F1: i 5 Gran Premi più importanti a Imola
Ripercorriamo la storia di alcuni dei GP di Formula 1 più importanti corsi sull’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola negli ultimi anni.
Imola è pronta riabbracciare pienamente il pubblico assiepato su tutti gli spalti disponibili dopo molti anni di attesa, ben sedici dall’ultima volta nel lontano 2006. Nell’autodromo Enzo e Dino Ferrari si sono scritte alcune delle pagine più emozionanti di questo sport, dove si sono consumati duelli e rivalità mozzafiato, e dove – purtroppo – siamo stati spettatori di momenti drammatici come in poche altre occasioni. Ripercorriamo quelli che secondo noi sono i GP di Imola più importanti degli ultimi quarantacinque anni di F1.
Imola 1980
Simbolicamente resta un unicum nella storia di Imola e della F1 in generale, perché nel 1980 si corse qui il GP d’Italia e non all’Autodromo nazionale di Monza. Quella di quarantadue anni fa, fu la prima e unica volta di Imola a fregiarsi di questo importante riconoscimento, ma soprattutto fu l’esordio di questo circuito nel calendario ufficiale del Circus.
Sarebbe dovuto entrarci già nel 1979, ma alcuni accordi saltarono tra la FOCA e l’ACI, di conseguenza l’appuntamento con la F1 all’Autodromo Dino Ferrari – all’epoca si chiamava soltanto così – fu ritardato di un anno. Per la cronaca a vincere la gara fu la Brabham-Ford Cosworth di Nelson Piquet davanti ad Alan Jones su Williams-Ford Cosworth. Sul terzo gradino del podio ci salì il “Gaucho Triste”, Carlos Reutemann sempre su Williams-Ford Cosworth.
Imola 1982
Quarant’anni fa si corse a Imola in occasione della quarta gara del calendario, in quello che fu il GP di San Marino 1982. Tutti si ricordano di questa gara – specialmente i ferraristi – per la rottura di un’amicizia fraterna tra Didier Pironi e Gilles Villeneuve. I due piloti della Ferrari hanno un rapporto speciale e sembrano seguire tra di loro un codice quasi cavalleresco. Inoltre, le vetture del Cavallino Rampante sono competitive (anche se poco affidabili) e i due alfieri hanno una voglia matta di riportare il titolo a Maranello. Gilles è il capitano, mentre Didier è il giovane apprendista.
A Imola il muretto Ferrari lascia correre le due 126 C2 senza ordini di scuderia, e dopo un duello interminabile con svariati giri contraddistinti da sorpassi e controsorpassi, alla bandiera a scacchi la spunta il francese. Questa vittoria non va giù al canadese, tanto che a caldo dopo la gara, afferma: “Credevo di avere un amico, invece è un imbecille”. Per la Rossa è doppietta, un grande trionfo. Tuttavia quella stagione sarebbe stata stregata, con la morte prematura dell’Aviatore Villeneuve a Zolder e con l’incidente di Pironi a Hockenheim che lo costrinse di fatto al ritiro dalle scene.
Imola 1994
A tutti gli effetti quello del 1994 è considerato il weekend nero della Formula 1 dell’era moderna, segnato da tragici incidenti che hanno segnato il destino stesso del Circus. Quella stagione era orfana di Alain Prost, ritiratosi l’anno prima con il titolo di campione del mondo in tasca. La stella più lucente era invece quella di Ayrton Senna “Magic”, sbarcato nella scuderia Williams. Il brasiliano aveva iniziato male la stagione (complice la complessità della monoposto inglese) e arrivava al GP di San Marino con un netto 0 in classifica.
L’astro emergente era Michael Schumacher, il tedesco al volante della Benetton che dominava la graduatoria con 20 punti. Al sabato Roland Ratzenberger, austriaco della Simtek, durante una giro va in testacoda, inclinando l’ala anteriore. Nel giro seguente l’appendice salta via appena il pilota riprende velocità. Alla curva Villeneuve, la Simtek va dritta verso le barriere a più di 300 km/h. Per il pilota non c’è niente da fare, verrà dichiarato morto poco dopo. La F1 viene scossa da una morte, dodici dopo l’ultima volta.
Uno dei più coinvolti emotivamente da questa tragedia è proprio Ayrton Senna, che il giorno della gara è visibilmente preoccupato e porta dentro al suo abitacolo una bandiera austriaca, per omaggiare – in caso di vittoria – il pilota scomparso il giorno antecedente.
Purtroppo quella bandiera non sventolerà mai, perché anche Senna va incontro allo stesso destino. Al settimo giro, all’altezza della curva del tamburello il tre volte campione del mondo va dritto con la sua Williams, a causa della rottura del piantone dello sterzo che rese ingovernabile la monoposto. Inevitabile lo scontro contro le barriere. I soccorsi arrivano e portano il pilota in condizioni gravi all’ospedale di Bologna dove muore alle 18:40 del 1 maggio. Per molti la F1 morì quel giorno. Nonostante la tragedia la corsa si svolse regolarmente, con Schumacher che vinse davanti a Larini e Hakkinen.
Imola 2005
Il 2005 fu il primo anno dopo l’egemonia Ferrari, la prima occasione per un rimpasto delle gerarchie che favorì l’ascesa di Fernando Alonso su Renault e di Kimi Raikkonen su McLaren Mercedes che si contesero il titolo fino alla fine. La F-2005 era la terza forza tra i costruttori con grande distacco, nonostante ciò Michael Schumacher diede saggio di tutto il suo talento all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, spingendo la Rossa oltre ogni limite.
Il GP di San Marino fece restare col fiato sospeso tutti gli spettatori, in uno show su quattro ruote del più classico degli inseguimenti con Alonso nel ruolo della lepre e con Schumacher in quello del cacciatore. Una decina di giri al cardiopalma con lo spagnolo che impressionò nelle manovre di difesa, riuscendo a tenere dietro l’indiavolato tedesco, costringendolo alla seconda posizione per soli 2 decimi. Alla fine dell’anno Alonso vinse il suo primo titolo mondiale e quella di Imola resta la sua vittoria preferita di sempre.
Imola 2020
La pandemia di Covid-19 scombina le carte e anche la F1 deve fare i conti con uno spettacolo che rischia di fermarsi. Per evitare che la macchina si inceppi si mette mano al calendario e si tolgono quelle aree geografiche dove non si può correre, dunque in questo modo rientra in gioco un circuito dimenticato e bistrattato: Imola. Si inserisce in calendario dopo 14 anni l’autodromo Enzo e Dino Ferrari e si crea il GP dell’Emilia-Romagna che riporta in auge una tappa che da quel momento non sarebbe più scomparsa dal palinsesto del Circus. La gara è bella e convince, a tratti rocambolesca.
A spuntarla è Lewis Hamilton che dà libero sfoggio di tutto il suo talento e con una rimonta furiosa, fatta di giri veloci su giri veloci, prende il comando della gara soffiandolo al suo compagno di squadra, Valtteri Bottas. Sul podio ci va anche Daniel Ricciardo su Renault, anche se l’eroe di giornata è il russo Kvyat, quarto con l’Alpha Tauri. A Imola, infine, è tempo di celebrazioni infatti con la doppietta le frecce d’argento festeggiano il settimo titolo costruttori consecutivo (stabilendo un nuovo record), mentre per Mercedes arriva la vittoria numero 500 in F1 come motorista. Una data da ricordare.