Land Rover Discovery Sport 2.0 TD4 163 CV: la prova su strada
Migliorata nell’estetica e nei contenuti diventa più sostenibile con il mild hybrid a gasolio.
La Land Rover ha sottoposto al restyling di rito la Discovery Sport con l’intento di renderla migliore, e il risultato è una vettura al passo con i tempi cresciuta nell’interazione tra auto e conducente. L’abbiamo guidata nella variante turbodiesel con l’ibrido leggero, che è più efficiente ma non rinuncia ai vantaggi delle motorizzazioni a gasolio.
Esterni: modifiche di dettaglio con il restyling
Il design della Discovery Sport è ancora attuale, così, gli uomini Land Rover non sono intervenuti in maniera importante sulle sue linee, si sono concentrati esclusivamente sui dettagli, che poi, diciamocela tutta, sono loro che fanno la differenza. Per cui le dimensioni risultano invariate con una lunghezza di circa 4,60 metri, un’altezza di poco superiore al metro e settanta centimetri, ed una larghezza di oltre 1 metro e 90 centimetri. Nello specifico, spiccano i nuovi paraurti, in particolare quello anteriore, che presenta una presa d’aria inferiore più ampia e feritoie laterali più strette. Cambia anche la struttura interna dei gruppi ottici, sia davanti che dietro, mentre la fiancata guadagna dei cerchi in lega dal disegno dinamico per essere più filante.
Interni: plancia rinnovata, tanto spazio ed infotainment al passo coi tempi
Dal punto di vista dell’abitabilità la Discovery Sport è sempre una certezza, lo spazio è abbondante, a cominciare dal bagagliaio con 541 litri utili, che può essere sfruttato al meglio mediante il divano scorrevole, ma il vero plus è offerto dai due posti supplementari: ideali per 2 bambini. A differenza di altre auto, anche chi siede nel posto centrale posteriore viaggia comodamente. La vera novità però è nella plancia e si tratta della nuova consolle con manopole multifunzionali dedicate alla temperatura, al riscaldamento delle sedute, alla ventilazione, ed alle selezione delle modalità di guida. Non c’è più il rotore e ritorna una leva del cambio più convenzionale, mentre il volante presenta dei comandi presi in prestito dalla Range Rover.
Attingendo dalla lista degli accessori inoltre, si può avere la strumentazione totalmente digitale e la ricarica wireless per lo smartphone. Di ultima generazione l’infotainment, che si gestisce dallo schermo touch da 10 pollici, può fungere da hot spot, consente di navigare in 4G, e vanta gli aggiornamenti live. C’è persino il controllo di alcune funzioni da remoto e, tra gli optional, non è da sottovalutare nemmeno il retrovisore interno digitale, utilissimo quando si hanno tanti bagagli al seguito. In questo quadro positivo, che annovera anche i consueti materiali di pregio, l’unico neo è rappresentato dai pannelli porta, che potrebbero essere rifiniti meglio a livello delle maniglie.
Al volante: ideale per viaggiare, non si preoccupa di sporcarsi le ruote
Alla guida della Discovery Sport ritrovo quella sensazione di dominio sulla strada che tanto ho apprezzato nel modello pre-restyling. La seduta alta fa la differenza, al pari dell’assetto solido e preciso. La taratura delle sospensioni però consente di digerire ogni asperità capitolina, ma il dazio da pagare si chiama rollio, e si percepisce non appena si sfruttano in maniera brillante i 163 CV del 2.0 turbodiesel mild hybrid.
Considerando il modo in cui sono stati tarati lo sterzo, ed il cambio automatico a 9 rapporti, sincronizzati per assicurare un gran comfort di marcia ed una facilità di guida in ogni situazione, la presenza del rollio non disturba più di tanto, anzi, aiuta a comprendere quando si sta chiedendo troppo alla vettura. Il nuovo turbodiesel garantisce un’erogazione corposa, ha una voce discreta, e, soprattutto, consente di percorrere in media 15 km/l. Quando si abbandona l’asfalto nessun problema, basta affidarsi al terrain response, che adatta la trazione integrale alle superfici, e si possono superare anche guadi di 60 cm.
Prezzo: da 44.610 euro
Per una Discovery Sport con la motorizzazione della vettura del test bisogna mettere in conto una spesa di partenza di 44.610 euro ma si può arrivare a 53.995 euro qualora si propendesse per la più ricca SE. Come ogni Land Rover però, il costo finale può essere influenzato dalla scelta degli accessori, e la lista degli optional è piuttosto corposa.