Alfa Romeo: per l’8 marzo omaggio alle “sue” donne pilota
Per la Giornata internazionale della donna, una ideale (ma neanche tanto) “Hall of Fame” che racconta novant’anni di passione, impegno e competitività: da Maria Antonietta Avanzo a Tatiana Calderon.
Le tecnologie si evolvono, allo stesso modo dei regolamenti. Ciò che non cambia, è l’approccio che anima gli appassionati che vivono con assoluta dedizione il proprio amore verso un determinato ambito della vita. Nella fattispecie, il motorsport. Tanto in pieno ventunesimo secolo quanto cent’anni fa, questo è ciò che anima i tanti e tanti piloti che si sono cimentati, e continuano a farlo, a qualsiasi livello delle competizioni. Pochi arrivano al professionismo. Poche, in un rapporto di mera proporzione matematica, le donne che sono arrivate a calcare il palcoscenico delle competizioni “di primo piano”.
Eppure ce ne sono state, e tuttora ce ne sono. Per questo, ed in occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della Donna, Alfa Romeo ripercorre una personale carrellata delle sue donne pilota che, nel tempo, hanno saputo distinguersi nella storia del “Biscione”, di recentissimo ingresso nel “premium pool” di Stellantis insieme a DS e Lancia.
Per Alfa Romeo, la passione è (anche) donna
La “galleria delle Regine” del motorsport targato Alfa Romeo costituisce omaggio ad un’affermazione di genere, che va oltre il “semplice” valore sportivo dei traguardi raggiunti e assume un chiaro esempio di avvenuto superamento di preconcetti e barriere. Epoche diverse, Paesi diversi, origini sociali a volte anch’esse differenti: ad accomunare le donne che in quasi un secolo hanno contribuito a dare lustro all’immagine di Alfa Romeo nelle competizioni, il medesimo spirito agonistico ed una grande passione per le corse, che – al pari di qualsiasi altro pilota, a prescindere dal genere di nascita – le ha condotte per mano ad avventurarsi nei territori inesplorati di una disciplina sportiva entusiasmante.
Maria Antonietta Avanzo
Capostipite dell’ideale albero genealogico delle donne pilota di Alfa Romeo, Maria Antonietta Avanzo fu, nell’”Epoca d’Oro” dell’automobile (fra gli anni 20 ed il primo dopoguerra) un simbolo di emancipazione e indipendenza. Spirito entusiasta in molteplici imprese (automobilismo, aviazione, imprenditoria, giornalismo), la nobildonna di origine polesana – che si ricorda anche per una fitta corrispondenza con Gabriele D’Annunzio, al quale (per un fortuito incidente), uccise l’amata tartaruga Cheli il cui carapace venne preso a immagine dal “Vate” per la realizzazione del conosciutissimo portafortuna che gli sportivi ben conoscono per essere stato uno dei simboli di Tazio Nuvolari – fu, con l’Alfa Romeo G1, terza assoluta al Circuito di Brescia nel 1921, gara dalla quale l’anno dopo prese forma il GP d’Italia. Numerose le sue partecipazioni, in Europa, in America (dove tentò fra l’altro di qualificarsi alla 500 Miglia di Indianapolis) ed in Australia, dove negli anni 20 si stabilì per un certo periodo di tempo. Durante la Seconda Guerra mondiale, salvò dall’Olocausto alcuni ebrei.
Odette Siko
Risale al 1932 il più alto piazzamento di una donna alla 24 Ore di Le Mans: ciò avvenne, nell’edizione di quell’anno, per merito della francese Odette Siko, che in coppia con “Sabipa” (pseudonimo del connazionale Louis Charavel) condusse la propria Alfa Romeo 6C 1.750 a compressore (stesso modello che si era aggiudicato quattro edizioni della Mille Miglia, compresa quella storica del 1930 con Tazio Nuvolari e Giovanni Battista Guidotti) ad un’onorevolissima quarta posizione assoluta al traguardo, andando anche a vincere la categoria 2 Litri.
Per inciso, nel 1932 la vittoria venne conquistata dalla più grande Alfa Romeo 8C 2.300 di Raymond Sommer e Luigi Chinetti, davanti alla vettura gemella di Franco Cortese e Guidotti. La giovane parigina Siko divenne presto una delle star del circuito, distinguendosi con la sua eleganza sia nel paddock che nelle prestazioni agonistiche, spesso in compagnia di un’altra pilota francese il cui destino attraversò più volte il percorso di Alfa Romeo: Hellé Nice.
Hellé Nice
Pseudonimo di Mariette Hélène Delangle, impersona un ulteriore esempio di emancipazione in un’epoca nella quale alle donne ben poco era socialmente concesso. A meno che non riuscissero, con personale determinazione, a conquistarsi un ruolo di preminenza nella società. Modella, acrobata, ballerina (fu, a Parigi, vedette in diversi spettacoli insieme al leggendario Maurice Chevalier), debuttò nel mondo delle competizioni all’alba degli anni 30. Hellé Nice fu anche pioniera delle sponsorizzazioni sulla carrozzeria delle sue auto da corsa.
Con Alfa Romeo, partecipò al GP d’Italia nel 1933, al volante della 8C 2.300 Monza di sua proprietà (edizione purtroppo rimasta nella memoria di tutti gli appassionati per i tragici incidenti che costarono la vita a Giuseppe Campari, Baconin Borzacchini ed al conte Stanislaw Czaykowski). Sempre con Alfa Romeo, durante il GP del Brasile 1936 fu a sua volta sfortunata protagonista di un incidente, avvenuto mentre si trovava in terza posizione. La stessa Hellé Nice, gravemente ferita, rimase in coma diversi giorni e trascorse un paio di mesi di riabilitazione ospedaliera. La sua guarigione, giudicata “miracolosa”, ne fece un simbolo in Brasile, tanto che molte bambine vennero chiamate “Hellenice” o “Elenice” in suo onore.
Anna Maria Peduzzi
Nel 2022 si celebreranno i 110 anni dalla nascita della “Marocchina”, soprannome con il quale gli appassionati usarono indicare, per via del suo colorito olivastro, la popolarissima pilota nata a Como nel 1912 e che divenne la moglie di Franco Comotti, uno dei primi piloti ufficiali della Scuderia Ferrari. Il sodalizio creato da Enzo Ferrari la vide, nel 1933, prima donna a correre sotto le insegne del “Cavallino”; nello stesso anno, vinse la classifica femminile alla Coppa Principessa di Piemonte (gara di quasi 800 km con partenza e arrivo a Napoli), al volante di una Alfa Romeo 6C 1.500 “Testa Fissa”. Con lo stesso modello, ed in coppia con il marito, si aggiudicò la classe 1.500 cc alla Mille Miglia 1934. Dopo un decennio trascorso in Francia, Anna Maria Peduzzi tornò sulla scena agonistica, negli anni 50, e sempre con Alfa Romeo, nella fattispecie la leggendaria 1.900 e l’altrettanto storica Giulietta.
Ada Pace
Gli appassionati con più di un capello grigio ben ricordano la popolare “Sayonara” (“Arrivederci” in giapponese), soprannome – a volte utilizzato come pseudonimo – che le derivò dal curioso messaggio (una simpatica “beffa” rivolta ai suoi avversari) che la pilota torinese era solita apporre sopra la targa delle sue vetture portate in gara fra gli anni 50 e la prima metà degli anni 60. Vetture che spesso erano Alfa Romeo, e nella fattispecie (per ricordare quelle più vittoriose) Giulietta Sprint Veloce e Giulietta SZ (che la portò sul gradino più alto del podio alla velocissima cronoscalata Trieste-Opicina del 1958) con le quali si aggiudicò diverse delle gare nazionali di velocità cui Ada Pace prese parte (undici successi nella categoria Turismo, cinque fra le Sport).
Susanna Raganelli
Fra le protagoniste del “motorsport yé-yé” (metà degli anni 60), la romana “Susy” Raganelli occupa un posto di rilievo nella galleria delle celebrità delle competizioni per essere stata l’unica donna ad avere conquistato un Campionato mondiale: avvenne nel 1966, con il titolo iridato Kart nella classe 100 cc (davanti, per dire, a Leif Engstrom e ad “un certo” Ronnie Peterson). Susanna Raganelli ha legato il suo nome con Alfa Romeo per avere concluso la propria breve ma proficua carriera sportiva al volante di una GTA, e per essere stata la prima cliente in Italia ad avere acquistato un esemplare della immaginifica Alfa Romeo 33 Stradale, prodotta in appena 12 esemplari.
Christine Beckers e Liane Engeman
Entrambe esponenti del motorsport nord-europeo, la belga Beckers e la olandese Engeman furono altresì protagoniste del “decennio da leggenda” GTA. In versione 1.3 Junior del team di Toine Hezemans, portata agli onori dalla bionda Liane Engeman (che aveva iniziato la propria carriera sportiva… dopo un improvvisato scambio di battute, ad una fermata dell’autobus, con il connazionale Rob Slotemaker: erano altri tempi!) successivamente testimonia Alfa Romeo in veste di modella; e, anche nella mostruosa versione GTA SA (sovralimentata con due compressori volumetrici idraulici) costruita in una decina di esemplari e sempre iscritta in Gruppo 5, dalla belga Christine Beckers, che – raccontano gli archivi Alfa Romeo – fu l’unica a saper addomesticare al meglio “Gli imprevedibili picchi di potenza sprigionati all’improvviso dai 240 CV della GTA SA” (come spiegava Teodoro Zeccoli, storico collaudatore Autodelta): con GTA SA, Beckers conquistò la vittoria a Houyet nel 1968 e ottenne ottimi risultati anche l’anno successivo a Condroz, ai “Tre Ponti”, a Herbeumont e a Zandvoort.
Lella Lombardi e Anna Cambiaghi
Maria Grazia Lombardi (la “ragazza di Frugarolo”, cioè la piccola località dell’Alessandrino dove era nata nel 1941) è l’unica donna ad essere entrata in zona punti in F1 (GP di Spagna 1975). Lella Lombardi, leggendaria nella passione con cui visse qualsiasi espressione dell’automobilismo sportivo, prese parte, con le Alfa Romeo GTV6 Gruppo A, al Campionato Europeo Turismo, dividendo l’abitacolo della coupé a 6 cilindri a V con Anna Cambiaghi (sorella di Roberto “Bobo” Cambiaghi, campione italiano Rally 1975) con cui si aggiudicò tre successi di classe (2.500 cc) nel 1982, la vittoria di classe alla 4 Ore di Monza 1983 con Gianfranco Naddeo; quattro affermazioni in gara nel 1984 insieme a Giorgio Francia, ed il successo in sei gare nel 1985 con il toscano Rinaldo Drovandi. Notevolissimo il suo contribuito ai quattro titoli europei Costruttori vinti consecutivamente da Alfa Romeo.
Tamara Vidali
Nata il 18 febbraio (lo stesso giorno di Enzo Ferrari), si aggiudicò nel 1992 il Campionato Italiano Turismo (Gruppo N) su un’Alfa Romeo 33 1.7 Quadrifoglio Verde preparata dal neocostituito Reparto Corse del marchio. Un’affermazione rimasta nella storia, allo stesso modo della livrea totalmente gialla dell’Alfa Romeo 155 da lei guidata nel Campionato Italiano Superturismo del 1994.
Tatiana Calderon
Con la giovane pilota colombiana (nata nel 1993 a Bogotà) arriviamo ai giorni nostri. Tatiana Calderon, “erede” della stirpe di donne che hanno scritto pagine importanti nella storia agonistica di Alfa Romeo, ha mosso i primi passi motoristici nel 2005, con la conquista di un Campionato nazionale nella serie Easy Kart. Nel 2008, è la prima donna ad essersi aggiudicata la classe JICA nel Campionato USA Stars of Karting Divisione Est. Nel 2017, Tatiana Calderon è stata nominata pilota di sviluppo per il Team Sauber in F1. Nel 2018, la sua promozione come collaudatrice per Alfa Romeo Racing nella massima Formula.