Chevrolet: i piani per “attaccare” l’Europa
Chevrolet è intenzionata ad attaccare con sempre maggior convinzione il mercato europeo dell’auto, in cui individua grosse opportunità di crescita per sè e per la sua gamma. In particolare, come del resto da anni rivelano i dati sull’andamento dei mercati nazionali, i paesi est-europei saranno il settore più promettente.La neonata Chevrolet Aveo rappresenta in qualche
Chevrolet è intenzionata ad attaccare con sempre maggior convinzione il mercato europeo dell’auto, in cui individua grosse opportunità di crescita per sè e per la sua gamma. In particolare, come del resto da anni rivelano i dati sull’andamento dei mercati nazionali, i paesi est-europei saranno il settore più promettente.
La neonata Chevrolet Aveo rappresenta in qualche modo il primo passo su questa strada, essendo il primo modello della casa interamente “Made in Europe”. Dallo stabilimento FSO di Varsavia usciranno 60.000 unità nel 2008 e 100.000 nel 2009, numeri importanti, indice di una sostanziale crescita nel vecchio continente, che ha portato la casa nel giro di quattro anni (dal momento della “scomparsa” di Daewoo) a volumi decisamente cospicui: 457.000 le unità vendute nel 2007.
Lo stabilimento polacco costituirà una sorta di avamposto strategico in Europa Orientale, dove la casa intende accrescere le sue capacità produttive, proprio in risposta al boom dell’auto nei paesi dell’ex-Patto di Varsavia. Non solo: i programmi di espansione si allargano fino a toccare l’Asia Centrale. Recente è l’accordo per la produzione di 250.000 unità annue in Uzbekistan e presto (fine 2008) sarà operativo un nuovo stabilimento a San Pietroburgo, da dove uscirà la Chervolet Captiva per il mercato russo.
Anche sulla diversificazione dell’offerta, un piano del tutto diverso da quello meramente geografico, il management intende spingere forte: Wayne Brannon, direttore esecutivo di Chevrolet Europe ha dichiarato che “nel 2006 la nostra gamma copriva solo il 28% dei segmenti di mercato; noi intendiamo portarla entro il 2012 al 65% nei mercati dove siamo già presenti”.