La folle corsa al rialzo del metano per auto: ecco perché
Il gas naturale non è, alla luce degli ultimi avvenimenti, il sistema di alimentazione che conviene di più a causa di una continua escalation di aumenti che si verifica da quasi un anno.
Siamo alla canna del gas, inteso come metano? Sembrerebbe di sì. In effetti, considerata l’escalation di prezzi del gas naturale che si registra negli ultimi giorni, l’auto a metano non è altrettanto conveniente rispetto a come è sempre stata (chiaramente, in rapporto all’alimentazione a benzina). Con l’arrivo dell’autunno – cioè il periodo dell’anno in cui avviene la partenza dei contratti del gas – c’è stata l’amara constatazione dell’aumento a livelli (purtroppo) da primato del prezzo del metano per auto. E c’è chi è del parere che crescerà ulteriormente.
Arriva a sfiorare 2 euro al kg
Una situazione che riguarda anche il GPL, salito a prezzi nell’ordine di 0,724-0,745 euro al litro in media, con il valore più basso riscontrato dagli impianti no-logo. È tuttavia il gas naturale che ha fatto registrare una preoccupante impennata nei prezzi: in alcuni impianti situati nelle regioni centro-settentrionali d’Italia è addirittura arrivato a superare 2 euro al kg.
Facciamo due paragoni con benzina e gasolio
A titolo di comparazione, rileva il Corriere della Sera sulla base dei dati dell’Osservatorio sui prezzi dei carburanti del Ministero dello Sviluppo Economico ed elaborati da Quotidiano Energia, alle 8 di lunedì 4 ottobre il prezzo medio nazionale della benzina alla pompa in modalità self-service era salito a 1,691 euro contro 1,686 euro di venerdì 1 ottobre (la forbice di prezzi applicati dai marchi oscillava fra 1,682 e 1,705 euro al litro, ed una media di 1,676 euro/litro per i distributori “no logo”). Quanto al gasolio, il range dei prezzi alla pompa (sempre self-service) era cresciuto a 1,544 euro al litro in media (laddove venerdì 1 ottobre si attestava a 1,536 euro/l), con i prezzi applicati dalle Compagnie che si attestavano su 1,534-1,558 euro/l (e 1,526 euro al litro per i distributori no logo).
E pensare che il metano è da sempre “amico dell’ambiente”
Le cifre indicate qui sopra evidenziano che il metano ha subito un’impennata maggiore, con buona pace di due delle grandi peculiarità che da sempre contraddistinguono il gas naturale per autotrazione: la convenienza e l’impatto ambientale ben più basso rispetto ai combustibili derivati dalla raffinazione del petrolio.
Logiche finanziarie che vanno a colpire i consumatori
Emblematica l’osservazione avanzata da Federmetano in una nota (pubblicata sul suo portale online) all’indirizzo degli utenti: “La liberalizzazione del mercato del gas, avviata nei primi anni 2000 – si legge nel comunicato – ha fatto sì che tale mercato sia soggetto a logiche di tipo finanziario, che agiscono a livello mondiale e che inevitabilmente incidono sulla quotazione del prezzo della materia prima e, di conseguenza, sul prezzo finale del prodotto”.
Il triste record dei rincari
I dati parlano chiaro: dopo le diminuzioni di prezzo – causate in un primo momento dall’emergenza sanitaria a livello mondiale – che si erano verificate dalla primavera 2020, il prezzo della materia prima ha fatto via via registrare continui aumenti. Una escalation che, dall’ottobre dello scorso anno, ha raggiunto numeri da record: superiori anche del 600%.
Codacons: tutti i vantaggi vengono annullati
In effetti, rimarca il Codacons attraverso il suo presidente Marco Maria Donzelli, le conseguenze per il portafoglio degli automobilisti proprietari di veicoli a metano sono doppiamente negative:
Da un lato, si subisce l’incremento dei costi dei rifornimenti, e dall’altro si vedono annullati i vantaggi legati alla scelta del veicolo a metano. Oggi, il pieno ad un’auto a gas naturale arriva a costare oltre il doppio rispetto all’inizio dell’anno. Lo scorso gennaio, il prezzo medio nazionale del metano era di 0,981 euro al kg, mentre oggi in alcuni distributori supera i 2 euro al kg.
Questo significa che il costo di un ‘pieno’ di metano passa da una media di 13,7 euro al record di 28 euro. L’incremento è di oltre il 104%. Un rincaro che rischia di annullare del tutto i vantaggi economici per chi ha scelto un’auto a metano. Questa tipologia di carburante, infatti, se da un lato permette di percorrere 100 km spendendo la metà rispetto al diesel, d’altro canto impone costi di manutenzione del veicolo sensibilmente più elevati rispetto ai veicoli ‘tradizionali’.
Quali sono le cause
La stessa Federmetano elenca i motivi che possono essere alla base del costante rincaro del metano per autotrazione: si parla di bassi quantitativi di gas stoccato nei siti europei dovuti ad un inverno più lungo del solito; la ripresa dell’economia in Asia, con una maggiore richiesta di energia; forniture di GNL via nave dirottate verso i Paesi asiatici ed in generale verso mercati disposti a pagare di più; tagli di forniture dalla Russia verso l’Europa per via di manutenzioni programmate; ritardi nelle autorizzazioni ad esercire nuovi metanodotti di importazione. Si tratta, indica Federmetano, di “Meccanismi che avvengono a livelli di gran lunga superiori rispetto alle possibilità di contrattazione degli imprenditori della distribuzione stradale e di chi li rappresenta, e che costituiscono motivo di grande preoccupazione e disagio”.
Il Governo ha, dal canto suo, provveduto ad una prima compensazione (a fine settembre, in previsione degli aumenti in bolletta, era stato deciso il taglio dell’IVA al 5%), tuttavia questo riguarda l’uso domestico. Per l’autotrazione, il discorso è un altro: al momento, non si intravvede alcuna decisione da parte dell’esecutivo, come riporta ancora il Corriere della Sera citando una dichiarazione di Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia:
Le prospettive non sono rosee. Non ci sono alle viste interventi statali per contenere i prezzi. Quindi, per i prossimi mesi gli aumenti sono quasi certi.
Fino a quando durerà questa situazione?
Il timore è che, almeno in una prospettiva a brevissimo termine, i consumatori si trovino costretti ad assistere ad una corsa indiscriminata agli aumenti del metano, con buona pace dell’economia di gestione (e di questo potrebbe ricevere un contraccolpo anche il mercato delle autovetture nuove). L’auspicio è che il mercato torni ad un riequilibrio, magari già dalla primavera 2022. Centinaia di migliaia di utenti si augurano che un riallineamento possa verificarsi anche prima.