Formula 1, GP Azerbaijan 2018: il commento della gara
Il commento di Matteo Babalus sulla scoppietante gara di Baku, quarto appuntamento del Mondiale 2018 di Formula 1.
Bim Bum Baku! Muri, velocità stratosferiche, gomme che non vanno in temperatura. Un cocktail micidiale. Un altro gran premio scoppiettante nonostante un tracciato compatibile solamente con la Formula E.
Si inizia subito forte dal venerdì con macchine sparate nelle poche vie di fuga a ruote bloccate e qualcuno proprio a muro. Asfalto sporco e vento freddo hanno reso difficile l’interpretazione delle varie mescole nonché lo sfruttamento. Una costante di questo gran premio cittadino è Sirotkin. Per rendere omaggio alla sua ex Grande Madre Russia ha cercato di allargare il tracciato per renderlo più tecnico e restringere la sua Williams ogni giorno. Ostinato.
Venerdì partono forte le Red Bull, oramai Ricciardo è in palla, tutto gli riesce. Ha un unico problema: Max. Nel box, in pista, negli impegni commerciali ed allo sfasciacarrozze. Un incubo. Mercedes sempre misteriosa, Bottas sempre più sul pezzo rispetto ad Hamilton, Ferrari sottotono ma che mostra una capacità di analisi e di reazione sconosciute fino allo scorso anno.
Ferma Raikkonen dopo pochissimi giri di prove libere, lo manda all’open bar e tira giù tutto il retrotreno per cambiare la sospensione posteriore. I risultati riportati durante le PL2 le daranno ragione. Finalmente la squadra, la macchina ed il simulatore a Maranello funzionano come e più dei team inglesi. Impressionante. Rinasce inoltre la Force India, brava a far funzionare le gomme, così come la Williams.
Sabato non ce n’è per nessuno. Kimi sembra intoccabile. Vola, guida di fino, lascia scorrere, accarezza i cordoli. Tutto bellissimo. Tranne l’ultima curva. Canna la Q2 ove per rimediare deve calzare una mescola più morbida degli altri, compromettendo la strategia di gara e canna la Q3. Credo non sia mai andato a corda, lì. Perde una pole position stellare già scritta e già pagata dai bookmaker. Perde anche nei confronti delle due Mercedes ma ci regala un sovrasterzo di potenza e di ignoranza degno della Ferrari 126 ck. Quella di Gilles.
Iceman è divenuto emotivo. Quando serve freddezza si scioglie. Di sicuro, come diceva il Drake, il figlio non lo ha rallentato di un secondo ma lo ha reso sensibile.
Pole di Vettel, al primo tentativo. Canna anche lui col secondo treno di gomme in Q3, bloccando in frenata. Ma Sebastian è Sebastian, quest’anno fa paura e gli è sufficiente un colpo solo per prendersi la prima casella dello schieramento.
Le gomme proprio non vogliono lavorare nella loro finestra migliore. E’ difficilissimo per tutti tirare fuori un giro pulito. La griglia di partenza descrive ancora una volta le performances delle squadre, con l’anomalia gradita della Force India.
Gasly e Hartley si danno ancora appuntamento ma fortunatamente, questa volta, non si incontrano. Si sfiorano con 250 km/h di scarto. Il primo tirava come un disperato per entrare in Q2 mentre il secondo vagava per la pista cercando di capire se la macchina avesse ancora tutte e quattro le ruote attaccate dopo un bacio col muro.
Praticamente “Sliding Doors 2”, tra Cina e Baku. Pronti, via! Ocon e Raikkonen fanno a ruotate, pezzi rosa della Force India ovunque e macchina ferma e Sirotkin, per non smentirsi, disintegra di nuovo la Williams contro Alonso ma la causa scatenante è Hulkenberg. Kimi rientra ai box per cambiare l’ala e le gomme, così come Alonso. La Safety Car è gia in pista. Anche le Haas tentano l’azzardo con entrambe le auto, con pit stops al primo e secondo giro.
Chi è in pista invece tenta in ogni modo di tenere le gomme in temperatura, si vede di tutto, scatole dello sterzo a battuta, ruote fumanti sia in trazione sia in frenata. La gara riparte ed è un assolo stupendo e perfetto di Vettel. Si ferma al giro 22 Hamilton, che ha rincorso Sebastian per tutta la gara senza afferrarlo. Al giro 30 si ferma Sebastian. Bottas primo. Nel frattempo le Red Bull ci divertono con staccate e ruotate in sintonia e simpatia. Il muretto box li lascia combattere, Max e Daniel non si fanno pregare.
Uno deve dimostrare di essere il numero uno indiscusso in squadra, l’altro di non essere il numero due. In staccata si centrano. A 330 km/h non è facile calcolare i cm, si percorrono circa 91 metri al secondo. Volano fuori con una scenografia importante di scintille e fumo. Newey perde i pochi capelli rimasti. Per come la vedo io, ha sbagliato Ricciardo, nonostante il doppio cambio di traiettoria di Max. Chi tampona ha sempre torto. Ma la Formula 1 è anche questa.
Safety Car in pista, Bottas fortunello rientra ai box per il primo cambio gomme seguito da tutto lo schieramento, gomme buone per gli ultimi giri di fuoco. Grosjean però scalpita, vuole vendicarsi di Magnussen che in questo avvio di stagione lo sta massacrando, così anticipa i fuochi d’artificio in regime di Safety Car e si spara a muro mentre scaldava le gomme. Genio.
Bruttissima l’immagine di una dozzina di persone in pista, con medical car ed un enorme carroattrezzi. Si scaldano gli animi e le gomme in vista della ripartenza, Bottas detta il ritmo ed azzecca di nuovo la ripartenza ma Vettel non ci sta.
Arriva come una furia in scia, tira la staccata, lo passa ed inizia ad inserire la macchina. L’anteriore sinistra si blocca, va lungo, riesce comunque a girare ma ha spiattellato la gomma, rendendo poi impossibile la difesa su Perez, bravissimo terzo al traguardo, capace di capitalizzare tutti momenti di una strana gara. Bottas passa su un detrito e la posteriore destra poco dopo cede. Sempre citando il Drake, meglio fortunati che talentuosi. Una vittoria strameritata buttata. Lewis, sempre più vicino a Michael Jordan in quanto a chioma, ringrazia. Un inizio di mondiale decisamente sottotono ma, comunque, torna a casa in testa al mondiale. Secondo Raikkonen, capace di raddrizzare una gara iniziata male sin dalle qualifiche, poi Perez a chiudere il podio.
Vettel, mai domo, chiude quarto. Molti lo criticano dal divano di casa o dalle regie di commento ma lui è lì per vincere ed è quello che sta cercando di fare, rimanendo immune alle stupide domande, supposizioni e coincidenze astrali su questa benedetta terza levetta dietro il volante. Bravo. Sainz quinto e molto concreto, Leclerc sesto posto miracoloso, poi Alonso, Stroll, Vandoorne con quattro soste, decimo Hartley.
Altro Gran Premio divertente, ovviamente li merito è dei piloti ma anche di Liberty Media. In passato ci sarebbero state una pioggia di penalità, mortificando lo spettacolo e le battaglie. Intelligente inoltre nel gestire i vari malfunzionamenti del DRS, quello di Perez in primis, evitando penalizzazioni inutili e posticce. Stupenda la nuova grafica che copre inoltre l’Halo. BRAVA!