Falso incidente: entrambe le compagnie possono denunciare
Secondo la Cassazione le compagnie assicurative sono soggetti passivi del reato di frode assicurativa.
La simulazione di un incidente stradale può comportare pesanti conseguenze dal punto di vista penale qualora si venga scoperti, eventualità che è sempre più concreta grazie alle contromisure messe in campo dalle compagnie assicurative, una su tutte la famosa scatola nera, ad esempio. Inoltre, periti e consulenti, al giorno d’oggi dispongono di servizi e tecnologie in grado di smascherare i furbetti della situazione ricostruendo in un secondo momento la dinamica dell’incidente sospetto.
Come ricordato dal sito studiocataldi.it, il reato di frode assicurativa è previsto e punito dall’articolo 642 del Codice Penale. Si tratta di un delitto plurioffensivo e a consumazione anticipata e, come confermato dalla Corte di Cassazione con la sentenza numero 24075/2017 dello scorso 15 maggio, la norma, tra le altre cose, salvaguarda il patrimonio delle compagnie di assicurazione e comporta che la consumazione del reato prescinda dall’effettiva riscossione dell’indennizzo assicurativo, mentre è solo sufficiente la sola denuncia del falso incidente.
Una precisazione che ha permesso alla Cassazione di affermare che, in caso di indennizzo diretto, il soggetto passivo del reato non è solo la compagnia assicurativa che ha preso in carico il sinistro, ma anche quella debitrice. Per i supremi Giudici entrambe le compagnie sono direttamente coinvolte nella richiesta di liquidazione del sinistro e hanno, di conseguenza, interesse a che questo sia gestito correttamente e senza che il loro patrimonio sia ingiustamente depauperato in seguito a false denunce.
Quindi, secondo la Cassazione, entrambe le compagnie sono titolari del diritto di querela, a condizione che l’articolo n. 120 del Codice Penale lo attribuisce ad ogni persona offesa del reato e individuata con riferimento alla titolarità dell’interesse direttamente protetto dalla norma penale.