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F1 GP di Monaco: top e flop

I migliori ed i peggiori del gran premio di Monaco nel nostro top e flop che analizza chi si è distinto nel bene o nel male nella gara del principato

La F1 vede una nuova squadra al vertice, sia nella classifica piloti che in quella riservata ai costruttori, è la Red Bull, che scavalca la Mercedes portando in vetta, seppur momentaneamente, Max Verstappen nella graduatoria riservata ai driver. L’attuale situazione nasce dal GP di Monaco che è oggetto del nostro top e flop.

Red Bull top: Adrian Newey sul podio, la monoposto è vincente

E’ difficile vedere Adrian Newey sul podio, lui preferisce stare dietro le quinte, ama fare calcoli complessi che agli altri risulterebbero impossibili, e trovare nuovi spiragli regolamentari. La partita con la FIA per le ali flessibili è appena cominciata, ma il primato nella classifica piloti e costruttori ha spinto Horner a mandarlo sotto i riflettori, a fianco a Verstappen, altro punto di riferimento della squadra, l’uomo copertina, colui che dovrà riportare il mondiale in casa Red Bull.

L’olandese, d’altra parte, ha sfruttato il regalo di Leclerc scartandolo senza troppa foga, gli è bastato mettersi davanti a quel timidone di Bottas, e guidare per 78 giri pensando a come festeggiare nella nottata monegasca. Nonostante gli sforzi compiuti dai telecronisti, era chiaro che solo un meteorite avrebbe frenato l’incedere vittorioso della Red Bull numero 33, o forse un frammento di un satellite cinese in caduta libera sulla terra, ma alla fine non è accaduto niente di tutto ciò e Max è arrivato al traguardo centrando l’unico risultato possibile: la vittoria!

Il bello è che stavolta anche Perez ha trovato la direzione giusta della pista, senza commettere errori, a Monaco non avrebbe potuto permetterselo e, grazie alla strategia del team, ha concluso in quarta posizione portando quei punti che servivano per il sorpasso alla Mercedes. Nel box delle lattine volanti si che hanno lavorato, mentre in quello della Stella i meccanici stavano pensando a come staccare la ruota di Bottas dalla monoposto numero 77, quella più sfortunata del circus, forse per un attimo l’hanno confuso con Russell, a volte capita…

Così, il messicano per una volta è potuto tornare ai box in totale tranquillità, visto che Marko era impegnato a festeggiare il successo del suo pupillo, e che tutti i riflettori erano puntati su Verstappen. Un bicchiere di champagne, magari caldo, più tardi gli sarà arrivato, e per adesso va bene così, Hulkenberg dovrà disfare la valigia.

 

Mercedes flop: disastro ai box per Bottas e malcontento per Hamilton

La Mercedes non ha affrontato il GP di Monaco con il piglio deciso delle ultime gare, Hamilton ha dettato una via per scegliere l’assetto che il team non ha seguito, per poi guidare in maniera svogliata in qualifica, dove non è andato oltre la settima posizione. Ne è seguita una riunione di quelle al veleno, mentre Bottas con la sua terza posizione gongolava sapendo di aver fatto meglio del suo compagno di squadra. Ma il finlandese avrà avuto da ridire dopo il suo ritiro arrivato in gara mentre era secondo con un margine di sicurezza su Sainz.

Infatti, una volta rientrato ai box, i meccanici si sono attaccati alla sua anteriore destra come le mosche sulla carta moschicida ma senza riuscire a staccarla, qualcosa è andato storto e il povero Bottas è stato costretto al ritiro mentre il cronometro segnava tempi che non sono compatibili con un pit-stop di una F1 moderna. Non ha avuto parole morbide con il muretto box nemmeno la star del team, quel Lewis Hamilton che, nel momento del cambio gomme, non solo non è riuscito a superare Gasly, ritrovandoselo davanti una volta tornato in pista, ma è stato beffato anche da Vettel che, ritardando la sosta, è rientrato prima di lui e del pilota dell’Alpha Tauri, prendendosi con coraggio una buona quinta posizione.

Insomma, il campione ha tentato l’undercut ma la manovra gli si è rivoltata contro, e così ha continuato per gran parte della corsa a chiedere via radio perché Gasly fosse rientrato in pista prima di lui. Alla fine, il sette volte iridato si è visto togliere la scena dall’olandese della Red Bull che è riuscito a prendersi in un colpo solo la vittoria ed il primo posto nella classifica piloti. Non voleranno certo parole al miele tra Hamilton e la squadra nella riunione post-gara, e la spaccatura interna potrebbe essere il preludio alla fine di un ciclo. Quello che è certo è che la Mercedes non può permettersi questi passaggi a vuoto perché la Red Bull ha fame e Max Verstappen sente di avere quella chance che non ha mai avuto. Toto Wolff avrà il suo bel da fare nel rimettere le cose a posto ammesso che ci riesca.

Ferrari flop: il Drake sarebbe stato furibondo!

Chiunque abbia letto solamente una parte delle gesta di Enzo Ferrari saprebbe che il Drake sarebbe andato su tutte le furie sia con il team che con Leclerc, perché è vero che ha fatto la pole position, però ha danneggiato la vettura in maniera tale da renderla inutilizzabile. Eccesso di foga? Voglia di dimostrare a tutti di essere il migliore sulle strade di casa? Non importa, anche senza rischiare l’auto, Leclerc sarebbe partito davanti, magari non in pole position, ma sarebbero state due le Ferrari a punti e magari sul podio.

Invece, con quell’ultimo giro tirato alla morte il monegasco non ha ottenuto altro che una gara da spettatore, di lusso, ma sempre spettatore. Comunque, ognuno ha le sue colpe, perché se tutto era a posto, se la monoposto poteva gareggiare, per poi rimanere ai box per colpa di un semiasse rotto, allora qualcosa non funzionato tra gli uomini in rosso che improvvisamente sono diventati protagonisti di un giallo. Così, l’eroe del sabato si è trasformato nella vittima sacrificale della domenica, lasciando tutta la responsabilità del risultato su quello che, in teoria, sarebbe il secondo pilota.

Alla fine Sainz ha conquistato un lusinghiero secondo posto, è stato applaudito anche da Leclerc, portato quasi ad esempio da Binotto, come uomo squadra, salvo dimenticare che proprio per il suo atteggiamento troppo focoso la Ferrari ha avuto una sola monoposto in gara. Insomma, per una volta che si poteva tentare il colpaccio la Scuderia di Maranello ha giocato la partita della stagione con una punta sola, una seconda punta, mancando di quella profondità che solamente Leclerc avrebbe garantito. Per fortuna che Norris è arrivato terzo e che Ricciardo si è perso ad ammirare gli yacht, altrimenti staremmo qui a parlare di disfatta…

Sainz top: la seconda guida si trasforma in leader della squadra

Tutto solo, con la rossa più veloce degli ultimi tempi, costretto a fare risultato mentre il compagno di squadra, il predestinato, è rimasto ai box con la soddisfazione di una pole position buona solamente per il suo ego, la testa di Sainz al via del GP di Monaco sarà stata affollatissima di pensieri, ma il suo cuore è rimasto calmo, la sua mente lucida, e il piede agile nel calibrare il sensibile acceleratore della sua Ferrari. Una partenza pulita, una guida veloce ma attenta e poi la notizia di Bottas rimasto ai box prima di vedere la bandiera a scacchi da una posizione a cui non è propriamente abituato.

Un secondo posto che vale oro, eppure… eppure Sainz si mostra scuro davanti ai microfoni, recrimina per l’occasione persa dalla squadra, e non si dice completamente soddisfatto. In un weekend solo indossa i panni di prima guida e team principal, si prende tutta la responsabilità sulle spalle, e trasforma in una formalità le fatiche di Sisifo. Veramente bravo, adesso dovrà continuare a crederci, ma i tifosi iniziano ad avere fiducia nel cuore caliente di Carlos.

Vettel top: sarà tornato?

Una rondine non fa primavera e un quinto posto non fa un campione del mondo, ma di questi tempi per Vettel arrivare quinto è come uno scroscio di pioggia per una terra arida, una boccata d’aria fresca senza mascherina, una speranza di rinascita agonistica che viene rimandata da troppo tempo. Dove altri hanno fallito, si veda Alonso, Rakkonen, e Ricciardo, ma anche lo stesso Hamilton, lui è riuscito, ha dimostrato quel carattere che era rimasto nascosto sotto il suo sorriso di circostanza e nelle buone maniere, e finalmente ha rialzato la testa.

Certo, ora deve dimostrare di non essere più lo struzzo di un tempo, di aver scelto la via del confronto e non la sicurezza di insabbiare prestazioni e sensazioni, ma deve cominciare anche a pretendere, a gran voce, un’Aston Martin degna della Racing Point dello scorso anno. In qualifica si è difeso bene arrivando a disputare il Q3, in gara è stato ardito nell’uscire dai box tenendosi dietro Gasly e un Hamilton al minimo sindacale, ma questo per lui deve rappresentare l’ordinario, non lo straordinario. Va premiato l’impegno, la volontà di esserci e di rimettersi in gioco, perché di questi tempi la F1 non guarda più il palmares ma i tempi sul giro.

Ricciardo e Alonso flop: cosa sta gli sta succedendo?

Cosa porti un pilota a fare pronostici è difficile da comprendere, soprattutto in una stagione con i test ridotti all’osso, e in cui ogni GP è buono per prendere confidenza con la monoposto, ma Ricciardo a Monaco è rimasto vittima della spavalderia mostrata a Portimao. Piccolo passo indietro, ai microfoni di Sky, nella trasferta portoghese, Daniel con il sorriso dei tempi migliori ha dichiarato di essere maturo per fare risultato con la McLaren e che la prima gara l’avrebbe vinta a Monaco.

Mai previsione fu più nefasta, visto che non è stato protagonista nelle qualifiche, e che in corsa è finito fuori dalla zona punti. Come se tutto questo non fosse abbastanza, il suo compagno di squadra, terzo sul podio, si è preso la soddisfazione di doppiarlo, manco fosse un pilota della Haas. E così le dichiarazioni di qualche tempo fa sono risuonate beffarde nella mente degli spettatori più attenti e sono tornate indietro come un boomerang indesiderato durante la telecronaca. Alla fine, il pilota più sorridente del circus è andato via con il muso più lungo Lassie, e con la testa bassa, cercando nell’asfalto ricco del principato il motivo della sua regressione da pilota di vertice a pilota semplice.

Saranno giorni duri per la sua autostima, ma in tanto una lezione l’avrà imparata: in futuro parlerà meno e lavorerà di più. Solo un altro pilota dopo il GP di Monaco avrà il morale più a terra di quello di Ricciardo, e risponde al nome di Fernando Alonso. E’ salito sull’ultimo treno e non sa se potrà arrivare a destinazione, perché quella della competitività è una stazione che sembra più lontana di quanto potesse pensare ad inizio stagione. Sono 3 gare che Ocon gli fa il pelo e contropelo, sono 3 gare che Alonso lotta, s’impegna, ma alla fine si ritrova con un pugno di mosche nelle mani.

Dopo la gara di Monaco Rosberg, ormai spettatore di lusso, l’ha paragonato a Schumacher ai tempi della Mercedes, capace di qualche guizzo da campione, ma privo della costanza di rendimento di un tempo. E se avesse ragione? Se veramente Nando non riuscisse più ad incidere come una volta? Dove ieri faceva la differenza oggi è uno dei tanti, eppure ce la mette tutta, non sembra essere pago della sua carriera come Raikkonen, che pare aver tirato i remi in barca, e forse è proprio questo che fa più male ai suoi estimatori. I suoi tifosi gli concederanno qualche altra gara prima di tirare delle conclusioni che, attualmente, sarebbero ingenerose? E l’Alpine continuerà a puntare su di lui? Se non riesce a battere Ocon come farà a battere Hamilton o Verstappen?

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