Multato per il finestrino aperto, ma era il furgone del centro accoglienza
A Udine il titolare di un centro accoglienza è stato multato per aver lasciato il finestrino del furgone aperto a prendere aria.
La Polizia Stradale di Udine non fa sconti a nessuno, neanche ai minori non accompagnati del centro accoglienza Bosco di Museis e al suo gestore, Renato Garibaldi.
La storia è breve ma intensa e la riporta il quotidiano La Stampa: Renato, lontano parente del ben più noto Giuseppe Maria, eroe dei due mondi, a inizio ottobre ha parcheggiato il furgone del centro accoglienza a pochi passi da un centro commerciale vicino a un casello autostradale a Tavagnacco. Fa scendere i minorenni ospiti del centro e chiude il furgone con il telecomando, lasciando il finestrino parzialmente aperto.
Perché faceva caldo e non voleva far trovare ai ragazzi il mezzo bollente al ritorno. Torna al furgone circa due ore dopo e trova la multa: violazione dell’articolo 158 del Codice della Strada, sanzione pari a 41 euro più 16 euro di spese di notifica.
In effetti l’articolo 158, al comma 4, recita chiaramente: “Durante la sosta e la fermata il conducente deve adottare le opportune cautele atte a evitare incidenti ed impedire l’uso del veicolo senza il suo consenso“. In pratica “aiutati che Dio ti aiuta“, non si devono agevolare i ladri lasciando aperto un finestrino. E siccome la legge non ammette eccezioni di sorta, poco importa se i ragazzini al ritorno devono sudare un po’ dopo essere saliti a bordo del minivan.
Ma Renato non ci sta e al quotidiano torinese annuncia ricorso al Giudice di Pace: “Cercano di scongiurare i reati contro il patrimonio e intanto sottraggono dalle mie tasche 57 euro: ho già fatto ricorso al Giudice di Pace contro la multa perché ciò che è accaduto è inaudito. Per quanto riguarda la deterrenza al furto del mezzo, dispongo di un apposito dispositivo, mentre per il suo contenuto preferisco risparmiare i soldi del finestrino rotto. Nel Ducato precedente lo hanno distrutto tre volte, per rubare un’autoradio che non valeva nulla“.
Gli fa eco la dirigente della Stradale, Anna Lisa Mongiorgi, che difende i colleghi che hanno fatto la multa: “Hanno correttamente applicato la sanzione prevista. Il mezzo era posteggiato in quella zona da oltre due ore. Lavoriamo con buon senso e non vogliamo essere rigidi: capita di allontanarsi per qualche istante, ma non era questa la circostanza. Stiamo parlando dell’uscita da un casello autostradale, dove gli episodi criminosi sono in aumento. Certamente meglio una sanzione da pochi euro, 28 se avesse pagato entro cinque giorni dalla notifica, sfruttando il 30% di riduzione prevista dalla legge, che il furto del mezzo“.