Auto a guida autonoma, Nvidia rilancia con DRIVE PX Pegasus per i robotaxi
Nvidia presenta una nuova piattaforma hardware per la guida autonoma di livello 5 e annuncia: 25 aziende la useranno per i robotaxi.
Dopo le recenti notizie che la vedevano un po’ all’angolo, Nvidia stupisce tutti e rilancia la sua posizione tra gli sviluppatori di tecnologie per le auto a guida autonoma presentando la sua nuova piattaforma: NVIDIA DRIVE PX Pegasus.
Si tratta di una evoluzione della precedente piattaforma, la Drive PX 2, che già permetteva di allestire auto a guida autonoma di livello 2 e 3. L’evoluzione Pegasus, invece, è progettata esplicitamente per le auto a guida autonoma di livello 4 e 5. Tanto che, afferma il costruttore, già oltre 25 compagnie stanno lavorando sulle piattaforme Nvidia per realizzare i primi robotaxi.
Tuttavia, se oggi è necessario riempire di strumenti tecnologici il bagagliaio delle auto per trasformarle in veicoli che si guidano da soli, con la nuova piattaforma Pegasus sarà necessario solo un piccolo computer. Questo perché, afferma Nvidia, Pegasus può elaborare 320 trilioni di operazioni al secondo.
Nvidia, fino a oggi, ha fornito la base tecnologica su cui si sono basati i sistemi di guida assistita di Tesla. Recentemente, però, è girata l’indiscrezione che Tesla stesse dialogando con AMD per la fornitura di tecnologia alternativa a quella di Nvidia. Nel frattempo l’altro gigante del settore tecnologico, Intel, non stava certo a guardare visto che a quanto pare le prossime Tesla useranno proprio chip Intel per i sistemi di infotainment al posto dei chip Nvidia.
Di nuovo Intel, poi, da qualche giorno ha iniziato una campagna pubblicitaria con LeBron James come protagonista per invitare gli americani ad avere fiducia nelle auto che si guidano da sole. Ancora Intel, a marzo, ha comprato l’israeliana Mobileye (attore importante nel settore della guida autonoma) per la non certo modica cifra di 15 miliardi di dollari. Mobileye sviluppa tecnologie di guida autonoma per BMW e gruppo FCA.
FCA che, come è noto, già da inizio anno collabora con Google per mettere su strada auto a guida semiautonoma. Google che sogna (e lavora per) l’auto a guida autonoma dal 2009, ha trasformato la sua divisione per l’intelligenza artificiale a bordo dei veicoli in una vera e propria azienda a sé stante a fine del 2016.
E se i big del settore tech salgono a bordo dell’auto, cosa dire dei big dell’auto che si buttano nel settore tech? Come Volkswagen, che ha scelto una società di calcolo quantistico per sviluppare un sistema di analisi delle informazioni sulle flotte circolanti, o come BMW che vuole costruire un enorme data center a Monaco. O come Bosch, infine (ma non avremmo neanche finito), che vuole addirittura costruire chip per le auto a guida autonoma.