Veritas RS3
Senza dubbio, apprezzare anche le auto d’epoca permette una visione più elastica del panorama automobilistico mondiale. Chi ha occhi solo per le auto moderne senza dare uno sguardo al passato, invece, rischia di non essere in grado di apprezzare certe creazioni dell’era pionieristica del motorismo, magari rinate ai giorni nostri con uno slancio emotivo che
Senza dubbio, apprezzare anche le auto d’epoca permette una visione più elastica del panorama automobilistico mondiale. Chi ha occhi solo per le auto moderne senza dare uno sguardo al passato, invece, rischia di non essere in grado di apprezzare certe creazioni dell’era pionieristica del motorismo, magari rinate ai giorni nostri con uno slancio emotivo che merita attenzione. Ecco perché, secondo noi, apprezzare le auto moderne significa conoscere anche i gioielli del tempo che fu.
Veritas è stato un piccolo ma attivo costruttore tedesco dell’immediato dopoguerra. Produsse agguerrite barchette fino ai primissi anni 50, equipaggiate con motori BMW che seppero distinguersi nell’oceano di piccoli costruttori che già affollava il panorama sportivo nonostante il mondo si fosse ritrovato in ginocchio (Cisitalia, Ferrari, Abarth, Porsche, Maserati…).
Nel 2001, la Veritas si riaffaccia sulla scena internazionale con una ardita e avveniristica concept, nelle cui linee non è difficile riconoscere il design delle barchette d’un tempo. La nuova nata si chiama RS3
Equipaggiata, esattamente come cinquanta anni prima, con motore V12 BMW di 6 litri di cilindrata, aveva una potenza di 670 Cv e coppia massima di 670 NM. Il telaio è a struttura tubolare, con un peso di soli 950 Kg. Le prestazioni dichiarate erano superiori ai 360 km/h. Decisamente particolare, il design si ispira al 100% alle sue progenitrici: carrozzeria tipo barchetta, con lo spazio per il posto del passeggero chiuso da un coperchio, rollbar profilato dietro la testa del pilota. Decisamente una riuscita re-interpretazione moderna di concetti ormai dimenticati.