Mercato auto Italia: +8,1% a settembre, ma è invasione di km zero
Non bastano166.956 auto immatricolate per sorridere: da inizio 168.000 le vetture che si sono intestate i concessionari
Mercato auto, i dati di vendita di Settembre 2017 by Blogo Motori on Scribd
Il mercato dell’auto in Italia a settembre 2017 cresce del +8,1% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, con 166.956 vetture immatricolate contro 154.399. Basta però badare all’uso dei termini per capire cosa ci sia dietro ad una salita che sembra inarrestabile, ma non lo è affatto. Nei primi nove mesi dell’anno, abbiamo avuto 1.533.710 nuove autovetture, ancora una volta diciamo “ immatricolate” per un incremento del 9,0% sulle 1.407.020 auto che risultano nello stesso periodo del 2016. Ma ripetiamo ancora una volta l’aggettivo “immatricolato”, e non “venduto”.
Analizzando i dati diffusi oggi dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, infatti, ci sono dati positivi dal punto di vista algebrico, ma anche un problema pratico. Il Centro Studi Unrae, l’organismo che raggruppa le case automobilistiche straniere che operano in Italia, segnala con una certa decisione che “il livello delle giacenze di autovetture autoimmatricolate presso la sola rete dei concessionari ha raggiunto le 168.000 unità/em>”. In sostanza, sui piazzali delle concessionarie italiane sosta un esercito di vetture che le stesse aziende si sono autointestate, facendo figurare la vendita ma non trovando ancora un cliente reale. I km zero non sono certo una novità, ma un fenomeno di queste dimensioni ha del clamoroso: parliamo un numero di auto che rappresenta oltre un mese di vendita. E in questo campo non si è mai parlato di “tredicesima”. C’è di più, perché come riferisce la pubblicazione specializzata Interauto News “il 50% delle immatricolazioni è stata fatta negli ultimi 3 giorni di settembre”.
Mercato drogato? Troppo tardi per dirlo.. Le km zero non sono per nulla una furberia all’italiana, ma da sempre una pratica adottata in tutta Europa. In Francia oltre il 20% delle auto si infila in questo canale, in Germania arriviamo al 25% e nel Regno Unito non si fatica a superare il 30% . Il punto casomai è prendere atto che, con quelle 168.000 vetture in sosta sui piazzali al momento, nel nostro paese esistono di fatto non uno ma due mercati automobilistici, con la “selezione a listino” per i clienti che vogliono aspettare accedendo a promozioni ridotte per ottenere esattamente la vettura che desiderano, e poi l’offerta già pronta che beneficia di sconti decisamente più forti, ma è limitata alle disponibilità di modelli non nella configurazione più richiesta dai clienti. Su questo non bisogna essere ipocriti, i concessionari fanno ormai regolarmente due lavori. Bisognerebbe capire quanto redditizi.
Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari in Italia è brutalmente realistico: “Il mercato auto 2017 si avvia a sfiorare i 2 milioni di auto grazie soprattutto all’iniezione costante di km zero che peserà circa il 15% del totale, ovvero oltre 330.000 vetture. Il che equivale a 136.000 pezzi in più del 2016, tra km zero e demo. Mentre il canale privati flette del -4%, questi i dati reali per chi volesse fare un ragionamento corretto e asettico”. Che succede? Che dobbiamo cominciare a ragionare esclusivamente di “domanda di auto”. Molto altro ormai è finito nei libri di storia.
Cresce del 26,8% il canale del noleggio con un’ottima performance sia del breve termine (+93,4%), sia del lungo termine (+10,2%), che archivia una percentuale di mercato del 19,9% nel mese e del 22,9% da gennaio a settembre. Queste sono persone reali. Il fatto che non passino per i concessionari dovrebbe preoccupare chi le auto le fabbrica e ha perso ogni rapporto con i clienti. Se è vero che il mercato a settembre 2017 ha raggiunto 166.956 auto immatricolate, e si tratta dei volumi più alti per questo mese dal 2009 quando superò le 190.000 unità, ricordiamoci però che del noleggio allora non c’era traccia.
Saltato definitivamente lo schema, quel che rimane davvero interessante invece è valutare i gusti. Il dieselgate ha intaccato poco o nulla le preferenze degli italiani, con le motorizzazioni a gasolio che crescono del +8,5% a settembre e del +8,6% nei primi 9 mesi 2017. Poi l’altra Italia, con il Gpl che ha ripreso a correre e sale del 16,9% a settembre, +27,2% nell’anno, ma nulla in confronto al boom delle vetture a motorizzazione ibrida che ringraziano un modello di estremo successo come la Toyota C-HR: +48,7% a settembre ( 5.956 vendite ) e +70,3% da gennaio, ( 48.275 vetture ) . Il paragone con le auto elettriche neanche si pone, perché crescono +25% nel mese e del 49,3% nel periodo gennaio-settembre, ma è ancora una contabilità millimetrica, con 1.423 auto immatricolare da inizio anno.
Attendendo l’arrivo di novità importanti viste al Salone di Francoforte, come la Volkswagen T-Roc, Suv compatto destinato a detta della stessa azienda tedesca diventare un best seller paragonabile a Golf, Fiat Panda resta stabilmente in cima alla classifica di vendite con 12.455 immatricolazioni a settembre e 114.016 nei nove mesi. Panda, Tipo, lancia Ypsilon e 500 occupano i primi quattro gradini con 500X e 500L, sostenendo la crescita del 2,7% del Gruppo FCA, dove il marchio Jeep fa invece un salto del 44,3 per cento fino alla quota di record di mercato del 3,1 per cento: merito di Renegade e della Compass. Tra chi cresce e molto c’è Renault (+25%), Audi (+22%), Citroen (+20%), Dacia (+15%), Nissan (+57%) e Peugeot (+12%), con il fenomeno Seat che aumenta le vendite del 60% e contribuisce al risultato dell’intero Gruppo Volkswagen , +7% e primo tra gli stranieri in Italia con un totale di 23.827 auto vendute a Settembre e 195.968 nei nove mesi. In epoca di Km zero evidentemente pagano i gusti e non le polemiche.