Auto e moto storiche: le istituzioni insieme ad ASI
Alla convention “Fenomeno classiche: i veicoli storici come risorsa per il Sistema Paese”, organizzata a Roma dall’Automotoclub Storico Italiano alla presenza dei delegati degli oltre 300 Club federati ASI, sono state poste le basi di un nuovo dialogo rivolto all’importanza del comparto vintage per la ripartenza del Paese.
Forse mai come adesso il mondo delle istituzioni si è dichiarato così vicino al settore del motorismo storico. Non che, in passato, esponenti del Parlamento e del Governo non siano mai stati refrattari alle esigenze della nutrita platea degli appassionati di auto e moto storiche (lo dimostrano le numerose normative che, negli anni, sono intervenute a salvaguardia anche fiscale: su tutte, e solamente per citare due esempi ben conosciuti anche da chi non sia addentro allo scenario vintage, il bollo auto agevolato e le tariffe Rc Auto a prezzo calmierato). La sostanziale differenza, ribadita giovedì 25 novembre a Roma, nell’ambito del convegno nazionale “Fenomeno classiche: i veicoli storici come risorsa per il Sistema Paese” promosso da ASI-Automotoclub Storico Italiano, consiste in una nuova concreta presa di coscienza a livello politico nei confronti del settore delle auto e moto storiche.
I grandi numeri
La filiera del motorismo storico, occorre ribadirlo, “muove” ogni anno qualcosa come oltre 2,2 miliardi di euro. I proprietari di un’auto o una moto storica (e, con il nuovo DL Infrastrutture, all’elenco si aggiungono i ciclomotori ed i trattori storici) sono decine di migliaia; ai “tradizionali” settori che gravitano intorno a questo comparto – artigiani, officine specializzate, carrozzieri, ricambisti, collezionisti, musei e collezioni private – si aggiunge uno stretto legame con diverse altre realtà, dal turismo all’enogastronomia. In buona sostanza: una enorme “macchina” che, da settore di nicchia, si è via via trasformata in fenomeno di interesse collettivo (anche fra i più giovani, come testimoniato dal crescente entusiasmo suscitato dalla fascia “Youngtimer”, cioè i veicoli costruiti fra gli anni 80 e l’alba del Terzo Millennio che richiamano in misura sempre maggiore l’attenzione dei giovani).
Chi era presente
La convention ASI ha visto, fra gli altri, l’intervento di Alessandro Morelli (viceministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili), Palmiero Pierconti (consigliere del ministro del Turismo Massimo Garavaglia), Giovanni Tombolato (presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Veicoli storici), il senatore Ugo Grassi, Enzo Bianco (presidente del Consiglio nazionale ANCI-Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), Ivan Drogo Inglese (presidente dei neocostituiti Stati Generali del Patrimonio Italiano), Danilo Moriero (segretario generale di Città dei Motori, rete ANCI dei Comuni italiani a vocazione motoristica), Edoardo Magnone (presidente del Registro storico Fiat), Fausto Fedele (direttore Motorizzazione Centro Italia) e diversi parlamentari di Camera e Senato.
“Vicini al motorismo storico”
I rappresentanti istituzionali che hanno partecipato all’evento si sono dimostrati uniti da un concetto peraltro espresso più volte nel recente passato: “Siamo vicini al mondo dei veicoli storici”. Una volontà che, in effetti, è stata espressa di fronte ad una platea formata dai delegati degli oltre 300 Club federati ASI presenti sul territorio italiano, che costituiscono il primo anello della liaison fra la “base” degli appassionati (possessori di veicoli storici, artigiani, professionisti del settore) e le istituzioni. Il meeting romano era una vera e propria convention, più che uno dei molti incontri (assemblee, riunioni tecnico-organizzative, eventi dinamici, culturali e di solidarietà) da sempre organizzati nella storia ASI.
Fondamentale per il rilancio del Paese
Il messaggio scaturito dal convegno è chiaro, e rafforza quanto avvenuto in tempi recenti (ad esempio: l’interesse manifestato in prima persona dal ministro del Turismo Massimo Garavaglia, intervenuto a Milano AutoClassica, sui benefici del motorismo storico nella promozione del territorio; e la Giornata Nazionale del Veicolo d’Epoca che con decine di eventi in ogni angolo del Paese, a cura dei Club federati ASI, ha costruito un’ideale testa di ponte per la valorizzazione dell’immenso patrimonio vintage).
La storia corre in aiuto del futuro
I veicoli storici sono davvero un elemento-chiave per dare un nuovo dinamismo al sistema-Paese, anche in relazione alle drammatiche conseguenze dell’emergenza sanitaria. Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub Storico Italiano, punta proprio su aggregazione e sviluppo del settore come elementi fondamentali di un percorso virtuoso in ambito socioculturale a servizio delle istituzioni:
“Il motorismo storico non è soltanto ‘passione’: è un settore che offre grandi opportunità per lo sviluppo del Paese. Nella storia ASI, abbiamo avuto molti momenti di incontro: assemblee, riunioni tecnico-organizzative, eventi dinamici, culturali e solidali. La Convention è però qualcosa di unico, di mai visto. È un modo per dare a chi sta normalmente dall’altra parte del palco un ruolo da protagonista”.
Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale ANCI, sottolinea – riferendosi agli stessi vertici ASI ed ai rappresentanti dei Club federati presenti alla convention – come le radici storiche italiane sono alimentate anche dalla linfa vitale dei veicoli d’epoca, che quindi risulta essenziale per gli anni a venire:
“C’è una grande voglia di rendere collettiva la vostra passione. Siete proiettati nel futuro, rendete questa passione una fonte di costruzione. I veicoli storici sono le radici del nostro Paese. Confermiamo la piena disponibilità da parte dei comuni d’Italia a lavorare insieme: non è un caso che ANCI abbia rafforzato le attività legate al motorismo con la fondazione di Città dei Motori. Facciamo quindi squadra per vincere e per realizzare progetti concreti, senza colore politico”.
Un tavolo di lavoro congiunto
Alessandro Morelli, viceministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, osserva che è necessario istituire un programma di studio che – contando sulla collaborazione delle amministrazioni locali – si incarichi di ragionare su possibili soluzioni in tema di circolazione e, quindi, di salvaguardia del patrimonio storico, anche in rapporto alle esigenze della transizione green:
“Il tema dell’auto ci sta molto a cuore e tutto il Governo segue con attenzione il settore, soprattutto quello dell’auto storica che riguarda la cultura e la storia d’Italia dell’ultimo secolo. Puntiamo a creare un tavolo di lavoro per trovare soluzioni univoche e ragionevoli soprattutto sul tema della circolazione. In questo ambito troveremo la strada per tutelare i veicoli storici, senza dimenticare la transizione ecologica e con la collaborazione di ANCI e delle pubbliche amministrazioni locali”.
“Camera e Senato – interviene Giovanni Tombolato, presidente dell’Intergruppo Parlamentare per i Veicoli Storici – lavorano insieme su tanti temi cari al settore. Dalle targhe originali alla regolamentazione di ciclomotori e trattori storici. E mai come ora c’è la volontà di difendere questo mondo”.
Cultura, turismo e occupazione
La preservazione dei veicoli storici in quanto beni culturali, la promozione del territorio e le vocazioni principali e secondarie di ogni angolo d’Italia, lo sviluppo di una filiera professionale altamente specializzata e la creazione di nuove opportunità di lavoro per i giovani sono solamente alcuni degli obiettivi che ASI da tempo persegue: una serie di traguardi ai quali la politica non si dimostra sorda, come osserva Palmiero Preconti, consigliere del ministro del Turismo:
“Le manifestazioni che coinvolgono i veicoli storici sono preziose perché valorizzano le cosiddette località minori, e destagionalizzano i flussi turistici. Inoltre, sono un grosso volano per l’industria del turismo nel suo complesso”.
Dal canto suo, il senatore Ugo Grassi indica la necessità di una maggiore consapevolezza sull’”entità fisica” del veicolo storico in se, anche in ordine al (peraltro irrilevante) impatto sull’inquinamento:
“Un veicolo storico riportato a nuova vita cambia funzione, non è più un semplice mezzo di trasporto, anzi tutt’altro, perché viene conservato come una reliquia. Viene usato affinché non si deteriori stando fermo ed ha quindi un impatto irrisorio a livello di inquinamento. Purtroppo, c’è molta ignoranza e spesso si dimentica che c’è una certificazione di rilevanza storica che definisce la distinzione tra veicolo vecchio e veicolo storico. Su questa base dobbiamo provvedere alla stesura di un testo di legge organico per il motorismo storico”.
Il motorismo storico entra negli Stati Generali del Patrimonio Italiano
A rafforzare l’importanza della filiera vintage nel sistema Paese, la nascita di una Commissione ad hoc (vale a dire dedicata interamente ai veicoli storici) all’interno degli Stati Generali del Patrimonio Italiano: iniziativa – sorta nella primavera 2021 – che si prefigge il compito di redigere programmi operativi e strategici indirizzati a rendere il patrimonio architettonico, artistico, storico e culturale uno dei “punti di forza” dell’economia italiana. Alle undici Commissioni nominate al momento della sua fondazione (“Accademie, Scuole e Università”, “Cinema”, “Economia, Finanza ed Investimenti”, Europa”, Digitalizzazione ed Innovazione Tecnologica”, “Lavoro e Occupazione”, “Paesaggio e Territorio”, “Patrimonio Immobiliare”, “Professioni”, “Restauro”, “Turismo”) si aggiunge ora il motorismo storico, la cui presidenza è stata affidata ad Alberto Scuro.