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Mazda: 10 anni di Kodo Design

Dal 2010, l’immagine del marchio di Hiroshima riassume nei propri modelli una personale espressione di bellezza essenziale del movimento in un oggetto in partenza statico.

Ogni costruttore propone sul mercato una personale interpretazione del concetto di autoveicolo. Gli stilemi sono quanto mai vari, anche nell’attuale generazione di modelli che, ad una prima occhiata, può a volte rivelare una certa omogeneità di immagine. In realtà, spesso sono i dettagli a rappresentare le differenze sostanziali fra un costruttore e l’altro.

Ci sono, tuttavia, Case costruttrici che da sempre rivelano più di altre un approccio di stile immediatamente riconoscibile, nel quale la mano del progettista tiene conto di molteplici aspetti del vivere quotidiano, inteso nella propria essenza. Uno di questi è Mazda, che – nel presente 2020 in cui il marchio di Hiroshima festeggia il secolo dall’esordio industriale – celebra i dieci anni dal debutto ufficiale della filosofia “Kodo-Soul of Motion”.

Dalla concept Shinari del 2010…

La ricorrenza cade, per la precisione, il 19 novembre: lo stesso giorno di dieci anni fa, in occasione dell’apertura al grande pubblico del Salone di Los Angeles 2010, Mazda poneva la concept Shinari sotto i riflettori dell’opinione pubblica. Un modello che, sotto la guida del responsabile Design di Mazda Ikuo Maeda, ha rappresentato la “base di partenza” verso un modo tutto nuovo – e nello stesso tempo “tradizionale” per i suoi riferimenti con l’individuazione dell’automobile in quanto oggetto vitale, come vedremo – di concepire il mezzo di trasporto.

… alla gamma 2020

Dal prototipo che inaugurava il nuovo corso stilistico-filosofico Mazda è derivata una lineup di vetture che hanno, in due fasi evolutive in successione, trasferito il linguaggio Kodo nella produzione, facendone le fondamenta di una “dinastia” di modelli-chiave per Mazda, comprese la nuova generazione di MX-5 (la spider più longeva e più venduta di sempre: in produzione dal 1989, ha superato da tempo il milione di esemplari) ed MX-30, compact-SUV che costituisce il punto di partenza del marchio giapponese nella mobilità elettrica. Per non parlare della “segmento C” Mazda3, che si è aggiudicata il World Design Award 2020.

Cuore e anima

La traduzione letterale del concetto “Kodo” è “battito cardiaco”. Un concetto che va concepita nell’accezione di “dare vita a qualcosa”. Dunque, infondere un’anima all’oggetto. Si tratta, e questo è un aspetto essenziale per meglio comprendere il modo attraverso cui il progettista ha inteso definire il “new deal” Mazda, di un’idea centrale nel modo attraverso cui i tecnici Mazda interpretano il design: “Riteniamo, in Giappone, che gli artigiani infondano vitalità in ciò che realizzano. Siamo convinti che una forma realizzata con cura e sincerità da mani umane riceva un’anima”, spiega Ikuo Maeda.

Cura artigianale per infondere movimento

Da qui, è facile comprendere come l’idea “Soul of Motion” assuma un doppio significato: esprime, cioè, tanto l’essenza del movimento – intesa come “bellezza” del moto naturale in un oggetto che di per se è statico – quanto l’”anima” infusa nel manufatto da chi lo abbia realizzato. Dunque l’autovettura, e quindi i designer, gli stilisti e gli artigiani Mazda.

La bellezza in quello che c’è

La base “universale” del design è semplice: creare un oggetto che sia funzionale all’utilizzo che se ne intende fare. Semplice ma complicata: occorre concentrarsi solamente su “cosa” serve per realizzare il prodotto che sia davvero utile, apprezzato da tutti i suoi utenti, e per questo libero da qualsiasi aggiunta che non sia esattamente rivolta alle funzioni dell’oggetto stesso. È, questo, un punto di contatto imprescindibile con il minimalismo estetico che contraddistingue i più celebri oggetti di design (gli esempi sono moltissimi). E che si traduce, da parte di Mazda, in una evoluzione formale del Kodo design.

Se, spiegano i tecnici Mazda, i primi progetti si ispiravano soprattutto “All’immagine di un ghepardo pronto al balzo”, gli sviluppi più recenti si concentrano in misura via via più evidente sul richiamo ad un approccio di design “Potente ed emozionante”, e che faccia riferimento al minor numero di elementi possibile.

RX-Vision e Vision Coupé alla base dell’attuale seconda fase

Un radicale punto di svolta, per la seconda fase del processo evolutivo del design Kodo, è stato raggiunto con le due concept Mazda RX-Vision e Mazda Vision Coupé, presentate rispettivamente al Salone di Tokyo 2015 e 2017.

Entrambe le show car di Mazda si sono fatte portatrici dei nuovi atout di eleganza e di ulteriore minimalismo estetico che contraddistinguono la più recente interpretazione del design Kodo. Vale a dire: forme dinamiche ed emozionali, realizzate attraverso la sapiente eliminazione di qualsiasi elemento che non sia necessario per mettere in evidenza l’essenza di bellezza e movimento. Con la rimozione delle linee di carattere, ad esempio, “Viene a crearsi uno spazio vuoto sulle fiancate della vettura”, che – in virtù dei dettami “Less is more” ispirata dalla tradizione manufatturiera giapponese alla base dell’immagine di Mazda, assume così un ruolo di “Infinito sfondo bianco che cambia continuamente per il gioco di luci ed ombre”.

Numerosi riconoscimenti internazionali

La scelta di impostare le linee dei modelli Mazda sui dettami del design Kodo è stata più volte apprezzata nei principali contest mondiali. Ricordiamo, fra gli altri, il premio “Most beautiful Concept car of the Year” assegnato a Mazda RX-Vision ed a Vision Coupé; il “World Design Award” conquistato nel 2013 dalla quarta generazione della spider-icona Mazda MX-5; e, in riferimento ai premi più recenti, il “Red Dot Award 2020” nella categoria “Product Design” per Mazda CX-30 ed il nuovo “elettro-SUV” Mazda MX-30, nonché il “World Car Award 2020” nell’ambita categoria Design per Mazda3.

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