III: la nuova media francese è davvero convincente e nella versione coupè, abitabilità posteriore esclusa, piace e fa ben sperare in una gustosa versione RS, visto anche la splendida e animalesca Trophy. Due parole anche sulla Laguna Coupè: elegante anche se un po’ carente di grinta, vuoi per il frontale “banale” vuoi per le fiancate piatte, ma troverà sicuramente una sua fetta di mercato. Sembra perfetta per l’uomo di mezza età con la voglia di sportiva ma disposto a non rinunciare a niente: il prezzo, abbinato al badge Renault, la renderà comunque rara fuori dai confini francesi. Purtroppo il resto è imbarazzante: le concept Z.e. e Ondelios sono lontane dalla realtà e si salvano solo per la tecnologia ibrida che propongono, mentre la Kangoo Bebop è qualcosa di “irricevibile” dal vivo. Proporzioni sballate, difficile comprensione dei reali vantaggi della configurazione aperta e soprattutto una domanda: come cavolo salgono e scendono i passeggeri posteriori ? Dal baule ?
Saab: qualunque cenno di vitalità è ben accolto, anche un prototipo esteticamente “tozzo” (molto meglio la 9-X originale rispetto a questa Air), ma comunque tecnologicamente avanzato. Non solo per l’avveniristico Canopy Top, ma soprattutto per il motore BioHybrid che sta sotto il cofano. Personalmente sono entusiasmato in modo particolare da tecnologia e potenzialità di questo propulsore e mi permetto di fare il tifo per gli svedesi, sicuro di interpretare il pensiero di molti: forza Saab, ti rivogliamo tra i grandi, dove meriti di stare!
Seat: signore e signori il premio per l’auto più inutile del salone va di diritto alla Exeo ! Come riciclare una Audi A4 B7 e vivere felici cambiando pochi dettagli e aggiungendo gadget elettronici, con una operazione che rasenta il banale e poco c’entra con il dinamismo ed il “family feeling” delle ultime proposte Seat. Per il resto la Ibiza Sport Coupè non è poi così emozionante, molto meglio la Cupra, ma gli interni ed alcune plastiche troppo chiare la fanno probabilmente sembrare più povera di quanto non sia il realtà. In generale l’Ibiza non sembra già più un prodotto appena uscito, soprattutto se messa vicino alla nuova Fiesta.
Skoda: lo dico? Evabbè, lo dico. Tra Exeo e Octavia restyling la battaglia è durissima. Nonostante con quest’operazione di puro badge-engineering Seat abbia perso una buona fetta di dignità, sul piano della linea, la Skoda appare parecchio più vecchia della cugina-rivale. C’era proprio bisogno di un restyling che ha in parte snaturato quell’armonia discreta e rassicurante della gradevole versione attuale? Forse no. Poi, che Skoda abbia mantenuto una facciata di maggiore autonomia rispetto agli spagnoli non si discute, ma a che prezzo…
Ssangyong: quasi al buio, in un angolino di uno degli stand più defilati di Paris Expo, se ne stava zitto zitto il concept C 200. State attenti a non sottovalutarlo, perchè al di là di alcune indecisioni stilistiche nei gruppi ottici posteriori, i coreani hanno di colpo aggiustato il tiro rispetto agli orrendi Actyon, Kyron e Rodius. Questa C 200 coglie nel segno, sia stilisticamente che come product placement: agli asiatici devono aver spiegato che all’automobilista medio di queste latitudini piacciono tanto i crossover a gasolio e loro ne hanno subito preparato uno. Non ci resta che aspettarlo.
Subaru: il boxer diesel arriva sull’impreza, fino a qualche anno fa sarebbe stata una follia. Del resto anche una Impreza 2 volumi non aveva senso, mentre adesso fa bella mostra di sè in versione STi e WRC. Almeno per ora non hanno presentato la vociferata STid, ma tanto è solo questione di tempo. Menzione per la Tribeca: è diventata “normale”, visto che la prima serie aveva un frontale inguardabile, ma resta abbastanza assurdo pensare al boxer 6 cilindri benzina come unico motore disponibile.
Suzuki: carina, la nuova Alto, ma niente più. Sicuramente più fantasiosa della Nissan Pixio, stesso progetto ma frontale diverso. Onesta, compatta, parsimoniosa e molto probabilmente anche economica. E che vuoi di più da un’utilitaria? Sarà lei ad affossare definitivamente la Fiat 600 nei cuori di chi ha semplicemente bisogno di quattro ruote, un volante e un bel carico di praticità e simpatia?
Tesla: dal vivo la Tesla Roadster è davvero fin troppo simile alla Elise da cui deriva. Impressionante il vano posteriore dove un enorme pannello cela alla vista qualunque dettaglio di motore e batterie. Gli esemplari esposti sono probabilmente ancora di preserie, come dimostrano le finiture, ma sopratutto resta il dubbio sui problemi alla trasmissione ed ai ritardi nella vendita. Per ora resta un punto di domanda ed i 100.000 € richiesti per un esemplare in Europa fanno riflettere anche gli ecologisti più convinti.
Toyota: ma quale quattro posti! Forse tre, con il passeggero seduto dietro che allunga le gambe sul sedile di fianco! Come avrete capito si parla della innovativa, anzi rivoluzionaria iQ. A leggere la cartella stampa ti convinci che chi l’ha progettata merita il “premio-coraggio” di Parigi 2008: davvero tanto di cappello agli ingegneri, che avranno sudato sette camicie per farla così tecnicamente intelligente da strappare il titolo di piccolo genio alla Yaris prima ancora di arrivare. Ma, insomma, c’è modo e modo di annunciare le buone cose che si fanno: sì, ci sono quattro sedili dentro, ma anche chi non è altissimo, sedendo sulla panchetta posteriore tocca il padiglione con la testa. Comunque, troppo troppo nuova e “diversa” per giudicarla così superficialmente. Discorso differente per la collaudatissima Avensis: gamma completa, qualità degli interni ottima, linea armoniosa (soprattutto la station) e rassicurante. Molto rassicurante. Troppo rassicurante! Soporifera. I banalissimi gruppi ottici posteriori sono stati inseriti nel manuale “Designer: cose da non fare”. Tipico caso di palate di sostanza inserite in un involucro bigio. Ma dove sta scritto che dev’essere per forza così?
Volkswagen: che la Golf 6 sembrasse un restyling lo avevamo già detto, ma è probabile che la stessa Volkswagen l’abbia capito: c’era davvero poca enfasi per l’arrivo dell’ennesimo capitolo della media tedesca e la precipitosa presentazione della GTI lo testimonia, quasi a voler risollevare un debutto in tono minore. Gli interni sono decisamente migliorati, ma l’estetica lascia il tempo che trova, persino la GTI manca di grinta e deve ringraziare la somiglianza con la Scirocco nel frontale. Proprio la nuova coupè e la Passat CC sono le auto più interessanti dello stand: nel parcheggio dei Vip la CC accanto a miriadi di Phaeton (tutte aziendali…) faceva la sua porca figura.
Volvo: gli svedesi si lanciano sulle ennesime versioni ecologiche chiamate DrivE, senza tante complicazioni e batterie al litio, ma sempicemente con accorgimenti tecnici per limare il possibile senza spendere una fortuna. Prendono tempo o non hanno alternative ? Di sicuro devono ringraziare la XC60, un gran bel prodotto, ma perchè aspettare ancora a presentare la 2WD diesel ? Ormai il mercato vuole questo e non la C30 che già “puzza” di vecchio, purtroppo.
Concludiamo con una riflessione spontanea, dopo l’abbuffata di novità e dichiarazioni ufficiali. A giudicare da quello che abbiamo visto, è probabile che entro 5 anni gran parte dei nostri test saranno incentrati su volt, batterie e consumi da record, probabilmente tutti guideremo auto piccole, leggere, intelligenti e pulite. Un mondo dove le auto medie potrebbero non servire più, dove tutti potrebbero-dovrebbero avere più di un veicolo per potersi adeguare alle esigenze del momento.
In questo contesto potrebbero avere più senso sportive, Suv e vetture di alta gamma, considerate come svago, momento d’evasione o compagne per viaggi che esulino dal classico casa-ufficio. Forse avrà più senso una berlina-coupè ipertecnologica da 400Cv che non l’ennesima media studiata con ogni attenzione, visto che saremo “costretti” a muoverci con microscopici modelli elettrici nella vita di tutti i giorni, sognando la guida “Vera” nel tempo libero. Nell’attesa, guidate motori endotermici e godeteveli, finchè siete in tempo !