Lancia Aurelia B24 Convertibile: in vendita un esemplare del 1958
La “due posti en plein air” disegnata da Pininfarina resta un’icona storica e culturale dell’Italia dell’automobile.
Secondo alcuni appassionati, è stata l’ultima vera Lancia in quanto progettata, prodotta e venduta prima che il nobile marchio torinese – da molto tempo tenuto in auge soltanto dalla longeva Ypsilon, che seppure sia sempre ai primi posti delle vendite in Italia, ne rimane l’ultimo “baluardo di difesa” – venisse ceduto dalla famiglia Lancia a Pesenti (1955). Un’altra corrente di pensiero ritiene che, invece, la tradizione della raffinatezza e della cura maniacale nelle finiture “tipicamente Lancia” sia terminata quando, nel 1969, l’azienda venne ceduta (al prezzo simbolico di una lira) al Gruppo Fiat.
Non è in ogni caso necessario essere dei “connoisseurs” in materia di storia dell’auto per apprezzare tutto lo splendore che da più di sessant’anni ammanta in ogni millimetro di carrozzeria la gamma Aurelia GT, tanto in conformazione B20 quanto nella versione “en plein air” B24. Che la stirpe Aurelia sia stata o meno “l’ultima vera Lancia”, poco conta ai fini dell’importanza storica e culturale del modello, diventato immediatamente – vale a dire già all’epoca del suo debutto sul mercato che avvenne nel 1950 con la berlina B10, subito “rivale” della pari classe Alfa Romeo 1900 che esordì nello stesso momento, insieme alla “americaneggiante” Fiat 1400 – ciò che oggi si definisce uno “status symbol”.
Anni 50: il culmine di eleganza e sportività
In particolare, con Aurelia B20 GT la fabbrica torinese diede il via al binomio tra eleganza e sportività che da allora, e per una quarantina d’anni, ne ha contraddistinto l’immagine e non solamente in Italia, ma in tutto il mondo. Magnifica rappresentante dello “stile Lancia”, la famiglia GT raggiunse la propria apoteosi nel 1954, quando Pininfarina, che già aveva dato un suo contributo nella definizione delle linee definitive della prima serie di B20, venne incaricata di disegnare un nuovo “vestito” sulla meccanica B20 (il cui V6 era nel frattempo aumentato di cilindrata: da 1.991 a 2.451 cc) e che avesse le fattezze di una Spider. E fu la B24, progettata accorciando il telaio B20 e con poche modifiche al motore V6.
Ne vennero prodotte pochissime
Una delle spider considerate a livello mondiale fra le più belle concepite nell’intera storia dell’automobile debuttò nel 1955, e rimase in produzione solamente per un anno, con 240 esemplari costruiti (59 con guida a destra e 181 con guida a sinistra, contrassegnati dalla sigla B24S).
Nel 1956, la Spider si trasformò nella “erede” Aurelia B24 Convertibile (denominata ufficialmente “Convertibile America” in virtù della principale destinazione per il mercato nordamericano, e prodotta fino a tutto il 1958 in 521 esemplari), con diversi aggiornamenti, tanto estetici quanto meccanici. In particolare, oltre al differente parabrezza, ai paraurti unici, alla nuova presa d’aria sul cofano più larga e più bassa, alla presenza delle maniglie esterne ed ai cristalli discendenti alle porte, ed alla nuova strumentazione, la seconda serie presentava una meccanica leggermente depotenziata.
Il prezzo è adeguato
Proprio alla serie B24 Convertibile – e per inciso all’ultimo anno di produzione – che appartiene un esemplare in vendita, ad un prezzo non certo alla portata di molte tasche tuttavia pienamente “in linea” con l’importanza storica e culturale del modello: 415.000 euro.
Condizioni estetiche e di meccanica eccellenti
La vettura (sigla di telaio B245/1551) si presenta in eccellenti condizioni, grazie ad un recente restauro, che ha riguardato la carrozzeria e la meccanica, affidato ad un atelier specializzato sulla cura delle Lancia “d’antan”. Pregevole l’abbinamento fra la tinta esterna – grigio metallizzato – e gli interni in pelle rosso bordeaux. Chiaramente, la vernice non presenta alcun graffio né traccia di ruggine, allo stesso modo della capote nera, priva di lacerazioni e dal funzionamento perfetto. Il cruscotto e la plancia, splendidamente conservati, esibiscono la strumentazione d’origine ed il volante a tre razze dalla corona in legno.
Sotto al cofano, il sei cilindri a V da 112 CV a 5.300 giri/min è stato revisionato e mantenuto in piena efficienza dal suo ultimo proprietario. Molte parti meccaniche sono state sostituite o ripristinate ed oggi, questa Aurelia B24, grazie ad una corretta compressione, è in grado di esprimere su strada le stesse prestazioni (175 km/h la velocità massima dichiarata) che aveva da nuova.
Ad enfatizzare l’allure “Dolce Vita” della B24 Convertibile in vendita, c’è un set di cerchi a raggi Borrani: accessorio all’epoca non di serie, tuttavia coerente con il modello.