Una Ferrari 308 GTSi (di serie) sopra il circolo polare artico
Un viaggio epico, in condizioni difficili, affrontato con una Ferrari con le scarpe adatte
Mettersi in viaggio in piena pandemia, precisamente dal mese di settembre 2020, al volante di una Ferrari 308 GTSi, è stata la decisione avventurosa di Brian Whalen, che ha stupito tutti arrivando al termine del suo percorso alla fine della Dalton Higway, negli USA, al di sopra del circolo polare artico.
Una 308 GTS per andare dove le supercar non osano
Non pensate che la Ferrari in questione sia stata rialzata, o dotata di chissà quale tecnologia off-road di ultima generazione, piuttosto ha indossato dei cerchi da rally con gomme adatte anche a terreni impervi. Le modifiche si fermano qui, quindi possiamo dire che l’auto per quanto riguarda la meccanica era assolutamente di serie. Sono stati aggiunti solo un portapacchi posteriore, per trasportare bagagli e ruota di scorta, e una vistosa antenna per comunicare con i camionisti, che hanno assistito increduli al passaggio di questa Ferrari tra i ghiacci.
La 308 GTSi è stata acquistata all’asta nel 2019 ed è un esemplare del 1982 che aveva percorso 80.000 km. Nessuna voglia di lasciarla a prendere polvere in garage, ma l’idea folle e audace nello stesso tempo di metterla su strada per viverla in uno scenario dove le altre supercar non si sarebbero mai avventurate. Il risultato? Nessun problema, se si esclude il cambio della cinghia dell’alternatore e qualche rumore scomparso non appena la strada è tornata liscia. Ovviamente, considerata la carenza di stazioni di servizio nella Dalton Highway, il viaggiatore in Ferrari ha dovuto sfruttare una tanica piena di carburante e procedere al risparmio nell’ultimo tratto del suo percorso, tenendo una velocità di appena 55 km/h.
Una lezione per tutti gli appassionati
Il chilometraggio accumulato, e la variante di Ferrari 308 in questione, non avrebbero consentito al protagonista dell’avventura a quattro ruote di ottenere un guadagno considerevole lasciando in garage la creazione di Maranello, per cui tanto valeva godersela, che poi è quello per cui sono nate certe automobili. Alla fine, non c’è nulla di meglio che guidarle determinate sportive, ed il viaggio di Brian rappresenta un esempio, seppur estremo, per ogni appassionato.
Osservare scenari suggestivi con il frontale spiovente davanti, illuminare la notte con i fari a scomparsa, e gestire l’auto con il piccolo volante tra le mani godendosi il sound del motore Ferrari su strade prive di traffico rappresenta una sorta di nirvana automobilistico, per un viaggio reso leggendario dalla durezza di un percorso che la maggior parte delle persone avrebbe affrontato più con un fuoristrada che con una supercar, ma non Brian Whalen.