Bonus carburanti 200 euro: cos’è, chi può ottenerlo
Misura di contrasto ai rincari dei prodotti energetici: vediamo come vengono erogati i bonus carburanti e fino a quando potranno essere utilizzati.
Il decreto “Ucraina Bis”, approvato dal Governo lo scorso 21 marzo, contiene anche le modalità di erogazione di uno sconto di 200 euro, sotto forma di buoni carburante, che può venire assegnato dal datore di lavoro di un’impresa privata ai propri dipendenti e collaboratori. Esaminiamo come funziona il bonus carburanti 200 euro, quali sono i beneficiari e fino a quando, l’aspetto fiscale e contributivo.
Bonus carburanti: cosa sono
Il DL 21/2022 (Decreto Bollette o Decreto Ucraina), al quale il Governo ha dato “via libera” il 21 marzo 2022, entrato in vigore il giorno dopo, sta per essere convertito in legge dalla Camera dopo la recente approvazione del Senato. Fra le misure adottate dal decreto, come si ricorderà, c’è il taglio alle accise sui carburanti, che all’inizio di maggio è stato prorogato fino al prossimo 8 luglio. Nello specifico, i dipendenti delle aziende possono ricevere fino a 200 euro in buoni carburante a titolo gratuito. È bene precisare che si tratta di somme erogabili liberamente dai datori di lavoro come “fringe benefit”, cioè benefit accessori erogati come beni o servizi.
Bonus Carburanti: fino a quando potranno essere erogati
I buoni-sconto per l’acquisto di carburanti dovranno essere messi a disposizione dei dipendenti di aziende private entro il 31 dicembre 2022. L’utilizzo dei buoni carburante dovrà avvenire entro la data di scadenza indicata sul voucher stesso.
Sconti benzina: concorrono al reddito?
Il bonus di 200 euro sulle spese per i carburanti è stato formulato dall’esecutivo come misura liberale: per il dipendente, cioè, non concorre al reddito (quindi è esentasse) e nemmeno al computo dei contributi previdenziali. Il bonus carburanti è, in buona sostanza, erogabile a titolo gratuito e già “al netto”. Condizione essenziale: la somma complessiva di benefit che non concorrono alla formazione del reddito del lavoratore dipendente non può superare un massimo di 516,46 euro.
Deducibilità per il datore di lavoro
Il “voucher” gratuito per i rifornimenti al distributore presenta alcuni punti a favore non solamente per i dipendenti, ma anche per i datori di lavoro. Le spese, in effetti, sono deducibili al 100% ai fini Irpef o Ires, e non incidono sui contributi previdenziali a carico del titolare dell’impresa.
Bonus 200 euro: chi può ottenerlo
Come si accennava più sopra, il buono carburanti consiste in un “voucher” che un datore di lavoro (titolare di impresa, di studio professionale, Associazioni, Fondazioni, Onlus) concede a titolo di liberalità ai propri dipendenti. Questi ultimi possono essere inquadrati nell’organico dell’azienda o dell’impresa anche come assimilati: non c’è alcun vincolo né di ruolo né di tipologia di contratto (a tempo determinato o indeterminato, full-time o part-time, lavoratori agili, apprendisti, stagisti, contratti a progetto, Co. Co. Co.).
Chi è escluso dal bonus carburanti
Le categorie di lavoratori che non possono ottenere il bonus carburanti sono, in buona sostanza, i titolari di partita IVA e i dipendenti pubblici. Analogamente, sono esclusi i clienti e i fornitori come eventuale omaggio.
Può essere erogato anche a un solo lavoratore?
Tenuto conto del carattere di liberalità di questo fringe benefit, il bonus carburanti non è “dovuto” dal datore di lavoro: in altri termini, i buoni per l’acquisto di carburante possono essere riconosciuti indistintamente a tutti i dipendenti o assimilati di un’impresa, ad alcuni oppure a solamente un lavoratore. Fanno eccezione alcune condizioni previste in maniera esplicita dal Tuir-Testo Unico delle Imposte sul Reddito. È chiaro che le modalità di assegnazione dei bonus carburanti possono essere discusse nelle trattative sindacali, oppure possono rientrare negli accordi fra azienda e lavoratori (o con il singolo dipendente). In effetti, tutto in questo caso si basa sulla libera volontà del datore di lavoro.