Meet Mi.To Blogger Day: al volante della piccola Alfa Romeo
Alfa Romeo ha deciso di aprire un dialogo con il mondo dei blog ed internet, in occasione del lancio della Alfa Romeo Mi.To. Siamo stati così invitati al centro internazionale guida sicura Alfa Romeo di Varano, dove il team capitanato da Gordon De Adamich ha messo a disposizione uomini e strutture per una giornata pensata
Alfa Romeo ha deciso di aprire un dialogo con il mondo dei blog ed internet, in occasione del lancio della Alfa Romeo Mi.To. Siamo stati così invitati al centro internazionale guida sicura Alfa Romeo di Varano, dove il team capitanato da Gordon De Adamich ha messo a disposizione uomini e strutture per una giornata pensata sopratutto per guidare il più possibile la nuova nata del biscione.
Diciamolo subito: Mi.To si è rivelata un bel prodotto, con un handling indovinato ed una taratura degli aiuti elettronici alla guida davvero raffinata. Durante la giornata, ai giri liberi si sono alternate prove di slalom, di frenata, tratti bagnati, analisi della telemetria e confronti con progettisti e tecnici che hanno sviluppato la vettura. Tutte dotate del 1.4 Tjet da 155Cv, le 10 Mi.To a disposizione hanno retto senza problemi la fatica di una giornata tra i cordoli: il motore a dire il vero non è la parte più sensazionale della vettura, sia per il peso (1150kg a vuoto) sia per l’erogazione piuttosto lineare e corposa, mai mai cattiva. Gli elementi che ti fanno venire voglia di fare un altro giro sono altri: lo sterzo preciso, l’assetto con poco rollio, la posizione di guida, la stabilità, la facilità con cui si fa condurre al limite ed il “famoso” manettino DNA.
L’insieme dei sistemi elettronici di aiuto alla guida è infatti gestito dall’unico selettore a tre posizioni che, pur non consentendo il totale disinserimento dei sistemi, modifica totalmente le sensazioni di guida. Escludendo la posizione “All Weater” adatta a fondi a scarsa aderenza e quella “Normal” per l’utilizzo quotidiano, è sopratutto la Dynamic, la più sportiva, a farsi valere: motore più grintoso, spinta decisa oltre i 3000 giri, sterzo più pesante, controlli di stabilità e trazione più permissivi. Tra i cordoli, situazione dove di solito un’auto totalmente stradale va presto in affanno, Mi.To permette di togliersi qualche soddisfazione senza sentirsi “castrati” dall’elettronica. Guidando puliti e fluidi viene concesso spazio al divertimento e solo in situazioni di pericolo i controlli ci mettono una pezza, per altro in maniera discreta ed intuitiva. Ottimi anche i freni, ben modulabili, con un pedale che richiede poco sforzo e restituisce un feeling corretto anche dopo molte frenate al limite.
Durante il test abbiamo utilizzato il circuito di Varano nella configurazione corta e lunga, ma anche uno slalom cronometrato che proponeva fondi ad aderenza differenziata. Proprio tra i birilli, l’elettronica ha di nuovo dimostrato le sue capacità, permettendo “numeri” ma allo stesso tempo non mortificando la guida. Anche in questa prova si finiva per mettere in secondo piano le pur notevoli qualità del 1.4 Tjet, che fa di tutto per non sembrare un turbo e spinge bene fin da regimi inferiori, per poi perdere smalto oltre i 5500 giri. Sicuramente la versione Junior da 78Cv sarà un po’ “seduta” a livello di prestazioni, ma con un telaio del genere sarà gradita agli appassionati e garantirà una sicurezza attiva lodevole. Tutta da scoprire, invece, la 1.6 Mjet, che sulla carta dovrebbe proporre sensazioni simili a quelle del TJet.
Tra una prova e l’altra c’è stato anche il tempo di osservare la Mi.To nei dettagli: nonostante dal vivo sia più affascinante che in foto, rimango dell’idea che il frontale ed i gruppi ottici anteriori siano un po’ sproporzionati rispetto al bellissimo posteriore ed alla fiancata, che a sua volta ha dei passaruota così imponenti da far sembrare piccoli i cerchi da 17″ degli esemplari in prova. Gli interni propongono un bel design, ispirato alle sorelle maggiori ed una posizione di guida davvero indovinata, anche per le persone di alta statura. L’unico elemento che fa ricordare la parentela telaistica con la Grande Punto è la larghezza dell’abitacolo, relativamente limitata. Quanto a finiture abbiamo avuto modo di notare diverse incongruenze ed imprecisioni, ma ci ha fatto piacere scoprire con i responsabili prodotto che questi esemplari di pre-serie presentavano soluzioni che sono già state, in gran parte, modificate (come l’aggancio delle cinture anteriori, il soffietto di pelle sul piantone dello sterzo, le maniglie interne per i passeggieri ed alcuni dettagli di finitura dei sedili). Buono lo spazio nel bagagliaio, ma la soglia di accesso è molto alta.
Alfa Romeo, con questa giornata, ha deciso di parlare per la prima volta con il mondo dei blog ed internet: lo ha fatto puntando all’emozione, alla sostanza, giocando sugli elementi cardine della propria immagine. Proprio quell’emozione che negli ultimi anni è riaffiorata e che, con Mi.To, sembra aver preso una strada ampia e ben delineata. Le critiche degli anni scorsi sembrano aver sortito gli effetti voluti, il marketing “ascolta” ed i tecnici lavorano con un occhio alla sicurezza ed uno al sorriso di chi è al volante: grazie Alfa !