F1: il 1 Maggio 1994 ci lasciava Ayrton Senna
Sono passati 26 anni dalla morte di Ayrton Senna, scomparso il primo maggio 1994 a Imola. Il campione brasiliano ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore degli appassionati
Ci sono persone che lasciano un segno speciale nella storia, negli eventi che contraddistinguono le vicende degli uomini. Lo sport ha permesso a molti di appassionarsi e di legarsi emotivamente ai suoi protagonisti. Uno degli sportivi più amati di sempre è proprio Ayrton Senna, e ogni primo maggio è doveroso fare un omaggio a uno degli eroi più tragici del mondo della F1. Quel weekend di Imola del 1994 è ricordato come il weekend nero del Motorsport, che si aprì il venerdì con il terribile incidente accaduto a Rubens Barrichello, passando per la tragica scomparsa di Roland Ratzenberger il sabato. Il destino del pilota austriaco sarà legato indissolubilmente a quello del brasiliano.
La morte di Ratzenberger
Ratzenberger perse la parte superiore destra dell’alettone anteriore della sua vettura facendo perdere deportanza alla Simtek poco prima dell’ingresso alla Villeneuve. La monoposto non fu più in grado di curvare, ed uscì di pista andandosi a schiantare a 314,9 km/h contro il muro esterno della curva Gilles Villeneuve. L’impatto fu fatale al pilota austriaco. Questa tragedia scosse tutti quanti, ma proprio Ayrton Senna fu uno tra coloro che rimase più turbato da questa morte. Il Circus decise comunque di andare avanti, nonostante la disgrazia, e Senna ebbe l’idea di correre con una bandiera dell’Austria per dare un omaggio alla memoria del suo collega tragicamente scomparso, una volta passato sotto alla bandiera a scacchi. Ma quella bandiera a scacchi non la vedrà mai.
La morte
Chi ha vissuto quel giorno non se lo potrà di certo dimenticare. Quella domenica a Imola alle 14:17, al settimo giro del GP di San Marino la Williams di Ayrton Senna uscì di pista alla curva del Tamburello ad altissima velocità, a causa del cedimento del piantone dello sterzo. La sospensione della monoposto penetrò il casco del brasiliano, causando lo sfondamento della regione temporale. Da lì ci fu la corsa all’Ospedale Maggiore di Bologna, ma fu tutto vano. Nel tardo pomeriggio Senna si spense. In quel momento la Formula 1 perse uno dei suoi più grandi protagonisti, un uomo destinato alla leggenda. Un eroe tragico, che ebbe un destino beffardo, ma che lui in qualche modo sapeva che avrebbe potuto incontrare, in uno sport come la F1 di quegli anni, in cui si correva per la vittoria sfidando anche la morte.
Il vuoto lasciato
In Brasile subito dopo la prematura morte fu dichiarato il lutto nazionale, la nazionale carioca di calcio che vinse il Mondiale negli USA quell’anno gli dedicò il trionfo. Negli appassionati rimane il vuoto, che è stato difficilmente colmato. È inutile parlare dei titoli e delle vittorie, tutti sanno cosa ha fatto in pista Ayrton, che come i grandi eroi tragici avrà uno spazio nell’immortalità e il suo nome non morirà mai. Oggi a Imola giace una statua che lo ricorda, e che ci rammenta come anche i più grandi sono esseri umani come tutti gli altri.