Nissan Juke Rally Tribute Concept: celebra i 50 anni dalla vittoria all’East African Safari
Ibrida elettrica, decorata con la storica livrea di Datsun 240Z che vinse la maratona africana nel 1971: ecco come una vettura da rally “new gen” a marchio Nissan potrebbe essere.
Nel weekend del 27 giugno, i riflettori degli appassionati di corse su strada vengono puntati sull’edizione 2021 del Safari Rally Kenya, sesta tappa del WRC 2021: una gara che torna nel calendario della massima serie rallystica mondiale dopo ben diciannove anni di assenza, e un appuntamento che riporta all’epoca d’oro dei rally, in cui percorsi massacranti e frazioni di gara interminabili costituivano le “basi” (universalmente accettate) della specialità. Fra i “big player” che vinsero la leggendaria maratona africana c’è Nissan, che con Juke Rally Tribute Concept indica quali caratteristiche avrebbe un’auto da rally con il marchio del Costruttore giapponese. Ma andiamo con ordine.
Grandi nomi
L’albo d’oro del Safari Rally, la cui prima edizione si disputò nel 1953 fra Kenya, Uganda e Tanganika come omaggio all’incoronazione della regina Elisabetta II e fino al 1974 si chiamava “East African Safari”, porta impressi alcuni dei grandi nomi che hanno scritto pagine memorabili nella storia dei rally: su tutti, si ricordano Hannu Mikkola, Bjorn Waldegard, Juha Kankkunen, Tommi Makinen, Ari Vatanen, Richard Burns, Colin McRae (che si aggiudicò l’ultima edizione fin qui disputata, nel 2002), gli specialisti Joginder Singh e Sheckar Mehta, Miki Biasion (che trionfò in due memorabili occasioni, nel 1988 e 1989, con la Delta Integrale, portando un modello Lancia nella gara che fino allora mancava nel suo palmarès), fino a Edgar Herrmann.
Il driver keniota di origine tedesca riportò la vittoria all’East African Safari in due edizioni successive, nel 1970 e nel 1971, ed al volante di altrettanti modelli prodotti da Nissan. Si trattò, nella fattispecie, delle coupé Datsun Bluebird 1600SSS e della celebre 240Z.
Omaggio alla 240Z
Proprio alla storica sportiva di punta Nissan, che da più di cinquant’anni occupa un posto di rilievo nell’ideale garage degli appassionati, si ispira un progetto che – a simboleggiare l’evoluzione dei tempi – prende in prestito un modello del marchio giapponese appartenente al segmento compact-SUV, uno dei più venduti in Europa. E per di più, ad alimentazione elettrificata, almeno nel “capitolato” di programma. Ed ecco Nissan Juke Rally Tribute Concept, che ipotizza come sarebbe l’impostazione di una vettura da rally per Nissan su base Juke.
Più “cattiva”
Il progetto mette in evidenza l’adozione di nuovi codolini passaruota maggiorati (funzionali al montaggio di un set di pneumatici offroad su misura), e la fanaleria supplementare collocata sul cofano e sul tetto. L’ispirazione grafica dalla storica Datsun 240Z che all’East African Safari del 1971 si aggiudicò la vittoria nonché il secondo ed il settimo posto assoluti si concretizza nella colorazione in nero del cofano e delle ruote. Spunti estetici che, come gli osservatori più acuti ricorderanno, avevano a loro volta caratterizzato il prototipo Gripz (esposto al Salone di Francoforte 2015) da cui derivò lo stile dell’attuale nuova generazione di Nissan Juke.
Alimentazione full hybrid
Le differenze fra Nissan Juke Rally Tribute Concept e la illustre antenata 240Z si riferiscono non soltanto al corpo vettura (uno è un compact-Sport Utility, l’altra è una coupé a due posti più due di ispirazione marcatamente “europea”), ma anche nella propulsione. La leggendaria 240Z veniva equipaggiata con il 6 cilindri in linea (derivato dal 4 cilindri della berlina 510) con cilindrata portata a 2,4 litri, alimentazione a carburatori, trazione posteriore e 210 CV di potenza massima. Il prototipo disegnato da Nissan, invece, sarebbe provvisto di alimentazione ibrida elettrica, ad elevati valori di efficienza e coppia (istantanea) in ordine di offrire notevoli performance anche nelle situazioni di guida più impegnative.