Seat Leon Cupra 290: la prova su strada [video]
Al volante della sportiva della Casa spagnola più potente di sempre.
La Seat Leon Cupra guadagna un cuore da 290 CV, indossa scarpe speciali e freni più potenti per sfidare a mani nude le migliori auto della categoria e turbare i sogni di auto sportive di ben più alta caratura e maggiore costo. Ma oltre le valutazioni di mercato va riconosciuto come quest’ultima Leon Cupra rappresenti un modello di assoluta eccellenza sia dal punto di vista delle performance che del rendimento globale, insomma una spagnola con la bandiera a scacchi tatuata sulla pelle! Perché sulla nuova Cupra potrete salire in giacca e cravatta per andare a lavoro, oppure con casco e tuta per un salto in circuito, ma in entrambi i casi state pur sicuri che lei non vi deluderà: dopo tutto discende dal modello che, per primo tra le auto di questa categoria, ha sfondato il muro degli 8 minuti sul vecchio Nurburgring (tra le trazioni anteriori) e vanta una tradizione gloriosa, in pista, dove ha ben figurato nel WTCC.
L’abbiamo provata nella variante a 5 porte, sia su strada che tra i cordoli, e, per capire tutto il suo potenziale, siamo saliti a bordo della versione da corsa, denominata CUP RACER, realizzata per il monomarca della Casa spagnola, che dispone di 330 CV e 410 Nm di coppia massima alla ruota. Tra le pendenze mozzafiato del circuito del Mugello abbiamo sperimentato l’emozione di una gara vera, tra sportellate e curve al cardiopalma, e le decelerazioni garantite dall’impianto frenante AP con dischi da anteriori 378 mm. Punto in comune tra le due anime della Leon Cupra è il cambio DSG, montato sia sulla vettura di serie che su quella da corsa. Un’auto dal potenziale velocistico degno di categorie superiori che raddoppia il prezzo della versione stradale, proposta al costo di 35.000 euro.
Come va su strada: comoda e divertente in ogni situazione
[rating title=”SU STRADA” value=”9″ layout=”left”]La Leon Cupra 290 è un’auto che asseconda lo spirito del guidatore, merito del Drive Profile, grazie al quale è possibile selezionare la modalità di guida più adatta alla situazione. Infatti, si può viaggiare in Comfort, privilegiando la fluidità di marcia e la comodità generale, scegliere Sport per avere una vettura più reattiva, oppure, selezionare l’ultimo step, denominato Cupra, per sfruttare al massimo il potenziale di questa compatta dall’animo sportivo. La potenza supera di appena 10 CV quella del modello precedente, e si avvicina ai 310 CV della straripante Honda Civic Type R, ma quello che i numeri non dicono, è che la Leon Cupra 290 è sempre pronta a spingere in qualsiasi situazione, ma con modalità diverse: grazie ad una coppia di 350 Nm, che risponde all’appello non appena si sfiora il gas, si può viaggiare in souplesse sfruttando il cruise control adattivo, o aggredire i tornanti di montagna rimanendo attaccati all’asfalto con le coperture a mescola morbida. Comunque, non serve forzare per trovare giovamento, perché il differenziale lavora bene e consente di sfruttare al meglio il suo proverbiale inserimento in curva. Ecco, se c’è un aggettivo che rende giustizia alla Cupra vitaminizzata con 10 CV in più è equilibrata, al punto che risulta sfruttabile anche nel quotidiano, visto che i 13 km/l non rappresentano una percorrenza utopica. Oltre tutto, con un ESP più permissivo rispetto alle Leon convenzionali, la Cupra 290 offre un sano divertimento senza intaccare la sicurezza dinamica.
Come va in pista: tempi da record con facilità
Chiaramente, gli uomini della Seat hanno avuto un occhio di riguardo per la guida in circuito, come si evince dal Black Performance Pack (presente sull’esemplare in prova), che esalta la potenza della impianto frenante mediante le pinze Brembo, e la velocità di percorrenza di curva con gli pneumatici speciali. A tutto questo si aggiunge la possibilità di disattivare l’ESP in due fasi, lasciando i 290 cavalli letteralmente a briglia sciolta. Considerando tutte queste caratteristiche della 5 porte iberica, non potevamo esimerci dal guidare la Cupra senza filtri, e così abbiamo scoperto uno sterzo a rapporto progressivo in grado di adeguarsi al crescere della velocità, un cambio DSG a doppia frizione a 6 rapporti, che diventa una fucilata quando si spinge forte e si utilizzano le leve dietro il volante (in modalità Cupra), ma soprattutto, un differenziale autobloccante tutto nuovo, che riduce lo slittamento della ruota più scarica.[rating title=”IN PISTA” value=”9″ layout=”left”]Detta così, sembra l’auto perfetta, ed in realtà lascia realmente il tipico sorriso sul volto di chi è al volante, considerato l’allungo di cui dispone (tira fino a 6.400 giri senza la minima incertezza), la potenza della impianto frenante e la precisione generale che riesce a garantire anche dopo diversi giri. Ma, tra un tornante e l’altro, mentre il telaio sembra seguire il pensiero, e il differenziale autobloccante annulla il fastidioso fenomeno del sottosterzo, a volte il cambio passa automaticamente al rapporto superiore, proprio quando si vorrebbe sentire l’auto in tiro prima di prendere la corda: un comportamento che tende a proteggere la trasmissione ma che, non sempre, si sposa con la guida sportiva. Inoltre, i paddles potrebbero essere leggermente più grandi per non rischiare di andare a vuoto quando le operazioni si fanno più impegnative. Detto ciò, le prestazioni sono da vera fuoriclasse, con una velocità massima (limitata elettronicamente) di 250 km/h ed un’accelerazione da 0 a 100 km/h coperta in appena 5,7 secondi. E’ l’auto ideale per vivere l’esperienza dei track-day senza troppa apprensione, visto che i freni non risentono di un impegno gravoso, anche dopo diverse tornate, e che le reazioni, anche senza controlli, sono gestibili. Inoltre, alleggerendo il gas a centro curva si riesce persino a produrre delle divertenti derapate che aiutano i novizi dei circuiti a familiarizzare con la nobile arte del sovrasterzo.
La Tecnica: raffinata ma con tante soluzioni per guidare forte
[rating title=”MOTORE” value=”9″ layout=”left”]Sono diverse le componenti che rendono la Leon Cupra un’auto unica nel suo genere. Partiamo dal motore, il cuore della sportiva spagnola, il 2.0 TSI da 290 CV, capace di erogare 350 Nm di coppia tra i 1.700 ed i 5.800 giri. Si tratta di un’unità che integra l’iniezione indiretta con quella diretta, preposta ad intervenire nei momenti in cui si richiede il massimo sforzo o nella fase dell’avviamento. Proseguiamo la nostra analisi parlando del cambio a doppia frizione DSG a 6 rapporti, che presenta una sesta allungata per ottimizzare i consumi; della regolazione adattiva dell’assetto, mediante la quale gli ammortizzatori reagiscono in appena qualche millesimo di secondo alla situazione dinamica; e del nuovo differenziale autobloccante che lavora tramite un pacchetto multidisco a controllo elettronico azionato in maniera idraulica, mediante il quale si riduce l’eventuale slittamento della ruota anteriore. Quindi, chiudiamo l’argomento sottolineando la presenza di un ESP più permissivo, ma completamente escludibile; di uno sterzo progressivo; di un nuovo impianto di scarico più leggero e con un sound più emozionante; e del Drive Profile, che consente di scegliere la modalità di guida più adatta alla situazione. Infine, citiamo un accessorio a cui nessuno sportivo potrà resistere: il Black Performance Pack, che annovera cerchi da 19 pollici dal design specifico, coperture particolarmente performanti, e pinze freno griffate Brembo.
Esterno: design tagliente
L’aspetto che distingue la Seat Leon e, di riflesso, anche la Cupra, riguarda un design fatto di spigoli che si congiungono in un insieme armonioso. Nel frontale spiccano i fari a LED, non più una novità, ma ancora decisamente accattivanti, la mascherina specifica e le grandi prese d’aria. La vista laterale è impreziosita dai cerchi da 19 specifici e da un assetto ribassato di 25 mm, mentre al posteriore troviamo lo spoiler ed altri elementi che fanno parte della caratterizzazione aerodinamica della versione più sportiva della compatta iberica. Altri particolari che rendono la Leon in questione diversa dalle sue sorelle convenzionali, sono le calotte dei retrovisori di colore nero, ed il logo caratteristico ben impresso anche nelle pinze dei freni.
Interni: a misura di sportivo
[rating title=”Interni” value=”8″ layout=”left”]L’abitacolo della Leon Cupra riflette l’estetica della vettura, così, ecco che alcuni elementi diventano imprescindibili, soprattutto quando si è al cospetto di un’auto nata per fornire il massimo del divertimento alla guida. In particolare, il volante in pelle traforata è tagliato in basso, i sedili sportivi sono rivestiti in alcantara, mentre la pedaliera è in metallo. Tutti dettagli di stampo racing, come la strumentazione dedicata e le cuciture a contrasto che abbelliscono il volante ed il pomello del cambio. Comunque, al di là di questi particolari, che fanno la differenza, lo spazio a bordo è speculare a quello di una Leon a 5 porte; quindi si sta seduti comodamente anche sul divano posteriore, e c’è un bagagliaio di ben 380 litri che soddisfa tutte le esigenze di una famiglia. Non manca un infotainment evoluto con un display da 6,5 pollici che, grazie al sistema MirrorLink, consente di dialogare con gli smartphone di ultima generazione, e, mediante la Seat Connect App permette, tra le altre cose, di leggere i messaggi provenienti via SMS, o attraverso i canali social più in voga.
Dotazioni di Sicurezza
Dal punto di vista della sicurezza attiva, la Seat Leon Cupra spicca per via del cruise control adattivo (con il quale mantiene automaticamente la distanza dal veicolo che la precede), della frenata d’emergenza in città, e del dispositivo di anticollisione multipla. Inoltre, presenta i fari full led, capaci di illuminare la strada con una luce non molto dissimile da quella del giorno, il dispositivo in grado di rilevare la stanchezza del conducente, e quello che lo avvisa di un abbandono involontario della carreggiata.
Quanto costa
Il listino della Seat Leon Cupra parla chiaro: 35.000 euro. E non fa distinzioni tra le tre tipologie di carrozzeria presenti nella gamma della Casa spagnola, ovvero 5 porte, 3 porte e wagon. In questo modo, il cliente è libero di scegliere senza dover per forza di cose fare dei calcoli. Comunque, si tratta di un costo in linea con quello della cugina più nobile, la Golf GTI, rispetto alla quale può contare su 60 CV in più, mentre consente di risparmiare un valore consistente nei confronti della Golf R, che ha solamente 10 CV in più, anche se quest’ultima è dotata della trazione integrale. Inoltre, grazie ad una dotazione di serie piuttosto corposa, che va dallo scarico sportivo, al differenziale autobloccante, passando per i cerchi specifici ed il cambio DSG, non richiede grandi integrazioni dalla lista degli optional.
[progressbar title=”VOTO FINALE” percentage=”no” value=”9″]
Seat Leon Cup: com’è fatta
Come la sorella stradale, la Seat Leon CUP è una vettura a trazione anteriore, derivante dal modello di segmento C della Casa spagnola, e costa, completa di kit, circa 70.000 euro. Prima di entrare nei dettagli su come è fatta e come va, vi anticipiamo che quest’auto più di molte altre, si può fregiare di un equilibrio che definiremo “magico”. Perché in pista con una potenza molto alta per una trazione anteriore, quindi in teoria non semplice da scaricare a terra, con un costo totale dell’auto relativamente contenuto, riesce a compiere due piccoli miracoli: uno a mantenere un equilibrio e un piacere di guida sempre molto elevato, secondo a garantire prestazioni e tempi sul giro veramente pazzeschi. Basti pensare che al Mugello la pole della Leon cup era di circa 1’57” mentre la Ferrari 458 faceva segnare un tempo di circa 1’55” nella categoria GT3 Cup. Distacchi ancor più esigui si sono visti in gara, dimostrando così che in pista la Leon Cup avvicini tempi sul giro tipici di auto a trazione posteriore dotate di una potenza circa doppia e dal costo tre o quattro volte superiore. Analizziamola ora da vicino e partiamo dagli pneumatici, si tratta di slick marchiate Pirelli (dalla larghezza di 250) montate su cerchi da 18 pollici, mentre il motore è un 2.0 turbo che, privo di catalizzatore, con un filtro aria più libero ed una centralina rimappata, arriva a 330-340 CV. Inoltre, la Leon CUP vanta un differenziale autobloccante più specialistico, alla stregua dell’impianto frenante (senza ABS e privo di servo freno), e delle sospensioni. Esteticamente, spicca la presenza dei parafanghi allargati, capaci di incrementare la carreggiata per fornire più trazione in uscita di curva e tanta velocità durante la percorrenza della stessa. Inoltre, la grande ala posteriore contribuisce a tenere l’auto attaccata al suolo quando si viaggia veloci, e le ampie prese d’aria anteriori aiutano a far respirare meglio il motore.
L’abitacolo, spoglio del superfluo, per alleggerire il più possibile la Leon CUP, vede la presenza di un roll-bar interno, che irrigidisce ulteriormente la sportiva in questione e contribuisce, nel contempo, alla sicurezza del pilota, insieme al sedile da corsa con tanto di cinture racing. Al posto di comando poi, fa bella mostra di sé il volante da competizione, con diversi pulsanti: come quelli per inviare aria diretta al driver nelle giornate particolarmente calde; per selezionare le mappature del differenziale elettronico; per regolare la velocità in corsia box (60 km/h); e per mettersi in comunicazione via radio con la squadra. Sparisce infine, il quadro strumenti tradizionale, rimpiazzato da un display digitale, con tanto di funzione Seat Sport, che presenta il grande contagiri nella parte centrale, e consente di conoscere, in tempo reale, rispettivamente, il rapporto inserito, il settaggio della mappatura del differenziale prescelto, ed il tempo sul giro.
Seat Leon Cup come va: in gara al Mugello
Una volta indossata la tuta d’ordinanza, abbiamo avuto la fortuna di poter vivere in diretta l’adrenalina di una gara con la Leon CUP, il tutto su una pista impegnativa e altamente carismatica come quella del Mugello. Una gara particolare poiché giunta dopo la metà del Campionato e per di più con un numero doppio di partenti rispetto al solito. Questo perché la gara toscana vedeva impegnati anche i piloti del Campioanto Europeo della Leon Cup con auto leggermente diverse e selezionate tra i migliori delle selezioni nazionali. Ciò nonostante il livello di competitività era altissimo sin dalle prove che sono state segnate da scrosci di pioggia che hanno reso entrambe le libere parzialmente bagnate. Inoltre la maggior parte delle auto prevede un pilota che partecipa alle libere e a entrambe le gare, nel nostro caso invece abbiamo diviso l’abitacolo e le prove con la blasona e esperta pilota Alessandra Neri. Pochi minuti per interpretare auto, pneumatici e assetto in configurazione prove non ci hanno aiutato ad essere competitivi, anche perché il bagnato ha limitato la possibilità di fare prove di assetto e accumulare esperienza. Così a causa anche di qualche inesperienza nella gestione della gomma nuova in qualifica siamo partiti in fondo allo schieramento seppure le 27 vetture schierate fossero tutte racchiuse in un distacco di soli circa 4 secondi secondi.
Il risultato anche in gara è che si creano dei lunghi trenini nei quali è difficilissimo superare perché seguendo la scia e la traiettoria del pilota davanti è molto complicato trovare un varco per superare. La partenza vede le vetture praticamente attaccate, e così, sorpassare un’impresa, visto che il ritmo tra i concorrenti è molto simile e le auto sono uguali. Considerate le traiettorie, quasi obbligate, i sorpassi avvengono nelle staccate più impegnative, come ha dimostrato il nostro tester più volte alla San Donato e all’Arrabbiata. La guida risulta divertente, e la Leon CUP è sempre molto efficace, e seguendo qualche scia abbiamo iniziato i sorpassi, avendo guidato poco l’auto in prova e mai in precedenza e’ stato utile seguire gli altri piloti, studiare le loro traiettorie e poi cercare il sorpasso. Così facendo abbiamo imparato a conoscere l’auto in gara e il risultato è stato evidente visto che eravamo l’unica vettura a girare più forte in gara che non in prova. Addirittura dopo metà gara e dopo qualche sorpasso e con le gomme ormai consumate per tutti, con i tempi che si alzavano anche per i primi noi continuavamo a girare anche a fine sul piede del 2’03” un tempo migliore di oltre metà griglia, purtroppo però la nostra rimonta si è fermata al 19esimo posto assoluto e al nono posto nella classifica Leon Cup (dal momento che le auto e i piloti che correvano l’europeo, seppur in pista insieme avevano una loro classifica a parte).
Valutando i tempi sul giro da metà gara in poi si poteva fare meglio, ma una volta superati gli 8 piloti davanti davanti sarebbe servito qualche giro in più per recuperare quel gruppetto di tre quattro piloti giunti di poco davanti a noi, ma che aveva accumulato un certo vantaggio nella prima parte della gara. Ovviamente tra bagarre e sorpassi non sono mancati i contatti e qualche sportellata; ma, d’altra parte, la bagarre è la regola quando si corre al Mugello all’interno di un monomarca così combattuto. L’aspetto interessante è che, con tante auto speculari, emerge sia la sensibilità e la costanza del pilota, ma anche la capacità di capire e valorizzare piccoli aspetti dell’auto oltre alla sensibilità di far scorrere al meglio la macchina a centro curva. Insomma, la Leon CUP oltre ad essere velocissima, è anche una vettura propedeutica anche a campionati maggiore, che aiuta il pilota a crescere, giro dopo giro, e che consente di viaggiare forte, quasi quanto vetture di categorie più importanti, ad un costo nettamente inferiore. Una manna per chi si avvicina al mondo delle competizioni automobilistiche a ruote coperte e non ha un munifico sponsor alle spalle!
Servizio in collaborazione con: Valerio Verdone – Max Cannizzaro – Alessandro Pinto – Claudio Galiena – Francesco Di Lembo – Gianluca Oliva