F1: Hamilton non china la testa di fronte alle accuse della Red Bull
Il campione del mondo risponde alle accuse della Red Bull e rimanda al mittente le rimostranze di Verstappen
E’ un Lewis Hamilton infastidito, stizzito, e poco incline a chinare la testa, quello che è arrivato al GP di Ungheria, dove la F1 vedrà un nuovo duello tra lui e Verstappen. Da quando è stata sventolata la bandiera a scacchi alla fine della gara di Silverstone è stato attaccato su tutti i fronti, dai social, dove ha ricevuto persino insulti razzisti, passando per Verstappen, che lo ha giudicato antisportivo per i festeggiamenti, ingiustificati secondo l’olandese, e la Red Bull che ha addirittura richiesto ulteriori penalità per Lewis, come se avesse commesso un’azione criminale.
Forse qualcuno ha dimenticato cos’è la F1, forse in molti hanno la memoria corta sulle azioni di gara di Verstappen, e forse personaggi come Marko, stanno andando al di là dei loro ruoli, fatto sta che Hamilton adesso è stanco di trovarsi sul con il dito puntato contro, e fa capire a tutti che non è disposto a chinarsi davanti alle rimostranze della Red Bull ed alle insofferenze di Verstappen.
Parole chiare che mettono in luce il punto di vista di Hamilton
“Non c’è molto da aggiungere- ha spiegato Hamilton tornando sull’accaduto alla Copse- come ho già detto, non ero a conoscenza della situazione di Max. Ho visto sullo schermo che era sceso dalla macchina e sembrava a posto, poi mi è stato detto che stava bene, quelle erano le informazioni che avevo fino a quando sui media è apparsa la notizia che era stato portato per dei check in ospedale”. Quindi ecco che i festeggiamenti non erano frutto di un atteggiamento irrispettoso, ma solamente la reazione di un pilota che vince la gara di casa dopo 2 GP poco edificanti.
Ma Hamilton rincara la dose, affinché vengano comprese, una volta per tutte, le sue intenzioni, e le sue riflessioni: “nessuno di noi vorrebbe mai vedere un pilota infortunato o in pericolo, e men che meno mettere in pericolo un altro pilota. Ho chiamato Max dopo la gara per verificare che stesse bene e fargli sapere che ho grande rispetto, ma non credo sia ancora ricambiato. Comunque va bene così”. Insomma, chi vuol capire capisca, soprattutto un olandese che corre con il numero 33.
Hamilton si mostra consapevole delle sue manovre e le rifarebbe
Solleticato sulla questione sorpassi, in merito a quello su Leclerc ha affermato: “potrei spiegarlo, ma non lo farò. Corro da molti anni, e so come destreggiarmi nelle curve e nei sorpassi. Non sprecherò le mie energie cercando di spiegarlo, è difficile farlo comprendere a tutti”. Come a dire, ad ognuno il suo mestiere ed il mio è quello di correre. Ed infatti, nel prosieguo delle sue dichiarazioni spiega che “i momenti più emozionanti nel motorsport sono le corse ‘ruota a ruota’, ed oggi fortunatamente vediamo due squadre incredibilmente vicine nelle prestazioni. Ma non mi piace paragonarci ai piloti o ai campioni del passato, è una nuova era, un nuovo tempo, ma immagino che non sia male per questo sport. Stiamo cercando di migliorare la Formula 1 nel modo in cui interagiamo con i fan e offrendo loro le gare più emozionanti. E credo che i fan ci stiano guardando”. Quindi, a scanso di equivoci, tornando per l’ennesima volta sull’incidente alla copse ha spiegato: “in termini di manovra, lo rifarei. Tutta la mia esperienza maturata nel corso degli anni dice molto, non cambierei nulla”.
Adesso la parola torna alla pista
Dopo tanto clamore si torna torna in pista, per fortuna verrebbe da dire, perché c’è bisogno di azione, di adrenalina, di spettacolo, con la speranza che quest’ultimo non venga sporcato da un atteggiamento troppo conservativo frutto delle polemiche dell’ultimo periodo e, soprattutto, da penalità figlie di 2 settimane di lamentele e rimostranze per una sconfitta che brucia ma che può essere recuperata in un tracciato favorevole alla Red Bull. E se quei due si toccassero di nuovo?