Divieto auto diesel: troppe bugie
L’autorevole periodico tedesco Autobild evidenzia molte fra le contraddizioni della campagna politica contro i motori a gasolio
Il diesel è il peggior nemico dell’umanità, il diesel uccide il pianeta, gli alberi, gli orsi polari, i pesci e, ogni tanto, anche le persone. Il diesel va eliminato dalla faccia della terra. Divieto auto diesel: lo slogan definitivo che farà sparire l’inquinamento in un battibaleno, così saremo tutti felici e contenti, in mezzo agli uccellini che cinguettano e gli scoiattoli che zampettano.
Questo è il messaggio che una parte sempre più consistente del mondo politico internazionale sta cercando di trapanare nel cervello della popolazione mondiale, molto spesso tramite il suo braccio armato, quello delle organizzazioni ambientaliste. C’è però un piccolo particolare che stona: niente di tutto ciò ha un minimo fondamento nella realtà. Una brutta cosa, la realtà, ha il maledetto vizio di non coincidere con le invenzioni della propaganda.
Le contraddizioni politiche sono lampanti: da anni ci scassano i cosiddetti con la storia della CO2 (anidride carbonica) che causa il riscaldamento globale, scioglie i ghiacciai e fra poco il livello degli oceani sommergerà New York e la California. Vero, in parte. Ma allora perché punire la forma di alimentazione che emette meno CO2? Dobbiamo passare ai veicoli elettrici in massa, tutti e subito, dicono. Peccato che ciò non sia possibile in quattro e quattr’otto, e non per una fantomatica cospirazione da parte di case automobilistiche, compagnie petrolifere e sceicchi; semplicemente perché lo sviluppo di questa tecnologia non ha ancora raggiunto la maturità necessaria per una diffusione su larga scala; ci vorranno ancora diversi anni. E poi, siamo veramente sicuri che le auto elettriche siano così pulite?
Leggiamo le parole di una fonte autorevole: Tom Drechsler, il caporedattore del periodico tedesco Autobild. Egli parla della situazione in Germania, tuttavia le differenze con le grandi città di altre nazioni, in Europa e fuori, non sono poi così marcate. Il maggiore pretesto accampato dai crociati anti-diesel: le emissioni di ossidi di azoto (NOx) sono dannose per la salute e queste provengono soprattutto dai diesel. Ma il livello di queste sostanze è sceso nettamente negli anni e ora è sotto controllo, principalmente da quando si è passati ai filtri antiparticolato e ancora di più con gli standard Euro 6. Infatti in Germania dal 1990 al 2015 si è passati da 2,9 a 1,2 milioni di tonnellate: quasi un terzo, e la tendenza è in discesa. Inoltre queste emissioni provengono in gran parte da industria, edifici e navi.
La faccenda della CO2: l’obiettivo dell’Unione europea è ridurre entro il 2020, fra soli due anni, le emissioni nell’atmosfera del 40% rispetto al 1990. Farlo senza diesel, sottolinea Drechsler (come i fatti, del resto), è impossibile. Un esempio su tutti: i SUV. Tutti li vogliono e li desiderano sempre di più. Ma trattandosi di veicoli grossi, alti e pesanti, richiedono molta più energia per muoversi. Di conseguenza emetteranno più CO2. In Germania, ma altrove in Europa non è molto diverso, il 90% dei SUV usa una motorizzazione diesel. Però negli ultimi mesi le immatricolazioni sono calate a favore dei veicoli a benzina, proprio per le minacce politiche di blocchi e divieti sul diesel. E allora, “Ciao, bilancio CO2”, dice Drechsler. Tra l’altro, dice “ciao” proprio in italiano.
Infine: le auto elettriche non sono in realtà a zero emissioni. Come puntualizza il caporedattore di Autobild, bisogna considerare nel bilancio anche l’energia utilizzata per la produzione delle vetture. In particolare, le batterie. E i relativi processi industriali emettono CO2 e polveri sottili in grande quantità. Senza considerare il cobalto, fondamentale componente delle batterie: il maggiore fornitore mondiale è il Congo, dove vengono impiegati molti bambini per scavarlo dalla terra. Non parliamo nemmeno, questo lo aggiungiamo noi, del modo in cui l’energia elettrica viene prodotta.
Le cosiddette fonti rinnovabili incidono per una percentuale trascurabile sul totale: l’efficienza di pannelli solari e pale eoliche è molto scarsa, mentre ancora non viene sfruttato a dovere il potenziale di rifiuti e biomasse. Il grosso dell’energia elettrica nel pianeta è prodotto ancora da centrali nucleari, a petrolio, gas e carbone, oltre a quelle idroelettriche che ormai sono “esaurite” (nel senso che è difficile attingere in quantità significativa a nuove fonti idriche adatte). Ah già, il nucleare è un argomento proibito. Bisognerebbe riflettere seriamente e pianificare in modo razionale le politiche energetiche. Ma il fanatismo è nemico del pensiero e regala immediati titoli ad effetto, buoni per distrarre la popolazione dalla vera questione: risolvere i problemi richiede impegno, capacità e colossali investimenti. Gettare fumo negli occhi invece è gratis e poco faticoso.