Ferrari Roma: la prova su strada
Stile, tradizione, innovazione e tanta tecnologia, per questa Ferrari da indossare ogni giorno e dalla guida travolgente
L’emozione di guidare una Ferrari è un privilegio raro, ma con la Roma può diventare quotidiano, come ho potuto verificare in un test-drive che ha messo alla prova la nuova coupé di Maranello su percorsi differenti.
Un modo nuovo di vivere la quotidianità con stile
Di solito, quando si pensa ad una supercar si immaginano splitter rasoterra, assetto spaccaossa ed un certo impaccio nella guida cittadina. Ecco, sulla Roma non accade nulla di tutto questo, e il primo giro in città me lo conferma. Certo, bisogna fare l’occhio alle proporzioni perché il cofano è lungo, ma i passaruota aiutano ad intuire dove finisce, però le asperità non la spaventano, e neanche i dossi dissuasori, perché l’altezza da terra consente di muoversi con relativa tranquillità. Inoltre, a velocità ridotte lo sterzo è leggero, ed il cambio ad 8 marce è dolcissimo nello snocciolare i rapporti.
Se non fosse per il V8 biturbo, che al primo affondo mi ricorda di essere al volante di una Ferrari, potrei concentrarmi unicamente sul sound di un impianto audio dall’acustica raffinata. Detta così potrebbe sembrare una provocazione, ma tra materiali di pregio, ed una seduta sportiva e comoda allo stesso tempo, quando la strada impone di seguire il traffico sulla Roma ci si può rilassare, senza l’incubo delle buche e della visibilità ridotta all’osso. Chiaramente, è una coupé con motore anteriore-centrale, per cui lo stile impone certe proporzioni, ma nelle manovre grazie alle telecamere le operazioni diventano più agevoli di quanto si possa pensare. Il resto dipende da chi è al volante: si può scivolare nella moltitudine di auto senza troppe difficoltà o si possono indossare degli occhiali da sole alla Marcello Mastroianni per sentirsi un po’ come nel film “La dolce vita”.
Rispetto ad altri modelli a motore centrale, che manifestano anche da fermi il loro potenziale velocistico, la Roma è elegante, pulita nella fiancata, e con un abito grigio metallizzato, come la livrea dell’esemplare della nostra prova, mostra le sue forme giocando con la luce ma senza urlare la sua essenza di supercar. Ma non pensate di sfuggire agli sguardi degli appassionati, quelli saranno sempre su di voi, perché questa figlia di Maranello è bellissima, e le foto non le rendono giustizia a dovere. Dal vivo è sbalorditiva, ma anche innovativa, come dimostrano le firme luminose posteriori; rimescola le proporzioni classiche proiettandole verso il futuro, e anche la calandra, tanto discussa perché nello stesso colore della carrozzeria, si integra perfettamente con tutto l’insieme: è una scultura su ruote, che nel centro di Roma sfida la bellezza di monumenti conservati dalla storia nella loro magnificenza.
Le lunghe distanze non spaventano
L’esame città è stato superato alla grande, ma quando si viaggia per ore come si comporta la Roma? Intanto, con lo schermo da 16 pollici, che si estende davanti al guidatore, la mappa del navigatore può diventare predominante ed agevolare non poco l’orientamento; inoltre, i comandi vocali aiutano a non togliere mai le mani dal volante, stesso discorso vale per il touchpad, che necessita solo di un minimo di affiatamento. Con il motore che gira al minimo, i chilometri scorrono fluidi, ma se c’è bisogno di effettuare un sorpasso i 620 CV vengono richiamati all’ordine in un amen.
Volendo, si può dialogare con il proprio smartphone grazie alla presenza di Android Auto ed Apple CarPlay, ed anche quando si utilizza lo schermo centrale da 8,4 pollici non si perde tempo nel richiamare le varie voci. Dietro alla Roma c’è uno studio importante in merito all’interazione tra auto e guidatore, e si nota da tutti questi particolari. Anche il passeggero però può sentirsi protagonista quando si sceglie di condividere l’abitacolo, visto che può gestire il sistema multimediale con lo schermo da 8,8 pollici presente davanti a sé, dal quale, allo stesso tempo, può osservare i parametri della vettura.
Da sottolineare inoltre, come la zona posteriore, all’occorrenza utile per trasportare due bambini, rappresenti un’opportunità per ampliare il bagagliaio quando si affrontano lunghe distanze, anche se bisogna ammettere che lo spazio per borse e valigie non manca di certo. Nella sua sofisticata normalità, la Roma possiede il pragmatismo delle ammiraglie odierne, anche se bastano due curve prese in maniera spigliata per spogliarsi dei suoi abiti civili e indossare quelli da supercar.
Tra le curve svela la sua natura
Con queste premesse appare sempre più evidente come la Ferrari Roma possa essere due auto in una, perché se da un lato offre l’opportunità di un utilizzo quotidiano, dall’altro sfoggia tutto lo charme delle creature di Maranello. Infatti, i numeri sono dalla sua parte, con 620 CV e 760 Nm di coppia erogati dallo strepitoso V8 3.9 biturbo capace di vincere per ben 4 anni consecutivi il best engine of the year. Poi ci sono gli elementi aerodinamici nascosti nel sottoscocca, i cosiddetti generatori di vortice, che insieme all’ala posteriore a scomparsa la tengono incollata alla strada, anche se tutto è relativo quando i due turbo soffiano prepotenti invogliati dalla pressione del piede destro sull’acceleratore.
Con il manettino impostato su Race la Roma cambia carattere, manda al galoppo i cavalli rampanti nascosti sotto il cofano e le grandi ruote posteriori si ritrovano a gestire un’ondata di potenza travolgente. È in questi frangenti che mi accorgo quanto la Ferrari in questione abbia lo stesso DNA di mostri sacri che rispondono ai nomi di F12 o F8 tributo, tanto per citarne alcuni. Il retrotreno entra in gioco, si agita, aiuta a chiudere le traiettorie e consente di esibirsi in dei controsterzi con il contributo dell’SSC 6.0 che sfrutta il Ferrari Dynamic Enhancer. In pratica, l’elettronica ti sorveglia, autorizza la derapata, ed interviene per rimettere le cose a posto quando prendi troppa confidenza.
Certo, bisogna avere consapevolezza del potenziale della Roma e dimestichezza con la trazione posteriore, ma sapere che qualcuno ti guarda le spalle tra i tornanti ti consente di guidare davvero e senza rinunce. Devo ammettere che sentire i 620 CV liberi di esprimersi è stato come trovare una sorta di nirvana automobilistico, perché lo sterzo sensibile, preciso, e reattivo, unito ad un cambio a doppia frizione ad 8 rapporti che in automatico anticipa il pensiero e in manuale lo asseconda, mi ha permesso di fare esattamente quello che volevo quando lo volevo. Non ci sono esitazioni, non ci sono compromessi, questa Ferrari sa darti tutto quello che vuoi nel momento preciso in cui lo desideri, e il fatto che l’elettronica assecondi le intenzioni del guidatore senza contrastarlo è pura magia ingegneristica.
Chiaramente, il telaio risulta fondamentale per creare quest’alchimia, così come il motore, che non smette mai di stupirmi per la sua capacità di adattarsi all’identità di ogni modello su cui viene montato. Potrei dirvi per l’ennesima volta che scatta da 0 a 100 km/h in 3,4 secondi, che per arrivare al traguardo dei 200 km/h con partenza da fermo occorrono 9,3 secondi e che la velocità massima è di 320 km/h, ma sarebbe come rovinare la poesia di una dinamica unica nel suo genere.
Il potenziale è presente in tante sportive ma è raro che si possa sfruttare a pieno come sulla Roma, ed è altrettanto raro che un’auto sia così travolgente nell’azione, quanto calma e composta nel quotidiano. Mentre guidavo tra i tornanti di una splendida strada di montagna, con la neve che tingeva l’esperienza di un romanticismo inverosimile, una domanda continuava a tormentarmi: ma come hanno fatto? Ora che la Roma non è più davanti a me, che non posso più guidarla fino a quando non capiti un’altra occasione, continuo a chiedermelo e rimango stupito dalla sua bellezza feroce che seduce lo sguardo e conquista il cuore.
Circa 200 mila euro per guidare felici
Poco meno di 201.000 euro, questa è la cifra richiesta per entrare nel mondo Roma, poi ci si può sbizzarrire con le personalizzazioni, perché questo modello si indossa come un abito di alta sartoria.