Benzina e gasolio: il Regno Unito è alle prese con i distributori “a secco”
“Fuel shortage”: è l’emergenza di fine settembre per milioni di utenti di oltremanica; una situazione che secondo diversi esperti nasce dalle severe regole della Brexit sulla concessione dei visti di lavoro.
I recenti timori di serie difficoltà logistiche emersi nei giorni scorsi hanno provocato una prima situazione di disagio nel Regno Unito: una serie di problemi legati al rifornimento di benzina e gasolio. A questo proposito, una rilevazione da parte della PRA-Petrol Retailers Association (Associazione che rappresenta i gestori indipendenti di stazioni di servizio, cui aderisce quasi il 65% dei circa 8.400 distributori presenti nell’intero territorio), molte delle stazioni di rifornimento nelle principali città hanno le rispettive cisterne vuote.
Il numero dei distributori “a secco” non è stato rivelato con precisione: si parla di una forbice compresa fra il 50% ed il 90%, dunque ben ampia. In ogni caso, anche tenendo per buona la prima cifra, emerge un dato drammatico: nella migliore delle ipotesi, una pompa di carburante su due nel Regno Unito non funzionerebbe in quanto esaurita.
Code chilometriche per fare benzina e gasolio
È chiaro che la carenza di carburanti oltremanica deriva dagli avvenimenti della scorsa settimana: come si ricorderà, sono recentissime le notizie che parlavano della improvvisa chiusura di numerose stazioni di servizio, con il risultato che gli automobilisti, in preda al timore di non potere rifornirsi per i giorni a venire, si sono riversati in massa verso i distributori disponibili. Un vero e proprio panico collettivo, come del resto confermato dalle news e dalle immagini che ritraevano lunghe code verso le stazioni di servizio ed i messaggi di intenso traffico diramati dalle forze di Polizia del Regno Unito.
Da Londra si escludono rischi di razionamento
Da qui, il rapido esaurimento delle scorte di carburante e l’impossibilità di erogarne ancora. Quanto avvenuto ha destato l’attenzione dei rappresentanti dell’esecutivo: su tutti, George Eustice, segretario di Stato all’Ambiente, agli Alimentari ed alle Attività agricole, che ha provato a calmare gli animi, indicando che non c’è alcuna carenza di carburanti nel Paese. Secondo Eustice, dunque, il rischio di un eventuale razionamento è da escludere, e in effetti le raffinerie appaiono in regolare attività. Tutto bene? Non proprio: se la produzione va avanti come sempre, i piazzali delle raffinerie risultano ingombri di autocisterne.
Mancano gli autisti abilitati
Il motivo è presto detto: il Regno Unito è alle prese con un problema di reperimento di autisti abilitati per il trasporto di carburanti. Come dire: l’ultimo esempio in ordine di tempo di una situazione di difficoltà nella filiera della logistica che da tempo riguarda il Paese. In buona sostanza: c’è difficoltà nella distribuzione di beni di consumo, anche di prima necessità come i prodotti alimentari e, a quanto sembra, anche i carburanti.
La “colpa”, secondo numerosi analisti (parere che trova vasta eco nei media nazionali ed internazionali), viene ascritta alla Brexit ed alle sue conseguenze, in particolare le nuove normative sulla concessione dei visti che comprendono, fra l’altro, salari minimi stabiliti con il datore di lavoro e precisi livelli di istruzione specifica. Una situazione che ha comportato l’allontanamento di migliaia di lavoratori addetti alla logistica e provenienti dall’estero, e che sarebbero d’accordo nell’accettare condizioni di lavoro più gravose e stipendi più bassi.
Un serio problema di distribuzione dei prodotti
Questo stato di cose ha, anche in ordine alle difficoltà legate all’emergenza sanitaria, provocato – nel settore della distribuzione – una seria carenza di autisti e, quindi, gravi problemi nel reperimento dei lavoratori indispensabili per garantire il trasporto dei beni dal luogo di produzione alla distribuzione finale. Le Associazioni di categoria sostengono che attualmente manchino all’appello qualcosa come 100.000 camionisti su circa 600.000.
Decisione d’emergenza: concedere dei visti temporanei
Il Governo di Londra, dopo avere indicato che non si escludeva un eventuale ricorso alle forze armate per controbilanciare questa situazione, ha nello scorso fine settimana indetto un meeting di emergenza, finalizzato a prendere decisioni in tempi brevissimi.
Uno dei primi provvedimenti, intrapresi in ordine alle effettive difficoltà nel trovare immediatamente autisti in possesso dei requisiti richiesti (ovvero la licenza ad hoc e la certificazione che attesta di avere seguito i corsi di formazione per il trasporto di carburanti, merci pericolose e liquidi infiammabili: i cicli di lezione durano diversi mesi), consiste nell’annuncio del rilascio di visti di lavoro temporanei. I nuovi permessi vengono concessi a 5.000 autisti stranieri di mezzi pesanti.
Cosa succederà?
Di fatto, la decisione del Governo risulterebbe come un passo indietro in relazione alle sempre più severe disposizioni in materia di rilascio dei visti di lavoro decise nel dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. In più, staremo a vedere se il nuovo provvedimento-tampone si rivelerà efficace per alleggerire le gravi questioni verificatesi di recente ed il rischio di sempre più bassa disponibilità di prodotti che le Associazioni di categoria temono, anche in ragione del fatto che il periodo natalizio si avvicina.