Bmw Serie 7 E38: tre esemplari-simbolo della superberlina Anni 90, ecco il video
La terza generazione della dinastia Bmw dedicata alla clientela executive è protagonista di una retrospettiva a cura di Bmw Group Classic, che presenta i segreti di tre particolarissime unità.
Talmente “Anni 90” che è persino superfluo specificarlo: la terza generazione di Bmw Serie 7, ovvero la massima espressione del concetto di berlina di alta gamma secondo i dettami dei vertici di Monaco di Baviera, è rimasta nell’immaginario degli appassionati per gli elevati contenuti tecnici applicati ad un’immagine dichiaratamente sportiva. Come, del resto, Bmw ha sempre messo in grande evidenza da quando, all’inizio degli anni 60, venne messa in cantiere la “Neue Klasse” che fu davvero un modello-spartiacque fra due distinte epoche della storia industriale del Gruppo. Un “biglietto da visita” che illustra una interessante retrospettiva video in cui a vestire i panni della protagonista è la storica “Ammiraglia” bavarese, ed in tre esemplari-simbolo. Ma andiamo con ordine.
La gamma E38 di Bmw Serie 7, che esordì nel 1994 (in sostituzione della precedente E32) e rimase in produzione fino al 2001 (quando, dopo quasi 330.000 esemplari prodotti – non pochi considerata la sua esclusiva fascia di mercato – a raccoglierne il testimone arrivò la “famiglia” E65) possiede, a ventisette anni dal debutto ed a vent’anni giusti giusti dal “pensionamento”, una nutrita schiera di appassionati, molti dei quali vennero attratti dalla sua allure particolarmente dinamica già durante la sua fase di presenza sul mercato. Ad alimentarne l’appeal intervennero anche alcuni ruoli di coprotagonista sul grande schermo. Due titoli su tutti: “Il domani non muore mai” (diciottesimo film della saga di James Bond, che uscì nel 1997 come secondo capitolo di 007 interpretato da Pierce Brosnan) e la prima uscita di “The Transporter”, che nel 2002 vide Jason Statham alias Frank Martin utilizzare una 735i.
Accessori premium
Numerosi sono i punti di forza tecnologici che ancora oggi vengono ricordati: dall’accurata ergonomia nello studio degli interni all’adozione del climatizzatore bi-zona, di un volante (riscaldabile) multifunzione per il controllo dei comandi di un impianto multimediale “di prima generazione” (un navigatore satellitare, la TV e, a bordo della versione 750iL, cioè a passo lungo adatta per gli impieghi con autista, un telefono cellulare Nokia 9000 Communicator a disposizione degli occupanti la fila posteriore di sedili), al comando elettrico di apertura del baule. E questo, per indicare solamente alcune delle dotazioni fornite di serie oppure disponibili come optional.
È stata la prima ammiraglia turbodiesel
Non va infine dimenticato che quando la E38 debuttò in produzione, il mercato si orientava nettamente verso il gasolio: era l’epoca del “boom” del turbodiesel. Ed ecco, nel 1996, l’arrivo di Bmw 725 Tds, modello importante dal punto di vista storico in quanto corrisponde alla prima “ammiraglia” bavarese ad essere equipaggiata con motore diesel (nella fattispecie, il 6 cilindri in linea da 2.497 cc a due valvole per cilindro, che erogava 143 CV: una potenza non stratosferica, tuttavia andava considerata la “stazza” della vettura, ed il fatto che si puntava soprattutto sul comfort di marcia e sulla robustezza della meccanica).
Bmw 750 iL in tre distinte rappresentazioni
Proprio Bmw Serie 7 E38 è protagonista di una video-retrospettiva online. La rubrica “Inside Bmw Group Classic”, inserita nel canale YouTube della Divisione Bmw specializzata nella salvaguardia della storia del Gruppo, ha di recente puntato i propri riflettori sulla ammiraglia bavarese Anni 90. Nello specifico, gli esemplari raccontati dallo staff di Bmw Group Classic sono tre. Di ciascuno sono stati svelati i segreti e le caratteristiche.
Il lusso sportivo Anni 90
La prima delle tre Serie 7 E38 ad essere mostrata è un esemplare di Bmw 750iL in configurazione-standard, vale a dire con tutti gli accessori che all’epoca erano forniti di serie. La vettura, che appartiene alla lineup “passo lungo” (da qui il suffisso “L”, che contraddistingue 140 mm in più nell’interasse), viene mossa dal V12 benzina da 5,4 litri di cilindrata per una potenza massima di 326 CV. Un’autentica “limousine” riservata ad una ristretta cerchia di clienti executive, dotata degli accessori di cui si è accennato più sopra.
Il massimo dell’allestimento “ad personam”
Il secondo esemplare immortalato dalle videocamere di Bmw Group Classic fa anch’esso parte della lineup 750 iL, tuttavia aggiunge un “quid” di artistico individualismo (approccio che peraltro Bmw ha da molti anni dimostrato di applicare ai propri modelli, come dimostrato dalle numerose “Art Car” che si susseguono da mezzo secolo). Ad essersi occupato del suo allestimento fu, a metà degli Anni 90, Kar Lagerfeld (1933-2019). Stilista, fotografo, designer, l’artista nativo di Amburgo ha posato il proprio occhio non solamente nelle proposte stilistiche di “Maison” quali Chanel e Fendi – delle quali fu peraltro direttore creativo – ma anche sulla gamma Bmw. Nella fattispecie, la E38 “lunga” che Lagerfeld reinterpretò, in collaborazione con l’Hotel Four Seasons di Amburgo, attraverso un “capitolato” che fa storia a se: una nuance di carrozzeria in cui il rosso va ad unirsi all’argento metallizzato in un effetto perlato unico nel suo genere, ed un allestimento interno da vera e propria “suite viaggiante” (rivestimenti in un pregiatissimo pellame color crema, modanature in nobile radica e, quanto alle dotazioni, un impianto TV con videoregistratore, un fax, due telefoni ed un mini-bar in aggiunta al già ricco assortimento di accessori standard).
E James Bond la guidò “da remoto”
La rassegna delle E38 più rappresentative si conclude con un’ulteriore celebrazione della versione a passo lungo: proprio un esemplare di Bmw 750 iL utilizzate per le riprese de “Il domani non muore mai”. Gli “enthusiast” di 007 ben conoscono le sequenze in cui la superberlina-executive viene guidata… da remoto da Pierce Brosnan per sfuggire all’agguato dei criminali che tentano di distruggerla. Le “dotazioni-James Bond” non mancano: un lanciarazzi che viene estratto dal tetto apribile, due affilate lame rotanti che fuoriescono dallo stemma “Bmw” anteriore, il paraurti posteriore che si apre “a cassetto” e scarica a terra chiodi a tre punte utili a liberarsi degli inseguitori. La “chicca delle chicche” è tuttavia il sistema di “guida differita”, immortalato nella scena in cui James Bond conduce la vettura sdraiato sulla fila posteriore di sedili, mentre osserva la strada attraverso un palmare. Un esempio di “guida automatizzata” ante litteram? Non proprio: in realtà, il trucco c’è. I secondi comandi del veicolo (sterzo, trasmissione, pedali) vennero alloggiati dietro, e collegati con i rispettivi organi mediante lunghi rinvii. Nel film sembra che la vettura venga controllata dal device portatile, mentre in effetti un operatore, abilmente nascosto, comandava l’auto. Una soluzione semplice e azzeccata.