Rubò in America una preziosa Talbot-Lago del 1938, arrestato in Italia
Due i protagonisti, una Talbot-Lago T150 C-SS Teardrop Coupé, e un cittadino svizzero ma nato negli USA, accusato di avere sottratto la vettura nel 2001 e di avere ideato un sistema che gli ha permesso di muoversi senza problemi per vent’anni anche al di qua dell’oceano, restaurando e rivendendo (negli Stati Uniti) il veicolo.
Una storia che neanche “Fuori in 60 secondi” si è per il momento risolta all’ombra della Lanterna. O meglio, un po’ più di 60 secondi: diciamo una ventina d’anni. Si è conclusa a Genova, con l’arresto di un cittadino di 67 anni nato in America ma di cittadinanza svizzera, una clamorosa vicenda legata alla misteriosa sparizione di una delle auto d’epoca più prestigiose di sempre: nello specifico, uno dei 16 esemplari di Talbot-Lago T150 C-SS “Teardrop Coupé” (“Goutte d’Eau” in francese) costruiti nel 1938 dalla leggendaria “usine” anglo-francese (al cui timone c’era l’imprenditore di origine veneziana Antonio Lago) che tra la fine degli anni 30 e la prima metà degli anni 50 visse il proprio periodo d’oro nel “Gotha” delle auto di altissima fascia e nel mondo delle competizioni.
Ne vennero costruite solamente 16
La Talbot-Lago del 1938 protagonista della vicenda “battuta” dalle agenzie di stampa di tutto il mondo proprio per la singolarità dell’accaduto che possiede molti elementi in comune con i furti di opere d’arte (cosa che in effetti è, al pari delle più celebrate espressioni artistiche di tutti i tempi), fa parte di un lotto di 16 esemplari realizzati sulla base della biposto-corsa T150. La nobile sportiva dell’immediato anteguerra sarebbe stata in effetti trafugata al legittimo proprietario, completamente smontata, tenuta così in un magazzino, successivamente “esportata” al di qua dell’oceano (con documenti falsi), riportata negli USA e rivenduta per una cifra notevolissima. Ma andiamo con ordine: il rocambolesco “iter” della storia – che al momento vede l’uomo, trattenuto nel carcere genovese di Marassi, a disposizione dei magistrati – lo impone.
Ecco come iniziò l’incredibile storia
Tutto cominciò nel 2001, in un garage di Milwaukee (Wisconsin), dove sparì una preziosa Talbot Lago T150 T-Css Teardrop Coupé costruita nel 1938. Autore del furto, indicano le cronache, fu un cittadino svizzero nato negli Stati Uniti. Da quel momento, e per i successivi quattro anni, la vettura venne tenuta, smontata in ogni sua parte, all’interno di un deposito, dove vi rimase fino alla morte del proprietario al quale era stata trafugata.
Documenti falsi
Nel 2005, l’accusato autore del furto falsificò i documenti del veicolo, in modo che vi fosse evidenziato il regolare acquisto della vettura da un nipote del proprietario defunto, e fece ritorno a Milwaukee, per comunicare alle forze di polizia l’avvenuto recupero della preziosa coupé, e di essere lui a quel punto il nuovo proprietario. L’atto “ufficiale” (in realtà falso) del trasferimento di proprietà lo indicava.
Il ritorno in Europa, il restauro e il rientro (per vendita) negli USA
La Talbot-Lago poteva dunque dirsi regolarmente rintracciata ed esistente, ed i suoi numeri identificativi vennero cancellati dai database delle forze di polizia. Sentendosi al sicuro, il nuovo “proprietario” riportò la vettura in Svizzera, e da lì la trasportò in Francia per un restauro completo, prima di metterla a sua volta in vendita, nel 2015. Il nuovo acquirente, un appassionato collezionista di Chicago, comprò la vettura per una cifra nell’ordine di 7,6 milioni di dollari. Nuovo attraversamento dell’oceano, a quel punto, per la “Regina” anglo-francese, e ulteriore approdo in terra statunitense. La sua storia, tuttavia, non terminò nella quiete del nuovo garage.
Incastrato dalla comunicazione degli ospiti alla Questura
Gli inquirenti americani, qualche tempo dopo (si era nel frattempo arrivati al 2019), portarono alla luce quanto negli anni precedenti era avvenuto e riaprirono il caso, arrivando così ad emettere un mandato di cattura a carico dell’uomo: un’accusa che comporta non meno di vent’anni di detenzione. Il ladro, per diversi mesi, è riuscito a far perdere le proprie tracce, fino al recentissimo epilogo che si è svolto in uno dei più importanti alberghi di Genova.
Dalla comunicazione obbligatoria dei nominativi degli ospiti, mandata dagli addetti della reception alla Questura, è spuntato il nome del ricercato. Immediato il “blitz” degli agenti genovesi, i quali non hanno fatto altro che bussare alla porta della lussuosa camera e lo hanno tratto in arresto. L’uomo è detenuto nel carcere di Marassi, in attesa che i magistrati della Corte d’Appello si pronuncino per la sua estradizione: quanto alla meravigliosa Talbot-Lago dal valore multimilionario, si spera che possa al più presto tornare nelle mani degli eredi dell’inconsapevole precedente proprietario che venne derubato nel 2001 e trascorse gli ultimi anni di vita senza conoscere la sorte della vettura.