Ford Design Contest: Leenarts “La chiave sarà la fiducia”
Al lancio della Ford Fiesta 2017 e del Ford Design Contest, abbiamo parlato con il capo designer Ford Amko Leenarts.
Durante l’anteprima nazionale della Ford Fiesta 2017 e il lancio del Ford Design Contest, abbiamo incontrato Amko Leenarts, Head of Global Interior Design di Ford. L’occasione era la tappa dell’Interior Design Tour di Ford presso il Ford Social Home di Milano. Prima dell’incontro con gli studenti del Master IED di Milano in Interior Design, abbiamo scambiato brevemente qualche impressione con Amko. Lavora per l’Ovale Blu dal 2012 dopo una lunga parentesi in PSA e negli ultimi anni si è concentrato sul marchio Peugeot che non a caso fa del design uno dei suoi punti di forza.
Ma nel curriculum ha anche esperienze come architetto di interior design a Groningen dove ha studiato per diventare architetto prima del Master of Arts di Londra in Vehicle Design. Ora lavora a Dearborn, in Michigan, in un ufficio che ricorda più la bottega di uno scultore che un centro di avanguardia per la ricerca e sviluppo del design automotive. E in effetti il suo approccio con gli studenti è molto alla mano, la gerarchia studente-guru del settore è impercettibile e gli scambi di opinione e di punti di vista sono una costante dell’incontro. Non ci anticipa nulla sui nuovi modelli Ford ma ci racconta la sua visione delle auto non solo con il punto di vista di un mero designer.
Iniziamo con la nuova Ford Fiesta. Qual è l’aspetto più distintivo?
“Abbiamo ridotto i pulsanti all’interno dell’abitacolo del 50% e credo che questo sia un grande risultato. Il sistema di infotainment diventa molto più intuitivo ed è più facile intercettare chi ha familiarità con la tecnologia. C’è uno schermo centrale touchscreen che si trova alla stessa altezza degli occhi. Questa è un’auto che ha molta personalità non solo per il design che gli abbiamo dato: è più aggressivo ma allo stesso tempo anche amichevole in modo da accogliere i consumatori. Puntiamo a catturare la personalità degli automobilisti con molti prodotti di qualità all’interno dell’auto. Gli oggetti arrivano da diversi territori emozionali”.
Tirare fuori le emozioni: è ciò che suggerisce ai futuri designer e creatori di automobili?
“Le persone impiegano in media circa 180 secondi per capire se un prodotto piace o no, e questo accade anche per la scelta dell’auto. Poter lavorare nel design nel settore automotive va interpretato come una sfida globale per tirare fuori un’idea, non solo un’emozione. Quello che suggerisco è di fermarsi a guardare molto il mondo e il suo contesto attraverso un approccio sociologico e fisico. Spesso li sottovalutiamo ma sono aspetti che cambiano molto e in maniera rapida, e vanno poi a influenzare il design delle automobili. Credo che bisogni sempre sperimentare ed essere persone il più smart possibile”.
Ci sono altre caratteristiche che è meglio avere?
“E’ fondamentale anche capire che bisogna imparare dagli esperimenti e dagli errori. Una buona idea può essere davvero valida ma siamo sicuri che nessuno l’abbia mai avuta prima di noi? Al tempo stesso bisogna essere proattivi e non avere mai sfiducia in sé stessi: va capito che ci sono numerose e diverse soluzioni che possono adattarsi al settore perché i marchi automotive sono tanti e presentano molte differenze tra loro”.
Al Salone di Ginevra abbiamo visto alcuni prototipi fuori dagli schemi. Saranno davvero così le vetture tra 10 anni o assomiglieranno più all’ultima Fiesta?
“E’ una domanda molto interessante. Questo dipenderà da molti fattori: l’evoluzione della tecnologia, della guida autonoma e delle leggi che regolano il mercato. Difficile dire se le auto saranno in un modo o in un altro, è come se ci fosse una linea del tempo a disposizione. E non dipenderà da noi designer o costruttori di auto ma da tante variabili e dal contesto senza dimenticarci che un ruolo importante lo giocheranno i settori delle assicurazioni e della logistica, due aspetti fondamentali. Noi saremo sempre pronti ma credo che la questione ruoti intorno anche a un altro aspetto”.
A cosa fa riferimento?
“La grande domanda che dovremmo porci sarà: quanta fiducia avremo? Ti fiderai di questo brand, delle sue auto, dei servizi che ha realizzato e che offre? Quanto sono disposto a spendere?”
Qualcuno ragiona già in questo modo?
“Credo che la generazione Z e i millennials siano già pronti a questa valutazione della fiducia ma l’evoluzione di come saranno visti i vari player dell’automotive potrebbe avvenire in modi diversi”.
Per esempio?
“Purtroppo è presto per saperlo ma potrebbe avvenire prima di quanto pensiamo e a fare da cavia saranno sicuramente gli Stati Uniti. Un po’ come avviene con quasi tutte le novità”.