Corvette Driving Days: Test della Corvette Z06
La parola Muscle Car le si addice alla perfezione: la corvette Z06 mostra i muscoli già da fermo ed una volta in movimento fa di tutto per impressionare il pilota con le sue doti. Ho avuto l’occasione di guidare la Z06 model Year 2008 in mezzo alle colline toscane, grazie alla manifestazione “Corvette Driving Days”.
La parola Muscle Car le si addice alla perfezione: la corvette Z06 mostra i muscoli già da fermo ed una volta in movimento fa di tutto per impressionare il pilota con le sue doti. Ho avuto l’occasione di guidare la Z06 model Year 2008 in mezzo alle colline toscane, grazie alla manifestazione “Corvette Driving Days”. In compagnia di un responsabile Corvette abbiamo trascorso un’ora in compagnia della coupè americana per provare una emozione inedita ed inebriante.
Non capita tutti i giorni di guidare un V8 litri da 513Cv e e 637Nm di coppia, per di più montato su una vettura che pesa 1400kg, grazie all’uso di fibre plastiche e carbonio a profusione. L’aspetto della Z06, più arrabbiata e palestrata della pur validissima C6 appena rinnovata, è da supercar con tutti i crismi: bassa, larga, cattiva, con cerchi da 18″ anteriori e 19″ posteriori che celano un impianto frenante ben dimensionato, con dischi dischi da 360mm all’anteriore. L’abitacolo è spazioso e molto comodo anche se si sfiora l’1.90 come nel mio caso, il volante è regolabile elettricamente e lo spazio per i bagagli è decisamente ampio per la tipologia di vettura, anche grazie al portellone. Una volta accomodati si nota subito la leva del cambio manuale un po’ arretrata, ma dopo aver messo in moto il V8 LS7 tutto passa in secondo piano.
Un sistema di valvole negli scarichi rende un po’ deludente il borbottio al minimo, ma so già che ci sarà da divertirsi con la linea più aperta che entra in gioco a 4000 giri. La frizione è davvero leggera considerando cosa deve sopportare ed i primi chilometri nel traffico scorrono senza la minima fatica. La visibilità è buona, la rumorosità davvero contenuta e la Z06 si lascia condurre a regimi prossimi al minimo con una elasticità disarmante. Il cambio è un po’ duro e contrastato, con le posizioni delle marce piuttosto ravvicinate, ma resta utilizzabile senza problemi.
Appena il percorso me lo consente inizio a solleticare i 7000cc del motore, che risponde con fiume di coppia infinito ed una spinta notevole già a 1500 giri ! I rapporti sono molto lunghi e non facile tirare qualche marcia senza stracciare ogni limite stradale, ma è dopo i 4000 giri che il piacere diventa totale: le valvole degli scarichi si aprono, la voce del V8 diventa degna di una auto Nascar e l’ago del contachilometri inizia a muoversi alla velocità di quello del contagiri, chiedendo solo altre marce. E’ difficile resistere alla tentazione e per fortuna i freni a 6 pistoncini anteriori sono prontissimi a riportare la Corvette al ritmo delle auto “umane”.
Da brava Americana la Z06 mi ha subito fatto innamorare della sua forza bruta, della sua voce baritonale e della sua erogazione infinita, ma sulle strade collinari che sto affrontando noto subito degli aspetti piuttosto contrastanti: nonostante tutte le vetture destinate al mercato Europeo siano dotate dell’assetto optional più rigido disponibile, abbinato al differenziale autobloccante al 40%, la Corvette mi sembra un po’ morbida, con un leggero beccheggio ed uno sterzo meno diretto del previsto. Le C6 Model Year 2008 hanno beneficiato di un volante più piccolo, utile per attutire questa sensazione, ma così non è stato con la Z06.
La Z06 è molto diversa dalle supercar Europee, che fanno della rigidità e della precisione chirurgica la loro arma di seduzione. Nonostante la gommatura ribassata e la distribuzione dei pesi la sensazione non è quella di copiare perfettamente la strada nè di “digerire” ogni asperità, sopratutto sul lento. Oltretutto la coppia e la potenza sono tali per cui, anche con l’elettronica inserita, il posteriore tende comunque a muoversi leggermente in accelerazione, rendendo la guida molto “old style”. Dopo tutto la progressività dello sterzo ha motivo di esistere, dal momento che la sensazione è quella di aver bisogno molto spesso di conoscere la nobile arte del controsterzo…
Oggi le case ci stanno abituando a vetture “marziane”, con limiti di tenuta e stabilità impressionanti e sopratutto guidabili senza rischi da appassionati di tutti i livelli. La Corvette è molto diversa e, nonostante un evidente sforzo per renderla più comoda e gestibile rispetto ai modelli precedenti, resta una vettura a cui dare del LEI in moltissime situazioni. Può trottare a 2000 giri in sesta marcia in autostrada (già a 170km/h…) ma appena si cercano le prestazioni serve sangue freddo ed esperienza ben oltre la media.
Mentre la Z06 riposa dopo la breve prova e si lascia ammirare, traggo le mie personalissime conclusioni: quelli che ho scoperto guidandola non sono tanto difetti quanto tratti del suo personalissimo carattere, i problemi “veri” come le finiture scarse o la guida approssimativa dei modelli più anziani sono stati eliminati. In un panorama dove alcune auto di grandissimo livello sono giudicate da qualcuno “noiose ed asettiche”, come l’ Audi R8, questa Z06 è sicuramente un outsider. Il prezzo, una delle sorprese più grandi di questa americana, la rende ancora più appetibile, se si ha il coraggio e la voglia di prenderla per le redini e tentare di domarla.
Grazie alla concessionaria toscana Corvette Bettini Automobili per la collaborazione.